Una ricerca innovativa per una visione positiva del futuro del lavoro
Uno degli aspetti principali della quotidianità che il COVID-19 ha completamente stravolto è stato il mondo del lavoro. Miliardi di persone in tutto il mondo sono dovute rimanere confinate nelle loro case, il che ha per lo più svuotato gli uffici facendo congelare la tradizionale cultura «casa-lavoro» dalle 9 alle 17. Tuttavia, è importante anche ricordare che non tutti hanno avuto il lusso di lavorare da casa: coloro che lavorano svolgendo occupazioni manuali, nelle fabbriche, nei magazzini e nella vendita al dettaglio, ad esempio, non hanno potuto farlo da casa e hanno dovuto affrontare la disoccupazione, la cassa integrazione o il rischio del contagio durante lo svolgimento del proprio lavoro per provvedere a se stessi e alla loro famiglia.
Un decennio di sfide
Mentre l’Europa esce dalla pandemia, sembra che il mondo del lavoro stia cambiando radicalmente. Tuttavia, molte delle forze alla base di questo cambiamento erano in movimento anche prima che la pandemia colpisse. L’UE era già alle prese con problemi di disuguaglianza sociale, mancanza di posti di lavoro altamente qualificati, occupazione precaria e declino economico in molte regioni europee da oltre un decennio. Gran parte di ciò può essere attribuito ai molto prolungati strascichi economici della crisi finanziaria del 2008-2009, della successiva crisi dell’euro e dell’austerità. Molti paesi dell’UE hanno anche lottato con una produttività stagnante o in calo e si teme che una maggiore automazione renda obsolete le occupazioni manuali «tradizionali», comportando una disoccupazione diffusa.
Una visione positiva del futuro del lavoro
Tuttavia, non mancano i motivi per essere ottimisti per quanto riguarda la capacità dell’Europa di cogliere le opportunità della ripresa economica post-pandemia che ha già iniziato a prendere piede. L’UE è determinata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e per questo intraprenderà una revisione radicale della società e dell’economia attraverso il Green Deal europeo. L’UE completa tale obiettivo con il suo approccio all’industria 5.0: punta infatti alla transizione verso industrie europee sostenibili, incentrate sull’essere umano e resilienti, e potrebbe offrire milioni di posti di lavoro qualificati in settori riformati o in altri completamente nuovi, nati proprio da tale trasformazione. Per aiutare ulteriormente l’Europa nella sua ripresa post-pandemia e per garantire che cittadini e lavoratori siano posti in cima alla lista delle priorità, la Commissione europea ha anche lanciato di recente il suo piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali. Questa strategia globale definisce 20 principi che mirano a garantire un’Europa sociale forte, equa, inclusiva e piena di opportunità entro il 2030. Alcuni dei principi relativi al lavoro includono i diritti a un’istruzione di qualità, alla formazione e all’apprendimento permanente, alla parità di trattamento e opportunità, all’occupazione flessibile e adattabile, a salari equi, a un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, al dialogo sociale tra dipendenti e datori di lavoro e alla protezione sociale. I leader dell’UE hanno adottato all’unanimità gli obiettivi 2030 del piano d’azione per i diritti sociali durante un vertice tenutosi a Porto, in Portogallo, l’8 maggio 2021.
La ricerca a sostegno della visione
Come sempre, per consentire la realizzazione delle politiche prima di tutto servono ricerca e soluzioni innovative. È qui che entrano in gioco gli 11 progetti di questo Pack, tutti finanziati attraverso il programma Orizzonte 2020 dell’UE. Questi progetti offrono un tesoro di idee e ricerche complete per contribuire a stimolare la visione equa, inclusiva e ricca di opportunità che l’UE ha per il futuro del lavoro, con una forte enfasi sull’istruzione, sull’apprendimento permanente e sullo sviluppo di nuove competenze, automazione e digitalizzazione, dialogo sociale e organizzazione del luogo di lavoro. In particolare, i progetti BIGPROD e MICROPROD hanno affinato la loro attenzione sulla ricerca per chiarire in che modo l’UE possa aumentare la sua produttività economica complessiva, mentre DOIT, NEMESIS e SIRIUS hanno esaminato soluzioni innovative per consentire l’innovazione sociale e le capacità imprenditoriali, con quest’ultimo specificamente incentrato su migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Nel frattempo, TECHNEQUALITY ha esaminato da vicino come gli sviluppi tecnologici, quale l’automazione, potrebbero avere un impatto a lungo termine sull’occupazione e sul lavoro. Infine, questo Results Pack presenta anche due nuovi progetti, BEYOND4.0 e UPLIFT, che hanno ancora molta strada da fare prima della loro conclusione, ma stanno già offrendo preziosi spunti sulla trasformazione in atto del mondo del lavoro.