Rendere nuovamente sano un fegato malato
L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un allarme sull’obesità, prevedendo che il numero di patologie a essa correlate raddoppierà, se non addirittura triplicherà, nei prossimi due decenni. Tra queste patologie si annovera la steatosi epatica non alcolica, o NAFLD (non-alcoholic fatty liver disease). Questa malattia cronica, spesso asintomatica, può causare la steatoepatite non alcolica (NASH, non-alcoholic steatohepatitis), una malattia che può comportare disfunzioni epatiche o addirittura cancro al fegato, patologie che non hanno ancora una cura efficace. «La NAFLD è diventata la malattia epatica più diffusa sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo», afferma Mathias Heikenwälder, che dirige la divisione Infiammazioni croniche e tumori del Centro tedesco di ricerca sul cancro. «Di conseguenza, il carcinoma epatocellulare, o cancro del fegato, ha uno dei più alti tassi di crescita in Europa, India e Stati Uniti, per citarne solo alcuni.» Purtroppo, la malattia difetta dei marcatori predittivi necessari per identificare quali pazienti con NASH sono a rischio di sviluppare il cancro al fegato. Inoltre, non esistono terapie efficaci per curare la NASH, prevenire la transizione dalla stessa al cancro al fegato o controllare il cancro al fegato indotto dalla NASH. Ma questo potrebbe presto cambiare, grazie ai progressi compiuti dal progetto FAITH, finanziato dall’UE. «Il nostro obiettivo era quello di sviluppare trattamenti terapeutici specifici e privi di effetti collaterali», osserva Heikenwälder, che ha svolto il ruolo di scienziato principale del progetto. «Per farlo, la nostra ricerca ha analizzato i meccanismi di fondo che scatenano questa malattia infiammatoria del fegato.»
La terapia antiaggregante inverte il decorso della NASH
Mentre la ricerca passata si è concentrata sull’uso di piccole molecole per bloccare la fibrosi e altre forme di danno epatico, il progetto FAITH ha studiato il legame tra cellule infiammatorie, metabolismo epatico aberrante e NASH. Secondo Heikenwälder, il motivo di questo approccio è duplice. In primo luogo, la NASH è una malattia metabolica aberrante indotta dall’infiammazione e, in secondo luogo, la fibrosi è legata alla NASH, ma non ne è la causa. Conducendo studi preclinici su topi e tessuti umani, i ricercatori hanno scoperto che le cellule immunitarie sono fondamentali per innescare e mantenere la NASH. Il progetto ha altresì dimostrato che il numero, l’attivazione e l’aggregazione delle piastrine aumentano nel fegato affetto da NASH, in ragione del fatto che queste piastrine attirano e trattengono attivamente le cellule immunitarie nel fegato e al suo interno. «Questi risultati indicano che la terapia antiaggregante convenzionale inverte in modo terapeutico il decorso della NASH e, in parte, della fibrosi», spiega Heikenwälder.
Un nuovo approccio al trattamento della NASH e del cancro al fegato correlato
Sulla base di questo lavoro, i ricercatori di FAITH, che hanno ricevuto il sostegno del Consiglio europeo della ricerca, hanno proposto un nuovo approccio per il trattamento della NASH e del cancro al fegato correlato alla NASH. L’approccio utilizza anticorpi o nano-corpi specifici per le piastrine per bloccarne la funzione pro-infiammatoria senza influenzare l’emostasi piastrinica. «I nostri modelli preclinici dimostrano in ultimo che l’uso di anticorpi e nano-corpi specifici per le piastrine può far tornare sano un fegato grasso e malato», osserva Heikenwälder. «Crediamo che il nostro approccio possa essere utilizzato non solo per trattare la NASH, ma anche per evitare che una steatosi epatica si trasformi in un cancro al fegato.»
Gettare le basi per un trattamento di prossima generazione
La terapia e il trattamento antiaggregante di FAITH sono stati riprodotti in studi più ampi per il trattamento del cancro al fegato e della fibrosi. «Il nostro lavoro rappresenta il futuro del trattamento della malattia epatica cronica e pone le basi per lo sviluppo di farmaci per trattare la NASH e prevenire la sua progressione in cancro», conclude Heikenwälder. Anche se il progetto è terminato, i ricercatori continuano il loro lavoro nel campo della NASH, delle piastrine e del cancro al fegato. Oltre a prepararsi per un ampio screening del trattamento proposto, il gruppo di ricerca sta anche lavorando con altri esperti per sviluppare metodi più efficaci per la produzione degli anticorpi necessari.
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