Gli antichi manufatti in pietra e le loro infinite capacità narrative
Secoli dopo la loro produzione, i manufatti in pietra greco-romani rimangono una fonte notevole di informazioni sull’antichità. Con il sostegno del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, il progetto TECHNET ha gettato luce su un gruppo di vasi in marmo bianco e in pietra policroma, sia interi che in frammenti, risalenti a tre epoche distinte, ovvero greca (tra il 500 e il 400 a.C.) ellenistica (tra il 300 e il 200 a.C.) e romana (tra il 100 a.C. e il 100 d.C.). TECHNET ha raccolto, esaminato e registrato visivamente questi materiali per la prima volta, elaborando i dati acquisiti mediante la creazione di una banca dati digitale e una piattaforma di acquisizione delle immagini. I dati relativi a questi oggetti sono stati elaborati tramite metodi digitali per poi essere analizzati da una vasta gamma di prospettive comparative e discipline, dall’etno-antropologia alla storia, passando per la filologia.
L’arte lapidaria come prova della storia economica, sociale e culturale
I vasi in pietra del periodo greco-romano venivano prodotti grazie a importanti innovazioni tecnologiche, principalmente la lavorazione al tornio lapidaria e la perforazione tubolare. L’applicazione e l’adattamento di queste nuove tecnologie alle incisioni in pietra hanno determinato un aumento della plasticità e una più ampia varietà di forme dei vasi, nonché una maggiore precisione nell’esecuzione dei lavori. «Tali risultati suggeriscono in modo palese che il tornio fosse in grado di compiere un movimento rotativo completo, un risultato che potrebbe essere stato ottenuto impiegando l’acqua come principale alimentazione nel periodo romano», spiega Simona Perna, la coordinatrice del progetto. Lo scheumorfismo dei vasi, ovvero la riproduzione della stessa forma con materiali diversi, è coerente con l’interdipendenza tra mestieri e strumenti, nonché con le strategie di produzione condivise e le reti di conoscenza. Sembrerebbe infatti che artigiani specializzati in diverse attività si siano scambiati tecniche, strumenti e, verosimilmente, spazi di lavoro, per produrre manufatti con molteplici materiali. «Ciò conferma che la mobilità umana e l’interazione culturale nel passato hanno contribuito ulteriormente all’introduzione delle tecnologie», osserva Perna. I vasi furono una tipologia di cultura materiale pressoché esclusiva e profondamente semiotica per finalità speciali, come l’espressione dell’identità di genere, in particolare per le donne, e dello stato sociale, a causa delle proprietà magiche ed estetiche connesse ai loro preziosi materiali litici, nonché alla relativa forma e allo stile.
Ampliare lo spettro della ricerca sulle tecnologie antiche
TECHNET ha individuato una cronologia più sicura della produzione dei vasi, fornendo un repertorio completo contenente 28 diverse forme. Il progetto ha enormemente aumentato il numero totale di esempi noti, che ora conta circa 400 unità, ha prodotto prove di tipo grafico e visivo di manufatti sconosciuti, ha corretto i dati esistenti e ha aggiunto ulteriori informazioni sulla metrologia e sulle caratteristiche fisiche degli stessi, nonché sui loro contesti d’uso. Una volta completata la digitalizzazione, il sito web di TECHNET rappresenterà l’interfaccia ad accesso aperto libero della banca dati del progetto, che fungerà da archivio e catalogo di riferimento per istituzioni, studiosi, ricercatori e il pubblico in generale, sotto forma di voci di oggetti scaricabili. La ricerca ha evidenziato l’esistenza di più aree di primaria importanza sfruttabili ulteriormente come futuri percorsi di ricerca indipendente. «Il potenziale informativo dei manufatti in pietra in relazione alla tecnologia e ai mestieri antichi può esercitare un enorme impatto sociale, poiché crea un legame tra ricercatori, grande pubblico e comunità moderne di artigiani, che hanno così la possibilità di condividere le proprie conoscenze e competenze nell’ambito di esperienze culturali e cognitive relative alla lavorazione della pietra, tanto antica quanto contemporanea», sottolinea Perna. «Un’occasione del genere aiuterebbe i mestieri tradizionali, come la lavorazione della pietra, a sopravvivere nel mondo moderno e a perdurare, proiettando al contempo la propria significatività verso il futuro.»
Parole chiave
TECHNET, vasi in pietra, lavorazione della pietra, tecnologia antica, arte lapidaria, periodo greco-romano