Il Parlamento europeo dibatte il 7PQ
Nel corso della seduta plenaria che si è tenuta a Strasburgo il 13 giugno il Parlamento europeo ha espresso un ampio sostegno alla proposta dell'UE relativa al Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo (7PQ). Intervenendo all'inizio del dibattito, il commissario per la Scienza e la ricerca, Janez Potocnik, ha dichiarato che la Commissione può accettare facilmente i due terzi degli emendamenti proposti dal Parlamento. Per quanto riguarda l'ultimo terzo, ha affermato che molti di loro erano troppo dettagliati o non rientravano nell'ambito del fascicolo attinente alla ricerca e alla tecnologia. Riguardo al Consiglio europeo della ricerca, Potocnik ha dichiarato che procedere a una revisione nel 2008, dopo appena un anno di funzionamento, non avrebbe molto senso. Egli ha suggerito di effettuare una revisione in modo tale da stabilire la futura struttura del CER prima del 2010. Come previsto, il tema della ricerca sulle cellule staminali è stato al centro di un acceso dibattito. Il commissario Potocnik ha dichiarato che, se da un lato nutriva un "profondo rispetto" per ogni opinione personale, dall'altro le idee della Commissione corrispondevano a quelle espresse dalla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (ITRE) del Parlamento. A fine maggio la commissione ITRE aveva reso noto che mentre gli embrioni non devono essere prodotti solo ai fini della ricerca sulle cellule staminali, i fondi di cui dispone il 7PQ potrebbero essere destinati a tale ricerca nei paesi in cui l'ordinamento giuridico lo permette e in un contesto in cui le licenze vengono concesse in condizioni rigorose. L'eurodeputato polacco Jerzy Buzek, relatore per la proposta del 7PQ, ha dichiarato di aver cercato di raggiungere un compromesso che avrebbe ottenuto l'appoggio della maggioranza. Resta tuttavia un gruppo cospicuo di parlamentari che si oppone fermamente alla ricerca sulle cellule staminali. Il dibattito era incentrato anche sulla ricerca nel settore dell'energia. Diversi gruppi hanno rilevato che le risorse di energia sostenibile meriterebbero maggiori finanziamenti. All'inizio della settimana i responsabili dell'Agenzia europea dei centri per le energie rinnovabili (EUREC) hanno scritto agli eurodeputati per chiedere loro di sostenere alcuni emendamenti proposti al testo del 7PQ, secondo i quali i due terzi del bilancio destinato alla ricerca nel settore dell'energia non nucleare sarebbero attribuiti all'energia rinnovabile e al rendimento energetico. Uno degli emendamenti citati da EUREC è stato presentato da Philippe Busquin, ex commissario europeo per la Ricerca. L'EUREC ha inoltre espresso preoccupazione per il fatto che, a differenza del 6PQ, il 7PQ comprende una linea di bilancio per la ricerca sul "carbone pulito". La ricerca in questo campo usufruisce già di ciò che resta del Fondo di ricerca per il carbone e l'acciaio, istituito dal trattato della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) che non è più in vigore. L'EUREC sostiene che la ricerca sul carbone dovrebbe essere finanziata per mezzo degli interessi (di un valore di 16 milioni di euro) percepiti su 1,6 miliardi di euro di attivi lasciati dalla CECA. Il 7PQ dovrebbe invece concentrare i suoi sforzi sulla ricerca che contribuirà a un settore dell'energia europeo sicuro e sostenibile. I rappresentanti dei gruppi politici del Parlamento hanno delineato le opinioni principali sul programma quadro. Il Gruppo PPE-DE (partito popolare europeo e dei democratici cristiani) ha insistito sull'importanza della prevenzione delle malattie e del miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, mentre il partito dei socialisti europei ha sottolineato l'importanza del CER e deplorato la riduzione del bilancio destinato a ravvicinare la scienza alla società, decisa dal Consiglio. L'Alleanza dei democratici e liberali per l'Europa (ALDE) ha evidenziato l'importanza del ravvicinamento della scienza alla società e della formazione del pubblico all'analisi e alla gestione dei rischi. I rappresentanti del partito hanno aggiunto che se l'Europa vuole essere competitiva a livello mondiale, è fondamentale instaurare legami scientifici con l'industria e le piccole e medie imprese (PMI). Il partito dei Verdi ha dichiarato che alla ricerca industriale è stata assegnata una priorità troppo importante e ha sottolineato l'importanza della ricerca sulle energie rinnovabili che a suo parere non ha ricevuto un sostegno adeguato. I rappresentanti di tutti i partiti erano concordi nel dire che i tagli al bilancio destinato al programma di ricerca erano più alti del dovuto. La Commissione aveva inizialmente proposto un bilancio di circa 72 miliardi di euro, ma l'importo è stato ridotto a 54,5 miliardi di euro in seguito alla modifica del bilancio comunitario globale. Intervenendo alla fine del dibattito, Jerzy Buzek ha definito la riduzione del bilancio come un'"opportunità persa". Gli eurodeputati voteranno la proposta giovedì 15 giugno.