Scienziati scoprono spunti importanti per prevenire le pandemie
La zoonosi – la naturale trasmissione di malattie virali dagli animali agli esseri umani – rappresenta una minaccia globale costante per la nostra salute. Gli scienziati stanno lavorando per capire meglio in che modo emergono nuovi patogeni umani, al fine di mettere in atto strategie che prevengono in modo efficace la diffusione dei focolai epidemici, come la tragica epidemia di Ebola del 2014 nell’Africa occidentale e l’attuale focolaio di virus Zika nel Sud America. Il progetto PREDEMICS, finanziato dall’UE, è stato in prima linea in questa impresa. Lanciato a novembre 2011, questo progetto quinquennale ha studiato modi di rilevare una serie di patogeni infettivi – come la rabbia, il virus dell’influenza umana e l’Ebola – velocemente e simultaneamente. Questo è stato fatto mediante una diligente ricerca per identificare i principali meccanismi virali che permettono al virus di eludere l’immunità dell’ospite. Il successo di questo lavoro contribuirà alla progettazione di efficaci strategie di prevenzione, controllo e cura delle malattie e in modo da essere pronti e da reagire immediatamente alle pandemie. Sono stati fatti progressi significativi per esempio per capire meglio i virus dell’influenza, che possono causare epidemie stagionali e pandemie occasionali. Il virus dell’influenza si diffonde nelle persone seguendo percorsi diversi, attraverso l’aria in goccioline e aerosol e mediante contatto diretto. Il contributo però di queste diverse vie di trasmissione nei focolai d’influenza umana è difficile da quantificare e fino a questo momento non è conosciuto a fondo. Per risolvere il problema, il team del progetto ha studiato le vie di trasmissione in animali cui erano stati inoculati miscele di virus sensibili e resistenti ai farmaci antivirali. Tenendo i furetti in condizioni diverse, il team di PREDEMICS ha potuto simulare varie vie di trasmissione, per via aerea e per contatto diretto. Sono stati scelti i furetti perché hanno una distribuzione dei recettori di acido sialico (AC), che permettono ai virus di entrare in cellule mirate, simile agli esseri umani. I furetti inoltre mostrano segni clinici dopo l’infezione che ricordano i sintomi dell’influenza negli esseri umani. Gli scienziati hanno scoperto che, per gli animali con un’infezione mista di virus resistenti e sensibili al farmaco antivirale oseltamivir, la resistenza si propagava mediante la trasmissione per contatto ma non per via aerea. Questo implica che gli eventi di trasmissione con meno limiti possono propagare varianti minoritarie e potrebbero essere una via importante per l’evoluzione dell’influenza. I partner del progetto hanno scoperto anche che ceppi virali di pazienti con una grave infezione da H1N1 (originariamente conosciuta come influenza suina) mostravano una maggiore eterogeneità genetica rispetto ai pazienti con forme più lievi della malattia. Questo sottolinea l’importanza della variazione genetica nell’adattamento del virus. Anche gli studi sulle colonie di pipistrelli e sulle popolazioni di volpe rossa infettati hanno fornito nuove informazioni. Per esempio, la prevalenza di lyssavirus (che includono la rabbia) dipendeva dalle dimensioni della colonia di pipistrelli e dal numero delle specie. Queste scoperte contribuiranno a metodi migliori di controllo dell’infezione nella fauna selvatica. Due importanti studi sul virus Zika, un’altra malattia trasmessa dalle zanzare, finanziato nell’ambito del consorzio PREDEMICS, sono stati pubblicati di recente su “The Lancet”. Tutti i dati accumulati per mezzo del progetto PREDEMICS sono attualmente raccolti e compilati su una piattaforma di condivisione dei dati liberamente accessibile, che permetterà ulteriori analisi dopo la conclusione del progetto, alla fine di ottobre 2016. Inoltre sono state svolte attività di formazione in importanti università europee e scambi di punti di vista e dati con organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali, al fine di rafforzare la posizione dell’Europa in questa sfida globale. Per ulteriori informazioni, visitare: Sito web del progetto PREDEMICS
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Francia