Per una pianificazione dell’adattamento del bacino fluviale di successo, basta aggiungere le parti interessate
La regione mediterranea deve far fronte all’aumentata scarsità d’acqua, e persino alla siccità, dovute ai cambiamenti di utilizzo del suolo, demografici e climatici. Se la regione vuole evitare le conseguenti perdite di carattere socioeconomico e ambientale, sono assolutamente necessarie pratiche di gestione delle risorse idriche efficaci e sostenibili. Il progetto BEWATER, recentemente completato e finanziato dall’UE, ha riconosciuto che misure di adattamento di successo richiedono sforzi che vanno al di là della sensibilizzazione del pubblico. Pertanto, BEWATER ha sviluppato piani che includono la responsabilità condivisa e la partecipazione attiva della comunità. Questo ha spostato l’attenzione da soluzioni tecnocratiche a quelle attivate dalle parti interessate, attingendo all’esperienza e alla conoscenza locali. Adattamento dal basso all’alto I ricercatori di BEWATER hanno lavorato con le parti interessate del progetto per la creazione di Piani di adattamento del bacino fluviale (RBAP) per i quattro luoghi di studio selezionati: Tordera (Spagna), Pedieos (Cipro), Rmel (Tunisia) e Vipava (Slovenia). In totale, il gruppo ha individuato e formulato 102 opzioni di gestione dell’acqua. Come afferma la coordinatrice del progetto, Anabel Sanchez, “le parti interessate hanno identificato sfide comuni, correlate alla quantità e alla qualità dell’acqua. Ma a causa di condizioni ambientali, socio-economiche e politiche diverse, le soluzioni sono state differenti. I bacini di Pedieos e Vipava hanno mostrato una preferenza per le campagne di sensibilizzazione e una maggiore conoscenza idrologica. Il bacino di Tordera ha preferito opzioni ecologiche basate sull’ecosistema e la prevenzione dello sfruttamento eccessivo delle risorse idriche, mentre il bacino di Rmel ha cercato di migliorare le infrastrutture e le nuove tecnologie o le attività di generazione di reddito.” Per coinvolgere i partecipanti, BEWATER ha adottato l’approccio della Ricerca integrata di parti interessate (STIR), studiato specificamente per l’adattamento del cambiamento climatico. Guidati dall’approccio STIR, i soggetti interessati per ciascun bacino fluviale sono stati identificati usando il metodo Criteri-Quota-Individui, che ha assicurato una sufficiente diversità di gruppo, in base alle rispettive aree di competenza (agricoltura, infrastruttura, acqua, ambiente, energia, gestione delle foreste), alle affiliazioni organizzative (business ed economia; governo e autorità pubbliche; società civile; professionisti) e al sesso. Il processo partecipativo ha incluso attività come la realizzazione di una mappa cognitiva fuzzy per i modelli di riferimento, che rappresenta la dinamica del bacino, e l’Analisi a più criteri, per dare priorità alle proposte e alle opzioni di implementazione. Gli strumenti di modellazione partecipativa e l’analisi a più criteri sono stati utilizzati per valutare gli impatti delle opzioni e le preferenze delle parti interessate. Come sottolinea la Sanchez, “queste metodologie sono state facili da adottare per le parti interessate dato che erano attive, con molte persone al lavoro, così abbiamo evitato con successo una comunicazione della scienza unidirezionale.” Garantire la sostenibilità Per garantire la conservazione e il trasferimento di conoscenze, BEWATER ha favorito riunioni ed eventi transnazionali regolari. I partner, insieme alle principali parti interessate da ciascun bacino, hanno condiviso le lezioni apprese, le conoscenze sulla gestione delle acque e sui problemi di gestione, nonché le sfide e il successo di attuazione globale del progetto. Inoltre, il team ha realizzato un manuale liberamente disponibile che fornisce linee guida con le considerazioni e le fasi necessarie alla progettazione di un piano di adattamento del bacino idrografico mediante un processo scientifico partecipativo. In termini di sostenibilità dei piani di adattamento di BEWATER, la Sanchez sottolinea che “è stato importante rendere il progetto importante per lo sviluppo politico locale e ancorare la pianificazione dell’adattamento entro i processi politici, favorendo la proprietà e la leadership tra i decision maker responsabili dell’attuazione”. Il team ha già partecipato in veste di parte interessata alla valutazione della Strategia di adattamento al cambiamento climatico dell’UE e offerto contenuti per la piattaforma Climate-Adapt. Il coinvolgimento di una vasta gamma di soggetti interessati provenienti da organizzazioni governative e non governative e da diversi settori (acqua, agricoltura, silvicoltura, ambiente, pianificazione urbana, istruzione ecc.) ha consentito la creazione di un ampio set di opzioni di adattamento, alcuni dei quali sono attualmente nella fase di pianificazione o implementazione. In effetti, guardando al futuro, la Sanchez suggerisce che, “I risultati e la guida dall’approccio partecipativo di BEWATER possono essere utili per lo sviluppo di politiche ambientali più ampie, come ad esempio la gestione delle risorse, che beneficiano del contributo del processo decisionale dei cittadini, creando infine territori più resilienti”.
Parole chiave
BEWATER, piani di adattamento, impegno della comunità, impegno delle parti interessate, cambiamenti climatici, bacini fluviali, gestione delle acque, processo decisionale partecipativo