Le politiche di genere nei cori collegiali dell’Università di Oxford
I cori di Oxford sono a lungo stati acclamati per le loro esibizioni di calibro mondiale, ma fino a poco tempo fa erano completamente formati da ragazzi e uomini. Ancora oggi, l’esclusione basata sul genere di donne e ragazze nelle tre fondazioni corali, è un importante argomento di dibattito politico. Le giovani donne a Oxford hanno attualmente l’opportunità di cantare in tre spettacoli per settimana (con un solo coro), mentre per gli uomini questi possono essere fino a sette. La dott.ssa Sigrun Lilja Einarsdottir dell’Università di Oxford ha studiato il fenomeno nell’ambito del progetto OXFORDCHOIRS, finanziato dall’UE. L’obiettivo era di osservare le prospettive culturali e politiche della tradizione corale collegiale storica di Oxford, con particolare attenzione all’introduzione recente di cantanti femminili ad alcuni dei cori. Il progetto ha anche tentato di affrontare la questione dell’elitarismo in termini di accesso all’istruzione musicale di qualità. “Il fatto che il contesto socioeconomico dei genitori sia un fattore determinante affinché uno studente possa o meno frequentare una scuola privata per ottenere un’adeguata istruzione musicale, sembra scontato,” ha detto la dott.ssa Einarsdottir. “Inoltre, il fatto che se sei un ragazzo, le tue possibilità di ottenere una formazione corale/musicale avanzata come corista aumentano notevolmente rispetto a quelle delle ragazze, suona strano.” Perché le donne sono state escluse Il progetto ha mostrato che ci sono tre ragioni principali per cui le donne non sono ancora state accettate completamente nell’ambito corale di Oxford. In primo luogo, l’aspetto estetico e conservatore – i cori maschili sono considerati un fenomeno culturale. I sostenitori della tradizione avanzano che le voci delle ragazze hanno un suono diverso rispetto a quelle dei ragazzi, tuttavia alcuni studiosi sostengono che il suono singolare dei cori di ragazzi è il risultato di esercizi intensivi, e che se ragazzi e ragazze ricevessero la stessa istruzione musicale, tali differenze potrebbero sparire. Un secondo motivo avanzato da coristi e direttori musicali è che i ragazzi non participerebbero più ai cori se venissero ammesse anche la ragazze. Ricerche precedenti rivelano che i ragazzi spesso temono di “cantare come una ragazza” o “sembrare gay”, e questo li scoraggia a partecipare ai cori. Un terzo aspetto è quello degli alti maschili rispetto a quelli femminili. Persino nel 2017, il contralto femminile adulto è una rarità nei cori delle cattedrali inglesi. Nelle tre fondazioni corali di Oxford, le donne sono tuttora non ammesse. Ciò pone le donne coriste in una posizione di svantaggio, poiché questi tre cori sono tra i più prestigiosi nel Regno Unito e hanno una reputazione mondiale di prestigio ed eccellenza in termini di musicalità. Inoltre, in alcuni dei cori misti, determinate borse di studio corali sono disponibili per i controtenori e quindi sottratte ai contralti femminili. Un paesaggio mutevole Il panorama sta comunque cambiando, con sempre più cori di Oxford che negli ultimi anni accettano anche donne. Adesso i cori misti sono il tipo di coro più diffuso, benché – come dice la dott.ssa Einarsdottir – “i ragazzi e giovani uomini hanno ancora oggi un migliore accesso alla formazione e alle esibizioni. Questo è particolarmente tangibile nei cori collegiali di Oxford.” Il prossimo passo del progetto OXFORDCHOIRS sarà quello di scrivere un libro, illustrando le storie delle giovani donne e ragazze che attualmente cantano nei cori. L’attenzione del libro sarà concentrata sulle loro esperienze all’interno di questo ambiente dominato da figure maschili.
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