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Contenuto archiviato il 2023-04-17

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Secondo uno studio, un farmaco sperimentale dà speranza per combattere la pandemia da coronavirus

Un team di ricerca internazionale ha individuato un farmaco in grado di inibire gli effetti del virus SARS-CoV-2, responsabile della nuova malattia da coronavirus del 2019 (COVID-19).

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Mentre gli scienziati continuano a lavorare ininterrottamente per combattere la pandemia da coronavirus, un gruppo di ricercatori ha scoperto un farmaco che può inibire la fase iniziale della COVID-19 in tessuti umani di sintesi. Parzialmente sostenuto da due progetti finanziati dall’UE, REGMAMKID e EPIORGABOLISM, i ricercatori hanno pubblicato i loro risultati nella rivista «Cell». La ricerca fornisce nuovi dettagli riguardo gli aspetti centrali del coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-2), il virus che provoca la COVID-19, e le sue interazioni a livello cellulare, comprese quelle nei vasi sanguigni e nei reni. Ali Mirazimi, uno degli autori correlati allo studio, in un comunicato stampa dell’Istituto Karolinska, afferma: «Speriamo che i nostri risultati possano contribuire allo sviluppo di un trattamento farmacologico innovativo per poter aiutare i pazienti affetti da COVID-19». Gli scienziati «hanno utilizzato campioni di tessuto provenienti da un paziente affetto da COVID-19 per isolare e coltivare il SARS-CoV-2», aggiunge il comunicato stampa. «Nelle colture cellulari, sono stati in grado di dimostrare come nel SARS-CoV-2 la proteina spike si leghi a un recettore di superficie cellulare denominato enzima convertitore dell’angiotensina 2 (ACE2) per entrare nelle nostre cellule. È lo stesso meccanismo che il virus originale della SARS del 2003 ha usato per legarsi alle nostre cellule e che è stato descritto da diversi ricercatori in studi precedenti».

Crescita virale ridotta

Il team di ricerca ha utilizzato copie ingegnerizzate in miniatura di vasi sanguigni e di reni, denominati organoidi, sviluppati da cellule staminali umane tramite l’applicazione di tecniche di bioingegneria. Questi organoidi hanno contribuito ad analizzare in che modo il SARS-CoV-2 interagisce con le cellule umane e le infetta. Inoltre, i ricercatori hanno convalidato una terapia in grado di ridurre in modo considerevole la potenza virale della COVID-19; hanno aggiunto una variante modificata geneticamente di ACE2 (ACE2 solubile ricombinante umano denominato hrsACE2) per verificare se è possibile evitare che il virus infetti le cellule. I risultati dimostrano che hrsACE2 ha ridotto la crescita virale del SARS-CoV-2 secondo un fattore di 1 000-5 000 nelle colture cellulari. «Abbiamo dimostrato inoltre che il SARS-CoV-2 può infettare direttamente gli organoidi umani ingegnerizzati di vasi sanguigni e di reni, che possono essere inibiti da hrsACE2. Questi dati dimostrano che hrsACE2 può inibire sensibilmente la fase iniziale delle infezioni di SARS-CoV-2», come osservato nella rivista «Cell». Come riportato nel comunicato stampa dell’Istituto Karolinska, Mirazimi dichiara: «Crediamo che inserendo questa copia dell’enzima, hrsACE2, il virus venga indotto a legarsi alla copia anziché alle cellule effettive; hrsACE2 distrae il virus dall’infettare le cellule allo stesso livello e dovrebbe comportare una riduzione della crescita del virus nei polmoni e in altri organi». Lo studio era limitato a colture cellulari e organoidi di sintesi. Tuttavia lo stesso farmaco, denominato APN01 o hrsACE2, è già stato collaudato contro la lesione polmonare acuta (ALI, Acute Lung Injury), la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS, Acute Respiratory Distress Syndrome) e l’ipertensione arteriosa polmonare (PAH, Pulmonary Arterial Hypertension) in studi clinici di Fase I e II. Il farmaco candidato «è attualmente nello sviluppo della Fase II da parte di APEIRON Biologics per il trattamento di PAH e ALI/ARDS, che sono tra le cause principali di mortalità correlate alla COVID-19», come dichiarato in un comunicato stampa. Secondo lo stesso comunicato stampa, APN01 ha recentemente ricevuto le autorizzazioni normative per il trattamento di 200 pazienti affetti da COVID-19 in Danimarca, Germania e Austria. Il progetto REGMAMKID (How to regenerate the mammalian kidney), che ha sostenuto in parte lo studio sulla COVID-19, si concluderà a ottobre 2020. Il progetto EPIORGABOLISM (Diabetic nephropathy modelling in hESC-derived 3D kidney organoids), che ha anche finanziato lo stesso studio, si protrarrà fino ad agosto 2021. Per maggiori informazioni, consultare: progetto REGMAMKID progetto EPIORGABOLISM

Parole chiave

REGMAMKID, EPIORGABOLISM, coronavirus, SARS-CoV-2, COVID-19

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