Skip to main content
European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS
CORDIS Web 30th anniversary CORDIS Web 30th anniversary

Secured Collaboration Platform for Law Enforcement and First Responders

Article Category

Article available in the following languages:

Non servono più i walkie-talkie grazie alla comunicazione di emergenza intelligente

Una potente applicazione per smartphone fornisce comunicazioni sicure tra il servizio di emergenza e il personale di sicurezza, consentendo al personale sul posto di scaricare immagini, filmati e dati importanti di cui necessitano per valutare una situazione in rapida evoluzione.

Quando il personale di primo intervento arriva sul posto, di solito comunica con gli altri membri del team e con il centro di comando tramite radio walkie-talkie. Questi strumenti, tuttavia, hanno portata e funzionalità limitate. Il progetto CoP1stRespond, finanziato dall’UE, ha creato un sistema di comunicazione intelligente e altamente funzionale basato sui telefoni cellulari e le reti esistenti. Potrebbe sostituire i walkie-talkie e ampliare le modalità con le quali il personale in prima linea riceve e trasmette in modo sicuro le informazioni, in modo da includere immagini, cosa che i walkie-talkie solo vocali non possono fare. La piattaforma CoP1stRespond utilizza protocolli avanzati di crittografia e scambio per integrare fotocamere, GPS e dispositivi dell’Internet delle cose (IoT) accessibili in tempo reale su qualsiasi smartphone, Android o iPhone. «È un sistema BYOD (Bring-your-own-device, porta il tuo dispositivo). Ma è sicuro», afferma Dan Peleg, CEO e co-fondatore di GlobeKeeper Tech, l’azienda di Tel Aviv che ha sviluppato il sistema. «Persino mentre si stanno recando sul posto, le forze di pronto intervento possono ricevere video dal luogo dell’emergenza sui loro cellulari, in modo da sapere cosa aspettarsi», aggiunge Peleg. Il sistema imita la facilità di comunicazione vocale del walkie-talkie. «Supporta la modalità premi-per-parlare e anche una linea aperta. Si clicca sullo schermo dello smartphone e si parla. Quando si smette di parlare, la comunicazione si interrompe», spiega Peleg. «Se nessuno clicca sul pulsante di conversazione, nessuno può sentire la persona con l’app nel telefono. Questo riduce il rumore e la confusione nella rete». Chiunque può origliare le comunicazioni radio con il walkie-talkie, a differenza del sistema intelligente criptato. «La sfida è quella di avere la piattaforma più sicura pur lavorando in tempo reale. Si tratta comunque di un compromesso perché la crittografia richiede una maggiore larghezza di banda», osserva Peleg.

Ampliare le funzioni

All’inizio del progetto l’azienda disponeva di una versione di prodotto praticabile minima dell’app. «Ma con la ricerca e l’espansione siamo stati in grado di integrare più capacità, come fotocamere, radio e auricolari Bluetooth e altre capacità che sono presenti oggi», spiega Peleg. «Ci sono centinaia di migliaia di modelli di fotocamere e dobbiamo trovare quelle di uso più comune e i protocolli più comuni da integrare in essi. Per consentire ai droni e alle bodycam di trasmettere video in streaming nei telefoni cellulari ci sono molte barriere tecniche che dobbiamo abbattere», aggiunge. «Le reti 5G per telefoni cellulari amplieranno ulteriormente le capacità degli smartphone e permetteranno di far viaggiare più dati in modo più rapido e reattivo, consentendo di collegare più dispositivi come sensori e altri dispositivi intelligenti tutti insieme», osserva Peleg.

Test e marketing

Il sistema è stato testato in Europa con un cliente di un’agenzia di polizia intergovernativa come partner di progettazione. «In alcuni casi sono state coinvolte nella stessa operazione sei diverse agenzie e tutto doveva essere integrato entro una o due ore», spiega Peleg, facendo riferimento a diversi protocolli e procedure nazionali e di agenzia che dovevano essere integrati in un’unica piattaforma. «Con nessun altro software in circolazione sarebbe stato possibile farlo. È stato fondamentale risolvere questo punto». Il finanziamento del progetto ha anche permesso all’azienda di studiare le prospettive di mercato, dando vita a quasi una dozzina di nuovi partner in Europa e in Asia. Ora vuole espandere il suo mercato aggiungendo la geolocalizzazione al coperto. «Oggi la piattaforma si basa sulla geolocalizzazione tramite GPS e viene utilizzata per lo più all’esterno, ma all’interno di un edificio si vuole sapere esattamente in quale stanza o a quale piano ci si trova», osserva Peleg.

Parole chiave

CoP1stRespond, emergenza, comunicazioni, sicurezza, smartphone, crittografia, telefono cellulare, bodycam, fotocamera, 5G, droni, IoT, walkie-talkie

Scopri altri articoli nello stesso settore di applicazione