La comunicazione tra le scienze e al pubblico offre conoscenze, non solo fatti
Le notizie e le opinioni viaggiano lungo l’autostrada dell’informazione a una velocità elevata. Tuttavia, nonostante tutte le informazioni fornite online, sui social media e nei notiziari, all’interno di pubblicazioni scientifiche e nella stampa, una borsista MSC si è interrogata sulla nostra effettiva conoscenza circa le tematiche che ci condizionano maggiormente. Spinta da domande relative alla crisi universale della Covid-19, la dott.ssa Federica Bressan del progetto DaphNet ha contattato la dott.ssa Maíra Aguiar, borsista MSC del progetto COMPLEXDYNAMICS-PHIM. Nel corso di un’intervista di 22 minuti, le ricercatrici approfondiscono la nostra globale e più recente esperienza di vita durante una pandemia. La dott.ssa Aguiar spiega come il campo di applicazione del progetto COMPLEXDYNAMICS-PHIM, e il proprio ruolo al suo interno, siano stati ampliati: «Sono stata invitata a unirmi alla task force di modellizzazione nei Paesi Baschi per sostenere i responsabili della salute pubblica e il governo basco nelle risposte alla Covid-19». Riconoscendo che ogni paese, o addirittura regione, dispone della propria task force e che ogni scenario epidemiologico potrebbe essere differente, la dott.ssa Aguiar sottolinea che «l’intenzione è quella di condividere e apprendere anche dalle altre regioni». Un approccio importante in tal senso è rappresentato da un sito web che ospita il modello epidemiologico SHARUCD. Il modello offre numerose informazioni sulla malattia destinate ai responsabili sanitari e al pubblico. La dott.ssa Aguiar è inoltre la prima autrice di un articolo a libero accesso correlato, recentemente pubblicato su «PLOS ONE».
Politica, salute e dimensioni sociali
Gli ascoltatori scoprono di più sul modo in cui il lavoro del progetto COMPLEXDYNAMICS-PHIM e della task force associata supporta il processo decisionale dei responsabili delle politiche, nonché sull’immunità di gregge e sulla protezione attraverso la vaccinazione. La dott.ssa Bressan interroga inoltre la dott.ssa Aguiar in merito alla gestione della pandemia da parte dei media, commentando: «Deve essere stato “penoso” a volte, immagino, guardare i notiziari e vedere la confusione, e aggiungo che svolgono un ruolo estremamente importante perché o minimizzano la questione o diffondono il panico e a un certo punto, se non erro, il comportamento delle persone si rifletterà nei suoi dati. Pertanto, qual è la sua opinione in merito al lavoro svolto dai media con la Covid-19?» La prospettiva della dott.ssa Aguiar sulla questione è la seguente: «La pandemia di Covid-19 ha portato il meglio e il peggio, credo. Le persone apprendono, si aiutano e noi siamo in ascolto: le persone si interessano sempre più alla scienza e ciò è molto importante». Tuttavia, prosegue, sono presenti molta disinformazione e molte convinzioni errate, rendendo «molto difficile per i non esperti discernere ciò che è corretto e ciò che non lo è». La dott.ssa Bressan sposta poi l’intervista verso un’altra dimensione rivelatrice della crisi sanitaria: le ramificazioni personali all’interno della vita domestica. Oltre ai rapidi cambiamenti associati al proprio lavoro, la dott.ssa Aguiar parla della sfida di crescere due bambini assieme al marito, un fisico teorico che come lei si occupa di modelli, nel contesto attuale. «Per continuare a far progredire la scienza, abbiamo dovuto decidere di lavorare nelle ore notturne... È molto stancante, ma rappresenta per noi anche una buona opportunità per vivere ed essere in grado di contribuire alla scienza in questi tempi».
Conoscenza, non solo informazioni
In una riflessione successiva, «How an interview on COVID-19 made me think about science communication» (In che modo un’intervista sulla Covid-19 mi ha fatto riflettere sulla comunicazione scientifica) pubblicata sul Marie Curie Alumni Association Blog, la dott.ssa Bressan evidenzia l’importanza della qualità delle informazioni che assorbiamo e il loro rivolgersi alle nostre emozioni o al nostro intelletto. «La comunicazione scientifica non è buona abbastanza se non ci insegna qualcosa», afferma. In modo determinante, una buona comunicazione scientifica dovrebbe offrirci «“conoscenza”, non fatti» e risposte su «come comportarci nel mondo». Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto DaphNet progetto COMPLEXDYNAMICS-PHIM
Parole chiave
DaphNet, COMPLEXDYNAMICS-PHIM, Covid-19, scienza, comunicazione, genitorialità, politica, vaccino, coronavirus