Nuovi farmaci contro la malaria
In alcune aree del pianeta, la malaria resta una questione sanitaria grave. La cura attuale si basa su una somministrazione di una combinazione di farmaci antimalarici. Tale soluzione è solo parzialmente efficace e purtroppo è associata a una maggiore farmacoresistenza. Occorrono con urgenza nuovi farmaci mirati contro l’agente responsabile, il Plasmodium falciparum. Il progetto MEPHITIS (Targeting protein synthesis in the apicoplast and cytoplasm of Plasmodium), finanziato dall’UE, si è attivato per scoprire farmaci antimalarici. Il suo approccio innovativo ha preso di mira il meccanismo di sintesi proteica del parassita. Per realizzare i loro fini, i ricercatori hanno dovuto innanzitutto studiare la sintesi proteica nel Plasmodium e, successivamente, identificare le molecole che avrebbero potuto fungere da bersagli terapeutici per la malaria. Le attività del progetto si sono concentrate sull’apicoplasto, un compartimento cellulare specifico del Plasmodium, che costituisce un eccellente bersaglio per lo sviluppo di nuovi farmaci. È risultata particolarmente interessante l’analisi di due diverse famiglie di enzimi: l’aminoacil-tRNA sintetasi (ARS) e i fattore di allungamento implicato nella sintesi proteica. Il consorzio ha seguito un approccio sia computazionale che strutturale nell’analisi dei componenti della sintesi proteica. È stata attribuita una particolare importanza allo studio delle relazioni evolutive tra le ARS, perché si tratta di un passaggio obbligato per identificare i migliori candidati per il futuro sviluppo di farmaci. MEMPHITIS è riuscito a caratterizzare la distribuzione cellulare e l’attività biologica di vari componenti dell’apparato di sintesi proteica nel parassita. Ha ottenuto dati strutturali per vari enzimi ARS e ha scoperto una nuova proteina legante il RNA transfer (tRNA), responsabile del trasporto di t-RNA esogeni nel parassita. Questi dati hanno costituito la base per progettare nuovi scaffold (strutture) inibitori indirizzati contro differenti ARS. Inoltre, sono stati identificati altri fattori necessari per l’avvio della traduzione, il rilascio di peptidi e il riciclo di ribosoma nell’apicoplasto e i mitocondri del Plasmodium. Le attività per confermare la capacità di noti inibitori enzimatici in grado di bloccare la traslazione del parassita hanno rivelato che il composto borrelidin presenta una potente attività antimalarica. Sono state identificate anche nuove molecole inibitrici, che dischiudono nuove vie di sfruttamento terapeutico nella ricerca relativa alla malaria.
Parole chiave
Farmaci, malaria, Plasmodium falciparum, sintesi proteica, aminoacil-tRNA sintetasi, borrelidin