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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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I batteri dello stomaco forniscono indizi sulle migrazioni avvenute nell'area del Pacifico

Grazie a un finanziamento dell'Unione europea, un gruppo di ricercatori è riuscito ad analizzare la sequenza genetica dei batteri trovati negli stomaci della popolazione autoctona dell'area del Pacifico, per scoprire come e quando l'uomo si è insediato in questa immensa e eter...

Grazie a un finanziamento dell'Unione europea, un gruppo di ricercatori è riuscito ad analizzare la sequenza genetica dei batteri trovati negli stomaci della popolazione autoctona dell'area del Pacifico, per scoprire come e quando l'uomo si è insediato in questa immensa e eterogenea regione. I risultati, pubblicati nella rivista Science, confermano quanto scoperto dagli studi precedentemente svolti nell'ambito dell'archeologia, della linguistica e della genetica umana. Lo studio ha ricevuto il sostegno dell'Unione europea attraverso il progetto PathoGenoMics ("Trans-European cooperation and coordination of genome sequencing and functional genomics of human-pathogenic microorganisms")dell'ERA-NET, finanziato in base alla linea di bilancio "Coordinazione delle attività di ricerca" del Sesto programma quadro (6°PQ). Quando i nostri progenitori, circa 60.000 anni fa, lasciarono l'Africa si accodò a loro, nascosto nei loro stomaci, un clandestino: l'Helicobacter pylori. Attualmente, l'infezione da batteri dei ceppi H. pylori colpisce metà della popolazione mondiale, ed è stata collegata all'insorgenza di ulcere gastriche e un aumentato rischio di sviluppare tumori. Questo ultimo studio si basa su un lavoro precedente, nel quale veniva dimostrato che nei vari continenti sono presenti diversi ceppi del batterio. Diffondendosi sul pianeta, la popolazione si divise e si differenziò da un punto di vista genetico e lo stesso accadde ai batteri H. pylori trasportati dagli individui. La prova di questo è tutt'oggi visibile: in Europa, per esempio, il ceppo responsabile delle infezioni è denominato "hpEurope", mentre in Asia la popolazione è colpita dai ceppi "hpAsia2" e "hpEastAsia". "Circa 10 anni fa abbiamo scoperto che (il ceppo) dei batteri presente in Europa era diverso da quello presente in Cina," ha commentato Mark Achtman dell'Istituto Max Planck di biologia per le infezioni, con sede in Germania. "Nel 2003 siamo stati in grado di dimostrare che un ceppo del batterio arrivò in America Settentrionale con gli schiavi". In questo studio, gli scienziati hanno analizzato 200 campioni di H. pylori prelevati dai popoli autoctoni dell'area del Pacifico, tra i quali gli aborigeni di Taiwan e Australia, gli indigeni degli altopiani della Nuova Guinea, nonché le popolazioni melanesiane e polinesiane della Nuova Caledonia. Alcuni dei campioni sono stati messi a disposizione da medici e strutture ospedaliere, mentre in alcune aree i medici hanno invitato i rappresentanti della comunità indigena a partecipare allo studio. I risultati evidenziano la presenza di due ceppi di batteri che sembrano essersi evoluti separatamente migliaia di anni fa. Gli abitanti della Nuova Guinea e dell'Australia sono risultati positivi all'infezione di un ceppo denominato "hpSahul", distaccatosi dalle popolazioni asiatiche tra 31.000 e 37.000 anni fa. All'epoca, considerati i bassi livelli del mare, Australia, Nuova Guinea e Tasmania formavano un'unica massa terrestre; il blocco, che prendeva il nome Sahul, era separato dall'attuale arcipelago indonesiano soltanto da pochi canyon sottomarini. Il secondo ceppo identificato nei campioni è il ceppo denominato "hpsMaori", che è collegato al ceppo "hpEastAsia" e sembra aver lasciato Taiwan circa 5.000 anni fa per poi diffondersi alle Filippine, alla Polinesia e alla Nuova Zelanda. "I nostri risultati evidenziano due ondate migratorie distinte avvenute nell'area del Pacifico," hanno scritto gli scienziati. "La prima ondata migratoria verso la Nuova Guinea e l'Australia ha portato con sé il ceppo "hpSaul", mentre la seconda, decisamente più tarda, ha visto la diffusione del ceppo "hpsMaori" da Taiwan in tutta l'area del Pacifico attraverso la popolazione Lapita di lingua malayo-polinesiana. " I ricercatori hanno osservato con sorpresa che nessuno dei campioni esaminati presentava entrambi i ceppi di batteri appena scoperti. Questo potrebbe essere imputabile alle scarse relazioni reciproche tra le prime popolazioni, oppure, alla maggiore forza di un ceppo rispetto all'altro, e alla conseguente sopravvivenza di un solo ceppo quando i due entravano in contatto. "È altresì possibile che i ceppi "hpSaul2 e "hspMaori" coesistano ancora in alcune isole dell'Asia orientale, in Melanesia e nell'area costiera della Nuova Guinea, che non sono state incluse nello studio; la loro identificazione potrebbe essere utile per svelare i dettagli della storia dell'uomo in queste regioni," hanno evidenziato i ricercatori. È interessante notare che nella stessa edizione della rivista Science, è contenuta un'analisi dettagliata (svolta da alcuni scienziati neozelandesi) relativa alla famiglia linguistica austronesiana che restituisce un quadro analogo a quello dell'analisi genetica del batterio H. pylori. In un articolo di commento che accompagnava l'articolo, Colin Renfrew dell'università di Cambridge (Gran Bretagna) ha scritto: "La convergenza dei due approcci dimostra che potrebbe presto essere possibile una sintesi delle interpretazioni linguistiche e genetiche della storia dell'umanità a livello mondiale."

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