Skip to main content
European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS
CORDIS Web 30th anniversary CORDIS Web 30th anniversary

Reshaping Attention and Inclusion Strategies for Distinctively vulnerable people among the forcibly displaced

Article Category

Article available in the following languages:

Integrazione personalizzata a beneficio dei rifugiati

Gli attuali approcci di gestione dei rifugiati non si rivelano ottimali. Alcuni ricercatori finanziati dall’UE hanno contribuito a ridefinire il nostro modo di pensare all’integrazione di persone costrette a emigrare, soprattutto di quelle più vulnerabili.

Negli ultimi anni, la portata e l’impatto di questi spostamenti indotti di persone sono costantemente aumentati. L’UNHCR ha riferito che nel 2022 sono più di 100 milioni le persone attualmente in status di rifugiati, provenienti soprattutto da paesi quali Afghanistan, Myanmar, Sud Sudan, Siria, Ucraina e Venezuela. Sebbene la maggior parte di esse venga ospitata nei paesi limitrofi, è comunque elevato il numero delle persone che raggiunge paesi ben oltre confine.

Soddisfare i bisogni dei profughi

«Le comunità ospitanti, le autorità e la comunità internazionale mettono in campo diverse risorse per aiutare queste persone, dall’assistenza all’integrazione», spiega il coordinatore del progetto RAISD Rubén Fuentes-Fernández dell’Università Complutense di Madrid, in Spagna. «Tuttavia, le risorse sono sempre scarse, l’attenzione dell’opinione pubblica verte su altre questioni e i profughi sono spesso lasciati senza prospettive o possibilità per andare avanti.» Un aspetto fondamentale è che i programmi di assistenza tendono a rispondere a esigenze basilari e non sono attrezzati per monitorare i bisogni particolari dei gruppi target o delle comunità ospitanti. La situazione si presenta ancor più precaria nel caso dei gruppi di persone più vulnerabili.

Prendere in considerazione i gruppi vulnerabili

Per affrontare questa sfida identificata, il progetto RAISD, finanziato dall’UE, ha concentrato la sua attenzione sui gruppi vulnerabili, quali i minori non accompagnati, le donne vittime di violenza e le persone con disabilità. «La nostra proposta è stata quella di definire e caratterizzare una nuova concezione del contesto di vulnerabilità», spiega Fuentes-Fernández. «Si tratta del contesto che porta alla vulnerabilità di un determinato gruppo di persone e dipende dalle sue caratteristiche, da quelle della comunità ospitante, dalla sua storia, dalle sue interazioni e dai suoi bisogni.» Su queste basi, il team del progetto RAISD ha tentato di elaborare specifiche Strategie di attenzione e inclusione personalizzate (TAIS, Tailored Attention and Inclusion Strategies). Il team è giunto alla conclusione che, per essere efficaci, queste strategie dovrebbero richiedere la partecipazione attiva di tutte le parti coinvolte, dai profughi ai fornitori di servizi, fino ai responsabili delle politiche, a partire dalla fase di progettazione, fino a quella di attuazione e valutazione. Il progetto ha quindi condotto progetti pilota in sette paesi, ognuno dei quali rappresenta il paese di transito e/o di destinazione per i profughi in Europa e in Medio Oriente. L’obiettivo è stato dimostrare che le strategie TAIS costituiscono un modo più efficace per gestire l’integrazione e l’inclusione dei profughi, e quindi per fornire gli strumenti metodologici che possano fungere da esempio.

Esiti positivi dell’inclusione personalizzata

In tutti i casi di studio, le azioni sono state adattate per soddisfare le esigenze delle persone vulnerabili. In Libano, ad esempio, la TAIS è stata specificamente concepita per affrontare problematiche sociali, emotive e accademiche. Il programma ha avuto ripercussioni positive sulla popolazione siriana nei campi profughi, oltre a garantire la sensibilizzazione sul coronavirus di donne incinte, anziani e altre persone a rischio. «L’obiettivo della TAIS spagnola è stato quello di favorire l’autonomia economica delle donne subsahariane, alcune delle quali vittime del tratta di esseri umani», aggiunge Fuentes-Fernández. «Le parti coinvolte hanno seguito le linee guida della nostra metodologia e hanno progettato insieme questo tipo di strategia.» «La TAIS è poi stata adattata a due diversi sottogruppi di beneficiari: quelli che volevano avviare un’attività in proprio e quelli che avevano bisogno di una formazione di base per comprendere il mercato del lavoro spagnolo.» Il successo di queste esperienze ha dimostrato l’efficacia del concetto di TAIS. «Queste strategie personalizzate prendono specificamente in considerazione il contesto e forniscono una valutazione costante», osserva. «Ciò permette di raggiungere più efficacemente gli obiettivi strategici e utilizzare meglio le risorse.» È stato pubblicato un catalogo di raccomandazioni, incluse quelle a carattere politico, mentre per proseguire la divulgazione e la ricerca è stato istituito un Osservatorio. «Questo è l’elemento centrale della nostra strategia per continuare la collaborazione su questo tema dopo la conclusione del progetto, al fine di creare nuove opportunità», afferma Fuentes-Fernández. «Tra queste figurano le idee per iniziative sociali e le basi di conoscenze locali per scambi nell’ambito della ricerca e per il coinvolgimento dei volontari.»

Parole chiave

RAISD, rifugiati, UNHCR, Siria, Ucraina, profughi, tratta di esseri umani, integrazione

Scopri altri articoli nello stesso settore di applicazione