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Contenuto archiviato il 2024-04-19

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Il tasso di cambiamento della vegetazione terrestre accelera come migliaia di anni fa

Secondo un nuovo studio, attualmente le associazioni di piante del mondo stanno cambiando con la stessa rapidità di circa 11 000 anni fa, quando la Terra usciva dall’ultima era glaciale.

Negli ultimi 18 000 anni, i cambiamenti climatici e le attività umane hanno trasformato gli ecosistemi del nostro pianeta. Sebbene gli scienziati abbiano molte informazioni sui cambiamenti ambientali avvenuti a partire dalla Rivoluzione industriale a metà del XVIII secolo, non dispongono di conoscenze complete sull’entità e sulla rapidità dei cambiamenti della vegetazione nei millenni precedenti. Un nuovo studio sostenuto dal progetto HOPE, finanziato dall’UE, ha ora scoperto che i tassi di cambiamento della vegetazione terrestre hanno iniziato ad accelerare diverse migliaia di anni fa. «Ciò che osserviamo oggi è solo la punta dell’iceberg», commenta il co-autore principale dello studio, Ondřej Mottl, dell’Università di Bergen, in Norvegia, che ha ospitato il progetto HOPE, in un comunicato stampa pubblicato su «EurekAlert!». «Le accelerazioni osservate durante la rivoluzione industriale e i periodi moderni hanno una storia antica, che risale alle epoche precedenti».

I pollini raccontano una storia

Il gruppo di ricerca internazionale ha utilizzato un insieme globale di 1 181 pollini archiviati, applicando nuovi metodi statistici per stabilire in che modo e quanto rapidamente sono cambiate le associazioni di piante globali negli ultimi 18 000 anni. Il polline fossile è uno strumento molto utile per ricostruire la storia dei cambiamenti della vegetazione e, di conseguenza, quelli climatici. Quando il polline delle piante viene trasportato dall’acqua o dal vento negli stagni, nei laghi o negli oceani, si deposita in strati di sedimenti sul fondo di questi corpi idrici. Per scoprire quali tipi di piante crescevano all’epoca in cui si sono depositati tali sedimenti, gli scienziati ne prelevano dei campioni carotati. Con queste informazioni, è possibile inoltre stabilire qual è stato l’impatto degli esseri umani sugli ecosistemi. Grazie ai dati relativi ai pollini, i ricercatori hanno identificato un primo picco nel tasso di cambiamento delle associazioni di piante circa 11 000 anni fa, quando il nostro pianeta usciva dall’ultima era glaciale. «Ci attendevamo che durante questa fase di transizione i tassi di cambiamento ecologico fossero alti a livello globale, perché il mondo stava mutando rapidamente: infatti, si osservava un ritiro dei ghiacciai e un riscaldamento del pianeta», osserva la co-autrice principale, Suzette Flantua, dell’Università di Bergen. L’ecosistema della Terra è poi diventato stabile, finché, in un periodo compreso all’incirca tra 4,6 e 2,9 mila anni fa, è iniziato un secondo periodo di cambiamento accelerato, che dura fino ad oggi. Gli ecosistemi vegetali del nostro pianeta mutano a una velocità almeno pari a quella riscontrata al termine dell’ultima era glaciale. «Si tratta di una scoperta sorprendente, in quanto nel corso degli ultimi migliaia di anni non vi sono stati grandi cambiamenti a livello climatico, ma i tassi di cambiamento degli ecosistemi sono elevati come quelli riscontrati dall’ultima era glaciale ad oggi, o persino più alti», osserva il co-autore, il prof. John Williams dell’Università di Wisconsin-Madison, negli Stati Uniti, in un articolo pubblicato su «ScienceDaily». È interessante notare che questo rapido cambiamento riguarda tutte le comunità terrestri. Secondo gli autori, e come osservato dallo studio, ciò suggerisce che negli ultimi due secoli «l’accelerazione del ricambio riscontrata…è la punta di una tendenza più profonda». Riguardo ai mutamenti nella vegetazione, nell’articolo di «EurekAlert!» Mottl afferma: «Sebbene alcuni schemi sembrino più ovvi di altri, in realtà non sappiamo con certezza quali cambiamenti siano stati causati dagli esseri umani, dal clima o da entrambi». Nell’ambito della ricerca sostenuta dal progetto HOPE (Humans On Planet Earth - Long-term impacts on biosphere dynamics), i ricercatori intendono ora indagare ulteriormente l’interazione tra clima, esseri umani ed ecosistemi, confrontando i dati relativi ai fossili globali con dati indipendenti sull’archeologia e sui cambiamenti climatici. Per maggiori informazioni, consultare: pagina web del progetto HOPE

Parole chiave

HOPE, cambiamenti climatici, ecosistema, pianta, vegetazione, polline

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