Resistenza della fava all'Orobanche crenata
Le fave sono importanti per l'economia del Nord Africa sia come alimento per l'uomo che come mangime per gli animali. In Europa hanno contribuito a superare una mancanza cronica di proteine vegetali prodotte all'interno dell'UE per rifornire l'industria del mangime europea. Il progetto EUFABA ha sviluppato genotipi di fava resistenti alle malattie, ai parassiti, al gelo e alla siccità e privi di fattori antinutrizionali. Il consorzio del progetto ha analizzato sul campo la resistenza alla pianta erbacea parassitaria Orobanche crenata (O. crenata) nelle fave. I ricercatori hanno effettuato prove sul campo in Spagna e in Egitto per completare il ringtest per il succiamele EUFABA. Hanno analizzato 41 accessioni sul campo insieme a una varietà locale nei terreni infestati naturalmente dai semi di O. crenata. Il ringtest per il succiamele EUFABA è stato usato anche in Tunisia per i terreni infestati da O.foetida. La resistenza all'Orobanche si potrebbe verificare in ogni fase del processo di infezione. Tra queste vi sono la germinazione del parassita, la penetrazione/stabilizzazione e lo sviluppo dei tubercoli. Le piante resistenti potrebbero impedire la crescita del parassita almeno nel corso di una di queste fasi. La principale risposta di resistenza era l'arresto della penetrazione del parassita nei tessuti dell'ospite e l'impedimento dello sviluppo dei tubercoli. Gli studi istochimici hanno confermato che le cellule parassitarie intrusive non erano in grado di penetrare nel cilindro centrale dell'ospite e venivano fermate nella corteccia e nell'epidermide. La percentuale di semi germinati di O. crenata che hanno sviluppato un tubercolo era 30 volte superiore nella cultivar di Prothabon sensibile rispetto a quella di Baraca resistente. Inoltre, il numero di tubercoli formati era 127 per pianta di Prothabon rispetto ai 3,4 di Baraca. Un accumulo di materiale blu scuro è stato osservato attorno al punto di penetrazione e ne è stata riscontrata la natura eterogenea. L'uso del fluorocromo blu di aniline ha rivelato l'accumulo di callosio, un polisaccaride vegetale, attorno al punto di penetrazione del parassita. Pare che questo sia il meccanismo responsabile dell'arresto della penetrazione della corteccia dell'ospite da parte del parassita. In questi casi, se il parassita non viene arrestato nella corteccia, è stata riscontrata la lignificazione delle pareti cellulari endotermiche a contatto con il tessuto del parassita.