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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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Eurodeputati chiedono ulteriori fondi per le tecnologie a basse emissioni di carbonio

In una risoluzione adottata l'11 marzo i membri del Parlamento europeo (MEP) hanno affermato che l'Unione europea dovrebbe investire ogni anno un minimo di 2 miliardi di euro nel settore delle tecnologie a basse emissioni di carbonio. Saranno inoltre necessari fondi aggiuntivi...

In una risoluzione adottata l'11 marzo i membri del Parlamento europeo (MEP) hanno affermato che l'Unione europea dovrebbe investire ogni anno un minimo di 2 miliardi di euro nel settore delle tecnologie a basse emissioni di carbonio. Saranno inoltre necessari fondi aggiuntivi provenienti da fonti pubbliche e private, se l'UE intende raggiungere i suoi obiettivi relativi ai cambiamenti climatici per il 2020, hanno aggiunto gli eurodeputati. La risoluzione sugli investimenti nello sviluppo di tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio (Piano SET) [Strategic Energy Technology Plan] è stata adottata durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, in Francia, con 444 voti a favore, 88 contrari e 32 astensioni. La Commissione europea ha pubblicato la comunicazione relativa agli investimenti nello sviluppo di tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio nel novembre 2009. Il potenziamento dei fondi destinati a queste tecnologie non dovrebbe soltanto aiutare l'UE a raggiungere gli obiettivi relativi ai cambiamenti climatici, ma anche rinvigorire il mercato del lavoro, generare reddito, migliorare la competitività e rendere l'approvvigionamento energetico dell'UE più sicuro. Nella loro risoluzione gli eurodeputati hanno ribadito la loro richiesta di destinare almeno 2 miliardi di euro del bilancio annuale dell'UE alle tecnologie a basse emissioni di carbonio, oltre ai finanziamenti esistenti del Settimo programma quadro (7° PQ) e del Programma quadro per l'innovazione e la competitività (CIP). I parlamentari hanno chiesto "l'istituzione urgente da parte della Commissione e degli Stati membri di un calendario di finanziamento contenente le risorse che essi si impegnano a garantire affinché i fondi inizino ad essere erogati dall'inizio del 2010". Altri fondi potrebbero derivare dai 300 milioni di euro di quote previste per la New Entrants Reserve del Sistema di scambio delle quote di emissioni (EU ETS) per supportare la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) e le fonti energetiche rinnovabili. Il Parlamento europeo chiede anche alla Banca europea per gli investimenti (BEI) di aumentare i suoi prestiti a progetti energetici, e la invita a dare la priorità ai progetti che aumenteranno la redditività delle tecnologie a basse emissioni, come ad esempio lo sviluppo di reti intelligenti e mini impianti idroelettrici. I deputati fanno notare che le piccole e medie imprese (PMI) sono alla base dello sviluppo di molte tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio. Tenendo questo presente, chiedono che una "quota significativa" di finanziamenti comunitari nell'ambito del Piano SET sia messa a disposizione delle PMI, e insistono sul fatto che questi meccanismi di finanziamento siano "progettati in modo favorevole per le PMI". Cosa importante, i deputati europei chiedono alla Commissione, in cooperazione con la BEI, "di presentare senza indugio e entro il 2011 al più tardi, una proposta esaustiva per uno strumento di finanziamento dello sviluppo di progetti di energie rinnovabili ed efficienza energetica, nonché di reti intelligenti". I parlamentari stanno anche rivolgendo la loro attenzione alla base di ricerca. "La capacità della base di ricerca dell'Unione europea deve essere allargata", dichiarano. "È fondamentale un'ulteriore istruzione e formazione per fornire la quantità e la qualità di risorse umane necessarie per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie". Inoltre, la risoluzione sottolinea l'importanza di promuovere la cooperazione internazionale - in particolare con i paesi emergenti e i paesi in via di sviluppo - nello sviluppo e nella diffusione di tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio. Altrove, la Commissione europea ha pubblicato un rapporto che rivela che l'UE è sulla buona strada per superare l'obiettivo di produrre il 20% di tutti i consumi energetici da fonti rinnovabili, come indicato nella direttiva sulle energie rinnovabili. Secondo il rapporto, 12 dei 27 Stati membri raggiungeranno i loro obiettivi nazionali, mentre 10 potrebbero addirittura superarli. Si prevede che solo cinque paesi non raggiungeranno i loro obiettivi nazionali utilizzando soltanto fonti di energia rinnovabile. Il commissario europeo per l'Energia Günther Oettinger ha accolto con favore la relazione, dicendo: "Questo è un segnale molto positivo per l'ambiente, in quanto ci aiuterà a ridurre le emissioni di CO2 e, al tempo stesso, a migliorare la nostra sicurezza energetica". È anche un messaggio molto positivo per la nostra economia e per le nostre aziende. Si tratta di un incentivo per investire nelle tecnologie verdi e nella produzione di energia rinnovabile.

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