Commissione definisce progetti per affrontare i cambiamenti climatici
La Commissione europea ha adottato un ambizioso pacchetto di proposte inteso ad aiutare l'Unione europea a mantenere gli impegni assunti in materia di cambiamenti climatici e ad affrontare le questioni relative alla sicurezza energetica. I documenti illustrano in termini concreti il modo in cui l'Unione europea raggiungerà i suoi obiettivi «20-20-20 entro il 2020», concordati dai leader dell'UE lo scorso anno. Tali obiettivi prevedono la riduzione delle emissioni di gas serra del 20%, rispetto ai livelli del 1990, l'incremento dell'efficienza energetica del 20%, e la garanzia del 20% di energia rinnovabile sul consumo energetico complessivo, e tutto questo entro il 2020. Il pacchetto contiene un sistema aggiornato di scambio delle quote di emissione; obiettivi nazionali specifici e vincolanti intesi alla riduzione delle emissioni di gas serra in ogni Stato membro; un nuovo approccio al fine di adattare gli obiettivi in materia di energia rinnovabile, sempre seguendo un'impostazione paese per paese; un piano inteso a promuovere le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio; nuove norme in materia di aiuti di Stato per le misure di protezione ambientale. «La lotta ai cambiamenti climatici è la grande sfida politica che la nostra generazione deve affrontare», ha dichiarato il Presidente della Commissione José Manuel Barroso. «La nostra missione, o meglio il nostro dovere, è definire un quadro politico che consenta di trasformare l'economia europea in un'economia più attenta all'ambiente e continuare a guidare l'azione internazionale volta a proteggere il nostro pianeta.» La Commissione sottolinea con forza le opportunità commerciali offerte dal cambiamento in un'economia a basse emissioni di carbonio. «Il pacchetto di proposte, basato sull'avveniristico sistema comunitario di scambio delle quote di emissione, dimostra ai nostri partner internazionali che un intervento deciso contro i cambiamenti climatici è compatibile con il mantenimento della crescita economica e della prosperità», ha dichiarato il commissario per l'Ambiente Stavros Dimas. «Grazie ad esso l'Europa parte avvantaggiata nella corsa verso un'economia globale a basse emissioni di carbonio, che porterà un'ondata di innovazione e favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro nel campo delle tecnologie pulite.» Tra le proposte figura un piano per rafforzare il mercato unico del carbonio a livello comunitario, che si estenderà a un numero di gas serra e riguarderà tutti i grandi impianti industriali responsabili delle emissioni. Secondo la Commissione, le entrate provenienti dal sistema comunitario di scambio delle quote di emissione, che potrebbero essere di circa 50 Mrd EUR all'anno fino al 2020, potrebbero essere reinvestite nel settore energetico al fine di sostenere ricerca e innovazione in campi quali le energie rinnovabili e la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Le risorse potrebbero anche essere impiegate per aiutare i paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Come previsto, la direttiva sulle energie rinnovabili proposta, che verrà applicata in tutti gli Stati membri, comprende l'obiettivo di una quota minima del 10% di biocarburanti nel settore dei trasporti entro il 2020. A seguito di alcune critiche provenienti da più parti riguardo alla sostenibilità dei biocarburanti, la Commissione ha stabilito severi criteri ambientali al fine di garantire che i biocarburanti raggiungano un livello minimo di risparmio di gas serra e che non siano in conflitto con altre politiche ambientali. Un altro documento contenuto nel pacchetto riguarda le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), in cui il CO2 viene rimosso dai gas di scarico industriali e trasportato in adeguate formazioni geologiche, dove viene immagazzinato. La fase di stoccaggio è già relativamente ben sviluppata; progetti di ricerca europei hanno migliorato la nostra conoscenza sul modo in cui si comporta il CO2 una volta inserito nelle formazioni geologiche, e il CO2 è già stato stoccato in alcuni siti come per il progetto Sleipner nel Mare del Nord. Gli studi effettuati in questo sito hanno confermato che il CO2 è conservato nel bacino in tutta sicurezza. Il CO2 stoccato del progetto Sleipner viene eliminato dal gas naturale prima che venga bruciato. Tuttavia, realizzare un sistema su vasta scala destinato all'eliminazione di CO2 dai gas di scarico di una centrale energetica resta una sfida importante. La piattaforma tecnologica europea per le centrali elettriche a combustibili fossili a zero emissioni ha individuato 15 progetti dimostrativi su scala naturale che potrebbero essere avviati nel giusto quadro economico. Un paese leader nel campo della CCS è la Norvegia. Quest'ultima prevede di realizzare un progetto di CCS su scala naturale a Mongstadt (Norvegia occidentale), che dovrebbe essere operativo entro il 2014. Nonostante non faccia parte dell'Unione europea, la Norvegia partecipa a numerose iniziative paneuropee sulla CCS e guarda con favore all'utilizzo delle tecnologie nell'Unione europea. Ovviamente, l'attuazione di tutte queste politiche comporterà un certo dispendio di denaro. Tuttavia, il commissario Barroso ha rimarcato che agire costerebbe meno che non agire. La Commissione stima che il pacchetto costerà «meno dello 0,5% del PIL entro il 2020», pari a «circa un contributo di 3 EUR a settimana da parte di tutti». Al contrario, non intervenire costerebbe più di 10 volte tanto. La Presidenza slovena dell'Unione europea ha accolto con favore le proposte della Commissione, impegnandosi ad avviare subito un dibattito sul tema a tutti i livelli. «Ci aspettiamo un approccio costruttivo nonché il sostegno da parte degli Stati membri e del Parlamento europeo che conduca all'adozione finale del pacchetto non più tardi della primavera del 2009», si legge in una dichiarazione della Presidenza. Al contempo, gli eurodeputati hanno accolto con largo consenso le proposte, e Marianne Thyssen del Partito popolare europeo e Democratici europei ha parlato di «una giornata storica». «Questa Commissione sarà ricordata come quella che ha presentato un piano generale per l'energia», ha dichiarato. Anche i liberali si sono dimostrati a favore delle proposte, affermando tuttavia che è necessario fare molto di più per affrontare i cambiamenti climatici. I socialisti restano scettici sugli obiettivi per i biocarburanti, e l'europarlamentare Hannes Swoboda ha commentato «dobbiamo disporre di una migliore tecnologia per i biocarburanti». Nonostante il suo parere positivo, Claude Turmes dei Verdi ha espresso il timore che la normativa possa essere minacciata da lotte interne tra gli Stati membri sui loro obiettivi per l'energia rinnovabile. L'industria dell'energia rinnovabile ha salutato la proposta come «un importante strumento per lo sviluppo del mercato sostenibile nel settore dell'energia rinnovabile». «La direttiva, attesa da lungo tempo, contiene gli elementi necessari che potrebbero contribuire al raggiungimento degli obiettivi del 20%», ha commentato Arthouros Zervos, Presidente del Consiglio europeo sulle energie rinnovabili. «Ora ci aspettiamo che gli Stati membri e il Parlamento migliorino ulteriormente il documento legislativo e si accordino sulla direttiva quest'anno perché il tempo sta volando.» I gruppi ecologisti sono stati meno entusiasti riguardo alle proposte, che ritengono non siano abbastanza lungimiranti. Il WWF e Greenpeace dichiarano che avrebbero voluto assistere ad un impegno di riduzione delle emissioni del 30% entro il 2020. Lamentano inoltre che i criteri ambientali per i biocarburanti non siano sufficientemente rigorosi.