Perché tanta sfiducia nella scienza?
Gli scienziati sostenuti dal progetto PSYDISC, finanziato dall’UE, hanno condotto uno studio per comprendere meglio lo scetticismo delle persone nei confronti delle innovazioni scientifiche. Hanno scoperto che le persone che si identificano come spirituali sono molto scettiche circa i progressi compiuti in tre campi scientifici. La scienza progredisce a ritmo sostenuto e le nuove tecnologie hanno il potenziale per eradicare le malattie e portare a molti altri progressi in medicina e in settori quali la produzione alimentare e la protezione del clima. Nonostante i vantaggi di questi sviluppi, le preoccupazioni per i loro effetti collaterali hanno dato vita ad accesi dibattiti in tutto il mondo. Per scoprire perché alcune persone sono così scettiche nei confronti di certe innovazioni scientifiche, i ricercatori hanno intervistato 614 persone dei Paesi Bassi circa le loro opinioni in merito all’editing del genoma umano, alle nanotecnologie e all’intelligenza artificiale. I loro risultati sono stati pubblicati sulla rivista «Science Communication».
Non è una questione di religione o di politica
Il team ha guardato oltre l’influenza delle convinzioni politiche e religiose, esaminando anche il ruolo svolto dalla spiritualità. La spiritualità, nota anche come New Age o spiritualità post-cristiana e in rapido aumento nell’Europa occidentale, è una serie di convinzioni e pratiche che riflettono un atteggiamento di rifiuto delle fonti di autorità religiose e scientifiche. Le persone che si identificano come spirituali enfatizzano l’esperienza personale come fonte di conoscenza, in contrapposizione alla fiducia nei metodi scientifici. «In quanto tale, la spiritualità può essere una forza trainante dello scetticismo verso alcuni settori della scienza e della tecnologia», si legge in una notizia pubblicata sul sito web dell’Università di Amsterdam, ente coordinatore del progetto PSYDISC. Secondo il coautore dello studio, il dottor Bastiaan Rutjens: «Solitamente l’ideologia politica e la religiosità non sono i fattori principali che contribuiscono allo scetticismo verso argomenti specifici come le nanotecnologie e l’IA». Spiega poi: «Un ruolo maggiore lo giocano altri aspetti della visione del mondo e delle convinzioni di una persona, come la spiritualità, le preoccupazioni morali e la fiducia generale nella scienza». Lo studio evidenzia chiaramente che gli individui che si identificano come spirituali sono più scettici nei tre settori analizzati (IA, nanotecnologie ed editing del genoma umano). «In generale, gli individui spirituali hanno meno fiducia nella scienza», osserva il dottor Rutjens. Non sorprende quindi che anche i religiosi siano piuttosto scettici verso l’editing del genoma umano e, in misura minore, le nanotecnologie. Anche le persone contrarie alla manomissione della natura hanno espresso scetticismo circa la manipolazione genetica. Tuttavia, è stato dimostrato che l’ideologia politica non ha alcuna influenza sullo scetticismo delle persone nei confronti dei progressi scientifici. La religione, la spiritualità e il modo di vedere la natura di una persona sembrano influenzarne l’atteggiamento nei confronti delle innovazioni scientifiche. «È quindi importante fare una distinzione tra credenze religiose e spirituali se vogliamo capire perché le persone rifiutano certe forme di scienza», osserva il dottor Rutjens. Lo studio PSYDISC (Developing and Testing the Psychological Distance to Science Model) mette in evidenza la necessità di uno sguardo più approfondito sulle visioni del mondo che danno forma a questi atteggiamenti, in particolare in Europa occidentale, dove la spiritualità è in aumento e la religione in declino. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto PSYDISC
Parole chiave
PSYDISC, scienza, spiritualità, religione, spirituale, scetticismo, nanotecnologia, IA, editing del genoma umano