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Genomic management Tools to Optimise Resilience and Efficiency

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Gestione genomica per una resilienza e un’efficienza maggiori del bestiame

Non tutte le vacche sono state create uguali. Analizzando il genoma e il fenotipo di ciascuna di loro, il progetto GenTORE promette di aumentare la sostenibilità economica, ambientale e sociale dei sistemi europei di produzione del bestiame.

L’allevamento degli animali, compreso lo smistamento dei riproduttori da quelli destinati al macello, si basa su una buona dose di intuizione e congetture. Ma cosa succederebbe se gli allevatori potessero prendere le loro decisioni sulla base di precise informazioni genetiche e non genetiche? In questa nuova realtà, il valore dei singoli animali e la loro idoneità alla riproduzione verrebbero determinati utilizzando appositi strumenti di gestione: esattamente ciò che il progetto GenTORE (Genomic management Tools to Optimise Resilience and Efficiency), finanziato dall’UE, si prefigge di realizzare. «Gli allevatori si fanno spesso molte domande sui loro animali e le risposte dipendono soprattutto dalle loro capacità innate (il loro genotipo) e dal loro stato attuale o fenotipo», spiega Nicolas Friggens, ricercatore presso INRAE e coordinatore del progetto GenTORE. Fino a poco tempo fa entrambi potevano essere solo approssimati, ma l’avvento della genomica e delle tecnologie di monitoraggio automatizzato in azienda potrebbe cambiare completamente la situazione. «Potrebbe fornire informazioni molto accurate per orientare le decisioni più importanti degli allevatori», afferma Friggens. GenTORE, che si basa direttamente su questi progressi, fornisce una serie di strumenti che migliorano la gestione del bestiame in ogni fase, consentendo la selezione multirazza per una resilienza e un’efficienza maggiori del bestiame, la caratterizzazione di diversi ambienti di allevamento, la fenotipizzazione su larga scala delle caratteristiche legate a resilienza ed efficienza tramite la tecnologia di cui dispone l’azienda e la gestione in loco delle decisioni riguardanti la riproduzione e l’abbattimento. Gli allevatori possono anche usare GenTORE per prevedere le conseguenze dei cambiamenti nella gestione e nelle scelte di allevamento sulla resilienza generale dell’azienda.

Gestione del bestiame al microscopio

Grazie a GenTORE, gli allevatori possono classificare le loro vacche in base al valore caseario. Grazie a queste informazioni, possono poi decidere quali delle loro vacche debbano essere allevate con seme da latte e quali debbano essere allevate con razze da carne, che aumenteranno il valore dei vitelli per la produzione di questo alimento. Ma la gamma di possibilità è più ampia: «Grazie a queste informazioni genomiche sulle loro vacche, gli allevatori saranno in grado di selezionare i tori che offrono la combinazione di geni più favorevole. GenTORE ha già sviluppato questi strumenti, che vengono utilizzati dalle aziende di allevamento e dagli allevatori», osserva Friggens. Per arrivare a questo livello di precisione, il consorzio GenTORE ha dovuto compilare una banca dati unica di oltre un milione di genotipi e combinare questi ultimi con i fenotipi legati a resilienza ed efficienza. È stata forse la parte più difficile del progetto: «In alcune situazioni, di solito nei sistemi estensivi di produzione bovina, i dati disponibili erano molto limitati, perciò abbiamo dovuto condurre apposite prove all’interno di GenTORE», spiega Friggens. Il ricercatore aggiunge: «Volevamo anche vedere se il monitoraggio a distanza degli animali era fattibile. Poiché non c’erano informazioni disponibili, abbiamo condotto i nostri studi utilizzando la tecnologia dei droni. Questi studi mostrano che tale tecnologia ha delle potenzialità, ma non è ancora pronta per essere impiegata in questo senso». Molti altri strumenti, però, lo sono: oltre allo strumento di classificazione, il gruppo responsabile di GenTORE è riuscito a elaborare una cartografia a livello europeo che combina informazioni geofisiche, meteorologiche e sul tipo di azienda e che fornisce informazioni fondamentali sul contesto produttivo locale. Il gruppo ha inoltre ideato metodi migliorati per la fenotipizzazione delle caratteristiche legate a resilienza ed efficienza usando le tecnologie disponibili in azienda che misurano le prestazioni degli animali (produzione di latte, peso corporeo, ecc.) e altri aspetti, come l’attività e la temperatura. Infine, sono stati concepiti nuovi metodi per migliorare la valutazione genomica degli animali incrociati. «Speriamo che il nostro lavoro permetta di creare nuove generazioni di vacche più adatte ai loro ambienti di produzione locali. Animali meglio adattati significano maggiore benessere, longevità più elevata ed efficienza sostenibile per i sistemi di produzione del bestiame.» Inoltre, gli strumenti di gestione in loco consentiranno agli allevatori di adattare le loro strategie di riproduzione allo scopo di produrre il giusto numero di animali per le loro esigenze. Ciò significa meno animali di sostituzione, il che è una buona notizia per l’impatto ambientale della produzione di bestiame. «Infine, i modelli di previsione a lungo termine elaborati nell’ambito di GenTORE permetteranno ai consulenti agricoli e agli allevatori di anticipare e adattarsi meglio alle ripercussioni dei cambiamenti climatici sulle loro regioni», conclude Friggens.

Parole chiave

GenTORE, informazioni genomiche, dati, fenotipo, gestione del bestiame, vacche

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