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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Alzheimer disease progression: Molecular studies of Abeta amyloid peptides aggregation and trafficking in neuronal cells

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Approfondimenti sul morbo di Alzheimer fino al livello molecolare

Nell'ambito di un progetto europeo, i ricercatori stanno analizzando la biochimica del morbo di Alzheimer, per cui stanno esaminando il ruolo delle proteine e dei relativi mutanti, il ruolo dell'infiammazione e quello delle specie che danneggiano l'ossigeno reattivo, allo scopo di completare il "puzzle" molecolare che caratterizza questa penosa malattia.

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Una piccola molecola peptidica, costituita da un solo sottile filamento di aminoacidi, è la componente principale delle placche che danneggiano il cervello dei pazienti affetti da morbo di Alzheimer; i peptidi amiloidi beta (Abeta), infatti, formano grandi masse distruttive di depositi di amiloidi nel cervello. Una recente ricerca ha suggerito che sono gli intermediari di questi amiloidi a causare la disfunzione delle cellule nervose, e non gli aggregati stessi; a sostegno di questa teoria, era già stato scoperto che la degenerazione dei collegamenti tra le cellule nervose (sinapsi) è causata da piccole molecole (oligomeri) di Abeta. Il progetto Adprogres finanziato dall'UE sta analizzando i meccanismi biochimici con cui i peptidi Abeta inducono questo caos neurodegenerativo. L'interazione delle molecole Abeta con le membrane di demarcazione, le membrane plasmatiche, delle cellule nervose nelle sinapsi, dove avvengono le connessioni dei neuroni, finora non è stata pienamente compresa. Gli scienziati, inoltre, stanno sperimentando l'azione di una molecola Abeta mutante, nota col nome di Ab10Para; è interessante, infatti, che questa molecola modificata bloccava la formazione di oligomeri tossici e inibiva la formazione di specie che danneggiano l'ossigeno reattivo causando in tal modo stress da carenza di ossigeno. La ricerca ha incluso l'analisi del recettore per il rilevamento dei prodotti finali della glicazione avanzata; si ritiene che la particolare attività biochimica dei prodotti finali della glicazione avanzata favorisca l'attivazione di geni che causano l'infiammazione e abbia un ruolo anche in altre malattie oltre al morbo di Alzheimer, ad esempio il diabete di tipo 2. È stato scoperto che la funzione dei prodotti finali della glicazione avanzata è mediata da una proteina che interagisce con la tioredossina, detta TXNIP (Thioredoxin-Interacting Protein); gli scienziati del progetto hanno scoperto un eccesso di TXNIP nei topi affetti da morbo di Alzheimer, per cui è ipotizzabile che questa proteina abbia un ruolo anche più importante nell'insorgenza del morbo di Alzheimer. Prima della conclusione di questo progetto sono previste altre ricerche, in particolare sul ruolo dei prodotti finali della glicazione avanzata e della proteina TXNIP nello sviluppo del morbo di Alzheimer. Questa malattia implica carichi notevoli sia dal punto di vista sociale che da quello economico. Gli studi del progetto Adprogres proseguono per scoprire le cascate molecolari responsabili della malattia: si tratta di una fase molto importante per la scoperta di terapie in grado di impedire lo sviluppo della malattia.

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