Scoperta di un biomarcatore innovativo per la demenza
La demenza è un problema globale sempre più grave, che oggi colpisce 40 milioni di persone in tutto il mondo e questa cifra è destinata a raddoppiare ogni 20 anni. Solo in Europa, sono 8,8 milioni le persone affette da questa patologia. Nonostante la demenza provochi gravi ripercussioni a livello personale e sociale, è tuttora difficile diagnosticarla in fase iniziale, poiché la comparsa dei sintomi clinici in genere avviene anni dopo l’insorgenza dei cambiamenti patologici e vi è una notevole sovrapposizione dei sintomi clinici tra le diverse cause di demenza.
Approccio integrativo per l’individuazione di biomarcatori
Realizzato con il supporto del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, l’obiettivo del progetto MIRIADE è stato quello di accelerare la scoperta di nuovi biomarcatori per la demenza. «Abbiamo istituito un programma di ricerca e formazione unico nel suo genere per consentire approcci sanitari di precisione per la diagnosi precoce, monitoraggio della malattia e migliori esiti terapeutici», spiega la coordinatrice del progetto Charlotte Teunissen. Un risultato fondamentale del progetto MIRIADE è l’approccio integrativo all’analisi dei dati e all’individuazione di biomarcatori. Il consorzio ha consolidato i dati omici ricavati da campioni di liquido cerebrospinale e di sangue e ha trasmesso oltre 30 biomarcatori candidati per lo sviluppo. Ha combinato l’analisi dei megadati, le tecnologie di analisi all’avanguardia e la formazione di competenze imprenditoriali, facendo progredire sia la scoperta scientifica che l’applicazione clinica.
Convalida dei biomarcatori e sviluppo dei test
Sono stati compiuti notevoli progressi nello sviluppo di test per i biomarcatori e nella convalida clinica. Avvalendosi di tecnologie proteiche avanzate, MIRIADE è riuscito a sviluppare e convalidare clinicamente 16 biomarcatori. Tra quelli prioritari figuravano la dopamina decarbossilasi per la demenza, l’acquaporina-4 per la malattia di Alzheimer e i biomarcatori sinaptici SNAP-25 e VAMP-2 nel sangue per la demenza frontotemporale e la malattia di Alzheimer. Studi comparati tra i metodi di analisi hanno rivelato che la spettrometria di massa eccelle nello sviluppo di test per i biomarcatori multiplex, ma richiede più tempo e risorse rispetto ai test immunologici. Nel corso del progetto, lo sviluppo dei test immunologici ha comunque portato al miglioramento delle convalide cliniche. Inoltre, l’uso di strumenti di IA ha permesso ai ricercatori di prevedere l’utilità delle proteine cerebrali come efficaci biomarcatori di fluidi e le probabilità che queste finissero nelle vescicole extracellulari. Questi strumenti perfezioneranno la selezione dei biomarcatori e accelereranno lo sviluppo dei test.
Tradurre i risultati nella pratica clinica
Il trasferimento dei risultati di MIRIADE nella pratica clinica e nella diagnosi è ben avviato. Biomarcatori come la dopamina decarbossilasi sono già stati implementati nelle sperimentazioni cliniche iniziali, mentre i dosaggi della pTau plasmatica sono in fase di valutazione prospettica. Sono inoltre previsti studi di validazione retrospettivi e prospettici per perfezionare l’applicazione clinica di altri biomarcatori. È stato profuso un notevole impegno nell’avvio alla commercializzazione, mirato ai processi di approvazione normativa per i biomarcatori e allo sviluppo di piattaforme di analisi point-of-care. Per guidare il futuro sviluppo dei biomarcatori, il progetto ha realizzato inoltre una tabella di marcia completa in cui rientrano le migliori pratiche per integrare i megadati, lo sviluppo dei test e la convalida clinica, nonché gli approcci volti a promuovere la collaborazione tra le parti interessate per accelerare l’applicazione pratica dei biomarcatori.
Potenziare la prossima generazione di scienziati
L’istruzione e la formazione erano al centro della missione di MIRIADE. Il consorzio ha organizzato una formazione a livello di rete che ha trattato vari argomenti: dalla scienza dei biomarcatori e dalla bioinformatica, fino all’innovazione aziendale e alle prospettive dei pazienti. Inoltre, i ricercatori nella fase iniziale della carriera nel team del progetto hanno completato un numero notevole di corsi, acquisendo le competenze necessarie per far progredire la scienza dei biomarcatori e la loro applicazione clinica. In prospettiva, MIRIADE continuerà a lavorare sul perfezionamento della convalida dei biomarcatori, sull’aumento della produzione di test e sulla ricerca di finanziamenti per far progredire le sue scoperte. La forte rete di MIRIADE sta dando forma a un futuro in cui diagnosi tempestiva e trattamento efficace migliorino notevolmente gli esiti dei pazienti e riducano l’onere socio-economico della demenza in tutto il mondo.
Parole chiave
MIRIADE, biomarcatore, demenza, dopamina decarbossilasi, malattia di Alzheimer