I depositi di terre rare in Europa proteggono l’industria europea
Il progetto EURARE, finanziato dall’UE, ha gettato le basi per lo sviluppo di un’industria estrattiva europea sostenibile di terre rare per salvaguardare la fornitura ininterrotta di minerali grezzi e prodotti derivati vitali per l’economia dell’UE. «L’iniziativa ha riunito ricercatori provenienti da indagini geologiche, mondo accademico, società di consulenza e industria per fornire un approccio olistico alla catena di approvvigionamento europea delle terre rare», afferma il prof. Ioannis Paspaliaris, coordinatore del progetto. Una sfida importante affrontata da EURARE riguarda la qualità scadente e la mineralogia complessa dei minerali grezzi europei rispetto a quelli utilizzati nella produzione di terre rare al di fuori dell’Europa. Sono perciò necessarie nuove tecnologie per migliorarne il valore economico (arricchimento dei minerali) e l’estrazione (lisciviazione). I partner del progetto hanno svolto un lavoro geologico e di laboratorio dettagliato per identificare diversi depositi di terre rare in tutta Europa. «Utilizzando processi metallurgici sia convenzionali che innovativi, è stata condotta una prova pilota sui concentrati di minerali ottenuti da depositi in Svezia e Groenlandia, oltre che su minerali provenienti dalla Norvegia e residui di bauxite dalla Grecia», spiega il prof. Paspaliaris. Le tecnologie innovative migliorano il trattamento La squadra ha sviluppato nuove tecnologie con maggiore efficienza e selettività in varie fasi del trattamento metallurgico, dall’arricchimento del minerale alla produzione di metallo. È stata inoltre elaborata una tabella di marcia per la produzione sostenibile di terre rare in Europa, che comprende una valutazione dei benefici e dei rischi ambientali delle tecnologie EURARE. I ricercatori hanno studiato i concentrati di minerali prodotti per lisciviazione e separazione, producendo tecnologie innovative come fumigazione di silicati, lisciviazione ionica liquida, separazione dell’anione e separazione delle terre rare basata su nanoparticelle. Sono state altresì studiate tecnologie convenzionali e innovative per la produzione di metalli da terre rare. Inoltre, i partner del progetto hanno combinato dati geografici, mineralogici e tecnologici per creare una banca dati online ad accesso libero, il sistema integrato di gestione delle conoscenze (IKMS). Ad oggi il set di dati EURARE nell’IKMS contiene dati per 156 occorrenze di terre rare in tutta Europa. L’equilibrio tra domanda e abbondanza I dati raccolti nell’ambito dell’indagine del mercato europeo delle terre rare hanno evidenziato questioni chiave come il «problema dell’equilibrio» tra domanda e abbondanza naturale delle stesse. «I dati sono stati usati per aiutare lo sviluppo di un metodo volto a valutare la domanda di terre rare, che è di particolare importanza per i responsabili politici europei», dichiara il prof. Paspaliaris. L’accesso a queste risorse fornirà benefici a lungo termine per il settore high-tech europeo aumentando la conoscenza delle risorse minerarie e delle soluzioni tecnologiche dal minerale al metallo, rafforzando così il settore minerario interno europeo. Il progetto accrescerà anche le competenze formando nuovi ingegneri e istituendo un nuovo corso in metallurgia. Le attività di EURARE stimoleranno processi di estrazione più efficienti in termini di costi e risorse rispetto all’attuale stato dell’arte, concentrandosi al contempo su salute, sicurezza e problemi sociali. «L’IKMS e le nuove tecnologie sostenibili sviluppate dal progetto possono essere applicate anche ad altri metalli tecnologicamente importanti e alla valorizzazione dei rifiuti di sottoprodotti industriali», conclude il prof. Paspaliaris.
Parole chiave
EURARE, terre rare, industria, minerale, sistema integrato di gestione delle conoscenze (IKMS)