Le aziende agricole del futuro: è tutta una questione di precisione
«Quando avrà inizio la lavorazione del terreno, seguiranno altre forme d’arte. Gli agricoltori sono quindi i fondatori della civiltà umana.» -- Daniel Webster, avvocato e statista americano
Non sorprende quindi che uno degli elementi fondamentali del Green Deal dell’UE e della sua strategia «Dal produttore al consumatore» sia l’attenzione allo sviluppo dell’industria agricola europea verso un sistema alimentare di alto valore. L’UE si propone di offrire ai propri cittadini e ai mercati delle esportazioni il migliore sistema agricolo in termini di qualità dei beni in vendita, benessere del bestiame e delle persone impiegate nella produzione alimentare, contribuendo ai più elevati standard ambientali e di sostenibilità possibili. È per questo motivo che punta ad arrivare al 25 % di terreni coltivati secondo i dettami della produzione biologica entro il 2030. Il raggiungimento di questo traguardo richiede lo sviluppo di nuove pratiche e tecnologie, nuove razze di bestiame più adeguate all’ambiente locale, una migliore prevenzione delle malattie per ridurre le perdite, strategie di diversificazione colturale, una migliore gestione del suolo e delle acque e il sostegno alle aziende agricole per la condivisione delle conoscenze e la partecipazione a opportunità di mercato. L’agricoltura di precisione offre molti di questi vantaggi. Si tratta di una pratica di gestione che permette di aumentare notevolmente l’efficienza dell’agricoltura attraverso l’uso di un approccio ricco di dati che include il monitoraggio in tempo reale di animali, colture e fattori geofisici, riconoscendone la variabilità e rispondendo a essa. Sostiene inoltre un più ampio uso dell’IA per favorire il processo decisionale delle aziende agricole e impiega sistemi automatizzati che possono eseguire le operazioni con maggiore precisione, tagliando i costi del lavoro e facendo un uso più efficiente di pesticidi e fertilizzanti. I sette progetti presentati in questo articolo speciale pongono sotto i riflettori la ricerca pratica che sta aiutando le aziende agricole a ottenere maggiori profitti, a ridurre gli sprechi e ad adottare pratiche più sostenibili. Tra essi figurano un sistema di gestione in stile SCADA per salvaguardare i noccioleti, coppie di cablebot e rover alimentati dall’IA che lavorano insieme per gestire le micro aziende agricole, un polo di condivisione delle conoscenze in Serbia, il rilevamento rapido delle malattie nei maiali e mucche dotate di sensori per mandrie più sane. La ricerca e l’innovazione sostenute dai finanziamenti dell’UE stanno aprendo nuove opportunità nei sistemi agricoli, permettendoci di sostenere il settore agricolo e i sistemi alimentari, nonché di competere in un mercato globale, senza mettere in pericolo la salute e il benessere di agricoltori e agricoltrici, del bestiame o dell’ambiente. Si dice che tutte le cose belle debbano finire e, purtroppo, la rivista Research*eu non fa eccezione. Negli ultimi dieci anni vi abbiamo fornito le ultime notizie sulle attività scientifiche e innovative finanziate dall’UE, trattando ogni argomento dai farmaci anti-invecchiamento ai cristalli di zeolite. Ora, dopo 108 numeri, è giunto il momento di calare il sipario. Il presente numero ricco di articoli comprende quattro pagine in più che ripercorrono i risultati raggiunti da Research*eu nel corso degli anni. Coloro che desiderano ancora sapere ciò che accade nelle prime linee della ricerca europea, non hanno motivo di temere poiché il sito CORDIS continuerà a presentare le migliori storie nell’ambito delle scienze dell’UE, in collaborazione con le agenzie di ricerca dei servizi e delle agenzie della Commissione europea, nonché i ricercatori e le ricercatrici che approderanno a nuove scoperte entusiasmanti in Europa e oltre. Per potere tenere traccia di tutte le nostre attività attuali e di quelle programmate per il futuro, vi invitiamo a visitare il nostro sito web. Saremo lieti di ricevere le vostre opinioni. Potete inviare domande o suggerimenti a: editorial@cordis.europa.eu.