La storia marittima riscritta nell’antico regno di Elam
Fin dal III millennio a.C. il regno elamita è stato conosciuto come un punto nevralgico del commercio tra le civiltà regionali e il Golfo Persico. Mentre esistono documenti che dimostrano questo notevole commercio interregionale per il II-III millennio, le informazioni sulle attività commerciali durante il I millennio a.C. sono scarse. Con il finanziamento del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, il progetto TRADElam ha creato un nuovo quadro del commercio elamita con le regioni vicine. La ricerca si è concentrata sulle materie prime, sui prodotti finiti, sulle rotte marittime e terrestri, nonché sul ruolo delle comunità indigene costiere. Si è tenuto conto anche della diplomazia politica di questi tempi.
Fluttuazioni del commercio come risultato di cambiamenti politici e diplomatici nel bel mezzo della carestia
Il ruolo dell’Elam nella rete commerciale interregionale è sempre stato sottovalutato perché la storia della regione del Golfo Persico all’inizio e fino alla metà del I millennio a.C. è narrata prevalentemente da un punto di vista mesopotamico parziale. Elynn Gorris, professoressa di Storia del Golfo Persico presso l’UCLouvain in Belgio e ricercatrice principale di TRADElam, spiega come il progetto abbia ribaltato le convinzioni precedentemente sostenute sul presunto declino della rete commerciale del Golfo durante l’inizio e fino alla metà del I millennio a.C. «TRADElam ha reinterpretato una lettera neo-assira per dimostrare che, con un abile miscuglio di diplomazia regionale, i funzionari elamiti erano in grado di importare grano da Babilonia per vie navigabili.» Di conseguenza, è stato stabilito l’impegno attivo del regno neo-elamita in attività commerciali interregionali sia nautiche che terrestri, il che apre nuove opportunità di ricerca. Per decenni si è ipotizzato che la rete commerciale del Golfo Persico fosse in declino all’inizio e fino alla metà del I millennio a.C. «TRADElam ora ha il potenziale per fornire informazioni chiave per cambiare la nostra prospettiva storica sulle interazioni commerciali nel Golfo Persico durante questo periodo», afferma Gorris.
Canoe-zattera e dati iconografici: commercio o uso militare?
La collaborazione tra l’archeologa marittima Shadi Kalantar dell’Università di Napoli e Gorris ha portato alla scoperta di un’imbarcazione indigena ampiamente utilizzata per navigare nelle paludi del Golfo Persico superiore. Le caratteristiche dell’imbarcazione sono molto distinte. Il cosiddetto «hallimu» o veicolo lagunare è un’imbarcazione a fondo piatto, fatta di fasci di canne a formare una canoa-zattera con le estremità rivolte verso l’alto. L’immagine qui sopra mostra un pannello murale proveniente dal palazzo neo-assiro di Ninive, raffigurante una battaglia su canoe-zattera a pelo d’acqua nelle paludi del Golfo Persico superiore. «Utilizzate esclusivamente nelle paludi tra Elam e Mesopotamia, queste imbarcazioni potevano trasportare persone e grandi quantità di merci e bestiame», commenta Gorris. «Potrebbero quindi essere state utilizzate sia in un contesto commerciale che militare.» La misura in cui lo Stato neo-elamita potesse influenzare la politica e l’economia della regione del Golfo Persico superiore si riflette nell’articolo sottoposto a revisione paritaria «Dont Let the Boats Pass!».
Lavoro archeologico sul campo fornisce prove aggiuntive per ulteriori ricerche
I lavori a Sharja hanno rivelato la presenza di anfore, contenitori a due manici che contenevano olio, vino, latte o grano. Le anfore studiate nel sito hanno fornito ulteriori dati sul commercio a lunga distanza. Nel museo marittimo di Sharja sono stati raccolti dati comparativi sulle imbarcazioni lagunari per supportare future ricerche sul trasporto interregionale su acqua nell’intera rete del Golfo Persico. TRADElam ha fornito un importante caso di studio in cui è stato fatto un primo tentativo di unire sia i dati che gli studiosi di diversi settori accademici. Fondamentalmente multidisciplinari, gli esperti di filologia, archeologia, storia, storia dell’arte e geologia dell’Iran antico, della Mesopotamia e dell'Arabia preislamica nell’area del Golfo Persico (settentrionale) hanno stretto collaborazioni essenziali per approfondire la conoscenza della storia della prima età del ferro.
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