Promuovere l’eredità del progetto SIMSEA per risolvere i misteri del Mar Nero
Al Centro comune di ricerca (CCR) spettava il compito di implementare modelli di ecosistema per tutti i mari regionali d’Europa, ma il Mar Nero si è rivelato particolarmente problematico. «Per diversi anni, la complessa idrodinamica del Mar Nero ha vanificato i nostri sforzi, portando persino al fallimento uno studio di dottorato», afferma Adolf Stips del CCR, attualmente responsabile della modellizzazione marina. «Alla fine siamo riusciti a implementare prima il modello idrodinamico e successivamente quello biogeochimico del Mar Nero, ivi incluse le specie invasive di meduse, riuscendo così a completare i nostri strumenti globali di modellizzazione marina in Europa».
Consolidare il modello SIMSEA
Lo stesso progetto SIMSEA (Scenario simulations of the changing Black Sea ecosystem) era parte di una borsa di studio individuale Marie Skłodowska-Curie assegnata alla ricercatrice bulgara Svetla Miladinova, la cui presenza nel team di modellizzazione del CCR si è rivelata inestimabile. «Quando mi sono unita al team, che durante il progetto SIMSEA era composto solo da tre persone, sono stati tutti straordinari nell’aiutarmi ad avviare la ricerca, e mi hanno guidata per tutta la durata del progetto», spiega. «E grazie al successo ottenuto, ho continuato a lavorare a stretto contatto con loro». In particolare, la ricercatrice si sta occupando attualmente del destino degli agenti inquinanti e della diffusione di detriti galleggianti nel Mar Nero. «Senza dubbio, alla base degli studi in corso vi sono i risultati ottenuti con il progetto SIMSEA, e questo lavoro mi terrà impegnata nel prossimo futuro». Nello specifico, questi nuovi studi sono stati resi possibili grazie all’estensione del modello SIMSEA con strumenti in grado di simulare il trasporto di rifiuti marini galleggianti, nonché l’avvezione e la diffusione di sostanze contaminanti che generalmente vengono convogliate in mare dai fiumi.
Un impatto politico più ampio
L’eredità del progetto SIMSEA è stata raccolta anche da un punto di vista politico. Stips e il suo team stanno attualmente supportando il DG Ambiente della Commissione europea mediante l’uso di strumenti di modellizzazione marina e dell’acqua dolce, al fine di monitorare il processo di implementazione delle politiche, vagliare le misure proposte dagli Stati membri dell’UE e fornire consulenza scientifica su tutti i mari regionali d’Europa. «Per quanto riguarda il Mar Nero nello specifico, abbiamo appena firmato un grosso contratto con il DG Ambiente per supportare il nostro lavoro in quella zona fino al 2023», commenta Stips. Nonostante tutto il lavoro svolto di recente, Stips ammette tuttavia che il Mar Nero, rispetto agli altri mari regionali (Mar Baltico e Mare del Nord), è chiaramente meno conosciuto e studiato, pertanto sono ancora molte le opzioni di ricerca possibili per ulteriori studi. Il CCR, tuttavia, si sta concentrando su questioni scientifiche di rilevanza politica, quali la proliferazione algale, i rifiuti marini, i contaminanti e la pesca eccessiva. «Infine, abbiamo appena iniziato a lavorare allo sviluppo e all’implementazione di un nuovo modello web alimentare del Mar Nero, che comprende pesci, tartarughe, delfini e uccelli marini, e che è intrinsecamente legato al modello biogeochimico da noi inizialmente sviluppato con il progetto SIMSEA», conclude Stips. Perciò, se da un lato il Mar Nero continua a celare molti misteri nell’oscurità dei suoi abissi, il lavoro scientifico di Stips, Miladinova e dei loro colleghi ricercatori del CCR sta certamente contribuendo a svelare i suoi segreti e a migliorare le nostre conoscenze su uno dei mari più importanti d’Europa.
Parole chiave
SIMSEA, Mar Nero, ecosistema, invasivo, specie, inquinanti, rifiuti marini, contaminanti