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Contenuto archiviato il 2024-05-24

Risk assessment and integrated ochratoxin a (ota) management in grape and wine

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Modello per prevenire che le tossine si trasmettano da vino a vino

L'ocratossina A (OTA) può causare danni ai reni ed è un cancerogeno renale potente. Una delle sue fonti è il vino prodotto con uva infetta da Aspergillus carbonarius.

Il vino è un prodotto della fermentazione ed è quindi incline all'alterazione da parte di una serie di microrganismi. Uno di questi è l'Aspergillus carbonarius nero (A. carbonarius). Non solo il corpo del fungo o del micelio cresce sulla pelle e nella polpa dell'uva, ma viene prodotta la tossina ocratossina A (OTA), una fonte di preoccupazione per chi produce e consuma vino. La produzione del vino è di vitale importanza in Europa e il progetto WINE - OCHRA RISK, finanziato dall'UE, ha di conseguenza studiato il fungo responsabile di questo tipo di alterazione. Gli scienziati dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza hanno studiato nello specifico l'A. carbonarius, il principale fungo che produce l'OTA. Il loro lavoro si concentrava sulle condizioni che favoriscono la crescita del fungo, determinate sia con prove sul campo che con esperimenti di laboratorio. L'equipe ha sviluppato modelli per le relazioni tra la germinazione delle spore e tre componenti ambientali: tempo, temperatura e umidità relativa. Come previsto, esisteva un rapporto diretto tra l'aumento della temperatura e il tasso di crescita. La suscettibilità all'infezione veniva influenzata anche dalla varietà di uva. Anche la presenza di altri patogeni favoriva la colonizzazione fungina. Per prima, la tignoletta della vite Lobesia botrana, che danneggia la pelle e le cui larve scavano nell'uva e possono fungere da vettori di distribuzione delle spore fungine. L'altro organismo che contribuisce all'insediarsi dell'A. carbonarius è l'oidio della vite. Questo patogeno fungino provoca delle macchie color ruggine sulla parte esterna del frutto, ma in caso di infezioni gravi la pelle si potrebbe rompere. Ciò crea pertanto un'apertura fisica dalla quale possono entrare gli inoculi di A. carbonarius. Sono necessarie ulteriori ricerche sul processo complesso dell'infezione fungina nell'uva e sul ruolo dei fattori specifici nella suscettibilità delle varietà di uva all'infezione. Questo studio aiuterà i coltivatori a migliorare i metodi di coltivazione, in particolare in riferimento alla presenza di altri patogeni.

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