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Madness in Fairy Land: (Re)Imagining Deviance in the Age of Psychiatry, 1820-1900

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Punti di incontro tra fiaba e psichiatria

Sono state le idee psicologiche del XIX secolo sulla devianza a plasmare le fiabe letterarie o sono le fiabe ad aver influito sulle teorie psichiatriche emergenti? Il progetto MadLand indaga su questa affascinante intersezione.

L’emergere della psichiatria come scienza distinta nel corso del XIX secolo ha ampliato le conoscenze sulle malattie mentali, la maggior parte delle quali ha trovato spazio nella letteratura. Le fiabe, con le loro convenzioni di lunga data sulla trasformazione soprannaturale, la mostruosità e i comportamenti devianti, sono state un terreno fertile per l’esplorazione della patologia psicologica.

Rappresentazione dei disturbi psichiatrici nella letteratura del XIX secolo

Realizzato con il supporto del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA), il progetto MadLand ha definito il punto di incontro tra la psichiatria del XIX secolo e le fiabe letterarie, dimostrando un trasferimento transatlantico di conoscenze tra medicina e letteratura. Il progetto ha analizzato fonti americane, britanniche e francesi per scoprire come le prime forme di psichiatria abbiano plasmato la rappresentazione della follia nelle narrazioni fiabesche e, viceversa, come l’immaginario fiabesco abbia influito sul dibattito medico in tema di anormalità. «MadLand ha esaminato il modo in cui le fiabe rappresentano, incorporano e mettono in discussione le definizioni psichiatriche della malattia mentale», afferma Alessandro Cabiati, ricercatore MSCA. L’ispirazione per MadLand deriva da una fiaba del XIX secolo che racconta di un re oppressivo tormentato da un inspiegabile ritornello che solo lui poteva sentire. Nel testo c’era molta ambiguità sulla natura del ritornello, se si trattasse di un evento soprannaturale o di un sintomo di malattia mentale. Ulteriori ricerche hanno indicato che le rappresentazioni psicologiche della devianza erano temi comuni nelle fiabe letterarie dell’epoca, che spesso rispecchiavano le nuove classificazioni mediche delle malattie mentali. Le versioni ottocentesche di «Barbablù» hanno presentato protagoniste femminili affette da disturbi psicologici quali isteria, monomania e masochismo, condizioni spesso correlate a quel tempo alla devianza femminile. È interessante notare che questa devianza femminile veniva rappresentata come uno strumento di ribellione contro la tirannia maschile. Altre fiabe attribuivano proprietà magiche alla depressione mentale, rappresentandola come un incantesimo duraturo che solo una fata poteva spezzare.

Mostruosità e crimini da favola

Cabiati era anche interessato a indagare se e come i mostri cannibali, tra cui orche e streghe, fungessero nelle fiabe da punti di riferimento per i discorsi sull’anormalità e la devianza psicologiche nel XIX secolo. Le indagini hanno indicato che nella Gran Bretagna e nella Francia del XIX secolo l’immagine fiabesca dell’orchessa è diventata un punto di riferimento ricorrente per la descrizione di donne sospettate di aver commesso omicidi seriali di bambini. Salomé Guiz, la cosiddetta «orchessa di Sélestat» che uccise e mangiò sua figlia, fu dichiarata pazza da alcuni esperti in campo medico e assolta, pur non presentando segni di malattia mentale. Questo momento cruciale della psichiatria criminale e casi analoghi di immagini fiabesche nella patologia dell’omicidio femminile saranno trattati nella monografia di Cabiati «Ogresses of Crime Narratives» (Cambridge University Press), di prossima pubblicazione.

Ripercussioni contemporanee

L’interazione tra letteratura e psichiatria si estende oltre il XIX secolo, influendo sulla percezione moderna della malattia mentale. Personaggi letterari come Alice di Lewis Carroll hanno contribuito a sindromi cliniche come la sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie, un disturbo neurologico caratterizzato da una distorsione della percezione. Allo stesso modo, termini come complesso di Cenerentola e sindrome di Pinocchio, sebbene non riconosciuti ufficialmente come diagnosi mediche, illustrano come le narrazioni fiabesche continuino a dare forma alla nomenclatura psicologica. In generale, MadLand ha contestato le credenze convenzionali sulla malattia mentale e la letteratura, facendo luce sulle intersezioni storiche tra psichiatria e fiabe. Svelando come le narrazioni sulla devianza sono state costruite, messe in discussione e reimmaginate, il progetto ha offerto nuovi spunti di riflessione sulla storia culturale della malattia mentale, aprendo nuovi dibattiti nell’ambito della medicina umanistica, degli studi letterari e della storia della psichiatria.

Parole chiave

MadLand, malattia mentale, psichiatria, letteratura, XIX secolo, fiaba, devianza, mostruosità

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