Il futuro è roseo, il futuro è Big Data
I megadati possono diventare la tecnologia dominante?
Nel 1999, l’arrivo dei blog diede inizio a quello che avremmo imparato a conoscere come il Web 2.0. Da fruitori di contenuti generati da un numero molto ristretto di fonti, gli utenti di Internet sono diventati gli autori di tali contenuti. La quantità di informazioni disponibili è esplosa e improvvisamente chiunque si è ritrovato ad avere una piattaforma tanto ampia da consentirgli di diventare un personaggio influente. Non ci è voluto molto tempo perché aziende ed esperti TIC capissero che la mole di dati generati online, seppur quasi impossibile da gestire, presentava un potenziale enorme in termini di business intelligence. Nel 2010, l’ex presidente del consiglio di amministrazione di Google, Erick Schmidt, ha ricordato come siano stati creati cinque exabyte di informazioni nel periodo che va dall’alba della civiltà fino al 2003. Proseguendo veloce fino a oggi, ci ritroviamo nell’era dei megadati dove questi stessi cinque exabyte vengono generati ogni due giorni. Nella loro forma grezza, i Big Data sono difficili da sfruttare. Ma non rimarranno sempre così. Si prevede che i megadati diventino la pietra angolare del futuro Internet 3.0 o «Web semantico», che vedrà il passaggio alla produzione di massa e al consumo mirato. Per giungere a questo, tuttavia, saranno necessari strumenti capaci di elaborare e strutturare i megadati, senza il costo elevato associato. Attualmente, solo una manciata di aziende possiede le competenze e i mezzi per sfruttare i megadati e questo sta ostacolando pesantemente lo sviluppo di un mercato che, entro il 2027, dovrebbe arrivare a valere 103 miliardi di dollari. Con questo numero della rivista research*eu risultati, abbiamo voluto indagare il futuro dei Big Data. Diventeranno più accessibili? Il loro potenziale potrà tradursi in applicazioni in grado di cambiare in meglio la società? Per rispondere a queste domande, abbiamo esaminato applicazioni concrete quali call center, automobili senza conducente e sanità, ma anche una ricerca più orizzontale che mira a colmare il divario tra i bisogni delle aziende e i software per l’estrapolazione di dati spesso troppo complessi e costosi. Complessivamente, la sezione dedicata ai contenuti speciali tratta 11 progetti appena completati o che saranno conclusi a breve. La rivista è corredata dalle abituali sezioni tematiche e da un elenco di eventi futuri organizzati da o collegati a progetti di ricerca finanziati dall’UE. Saremo lieti di ricevere le vostre opinioni. Potete inviare domande o suggerimenti a: editorial@cordis.europa.eu