Da Asimov al mondo che ci circonda: benvenuti nella rivoluzione dei robot
«In definitiva, non è possibile distinguere tra un robot e il meglio degli esseri umani» – Isaac Asimov, «Io, robot»
Un altro tema ricorrente di questo genere è l’elevata quantità di questioni di carattere etico che sorgerebbero in seguito all’affermarsi di queste macchine antropomorfe: sarebbe giusto che a robot senzienti, in grado di provare sentimenti, fossero conferiti gli stessi diritti a livello sociale, economico e politico che spettano ai «veri» esseri umani? Come si evolverebbero i rapporti sociali tra esseri umani e robot? Cosa, nelle loro interazioni, sarebbe considerato accettabile e cosa un tabù? Avrebbe effettivamente luogo l’automazione su larga scala dei lavori precedentemente svolti dagli esseri umani, e quali sarebbero le conseguenze di ciò per la società? E, forse la domanda più importante di tutte: se fossimo in grado di produrre degli esseri equivalenti, nella vita reale, ai replicanti di «Bladerunner», ne risulterebbe una ridefinizione sostanziale di cosa significa, essenzialmente, essere umani? Per quanto sia affascinante riflettere su tali enigmi filosofici, la ricerca robotica non ha ancora raggiunto il punto in cui dovremo farci i conti. Tuttavia, come dimostrano i progetti trattati nel numero speciale di questo mese, si può sostenere che l’umanità abbia sicuramente mosso i primi passi in quella direzione e che i robot stiano iniziando lentamente, ma fermamente, a diffondersi nella nostra società. Ad oggi sono considerati la soluzione a numerose sfide che dobbiamo affrontare nel XXI secolo, dalla necessità di fornire assistenza a una popolazione di anziani in aumento, alla possibilità di accedere ad ambienti difficili in cui gli uomini non possono avventurarsi e persino alla possibilità di esimerci dallo svolgere i compiti più umili, quali lavare i pavimenti (tutti questi esempi sono trattati nello specifico nelle pagine che seguono). Giappone e Corea del Sud sono spesso i primi paesi a cui si pensa per quanto riguarda la competenza robotica. Tuttavia, anche l’UE sta conducendo ricerche avanzate in questo campo in maniera estremamente seria. In effetti, l’Europa è una delle regioni mondiali leader nella robotica industriale, con una quota pari a circa il 32 % della fornitura e dell’uso. La quota dell’Europa nel mercato mondiale della robotica di servizio si attesta attorno al 63 % grazie all’eccellenza del continente nella ricerca interdisciplinare sui «robot intelligenti». La ricerca sulla robotica è reperibile all’interno di molti programmi di lavoro di Orizzonte 2020, e poi c’è SPARC, il partenariato dedicato alla robotica in Europa, che si propone di mantenere ed estendere la leadership europea nella robotica in tutti i settori della società, della scienza e dell’economia. Con un finanziamento di 700 milioni di euro, dal 2014 al 2020, SPARC è il programma di innovazione robotica più grande al mondo fondato dai cittadini. Dal 20 al 22 marzo 2019, SPARC ospiterà il suo Forum europeo sulla robotica a cadenza annuale a Bucarest, in Romania, in cui verrà esposto il meglio della ricerca sulla robotica finanziata da Orizzonte 2020. Che possiate assistervi di persona o no, vi invitiamo a fare un assaggio di queste innovazioni nella nostra sezione dedicata ai contenuti speciali, nella quale speriamo che vi renderete conto che davvero la rivoluzione dei robot è appena iniziata… Saremo lieti di ricevere le vostre opinioni. Potete inviare domande o suggerimenti a: editorial@cordis.europa.eu