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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Preventing Abuse of Children in the Context of AIDS in sub-Saharan Africa

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Ricercatori e famiglie della provincia più povera del Sudafrica lavorano insieme a un programma di sostegno alla genitorialità riconosciuto a livello internazionale

Il progetto PACCASA ha sviluppato un efficace programma volto a prevenire la violenza contro i minori, che è già stato attuato in 15 paesi sparsi per il mondo. Il progetto si è esteso oltre i propri obiettivi originari, collaborando con una serie di programmi per la prevenzione dei reati contro i minori di varie fasce d’età, ora avviati in 21 paesi sparsi per l’Africa, l’Asia, l’Europa e i Caraibi.

«Se c’è una cosa che ho capito è che chiunque, in qualsiasi parte del mondo, fa fatica a crescere gli adolescenti. In tutti i nostri colloqui, da Washington DC al Sud Sudan, fino all’India, le persone ci ripetono quanto sia necessario un programma come questo. E non è stato diverso nei nostri siti di studio in Africa», ha spiegato la coordinatrice del progetto dott.ssa Lucie Cluver. Il progetto PACCASA ha utilizzato il primo studio randomizzato controllato (RCT) di un programma di sostegno alla genitorialità per adolescenti in paesi con reddito da basso a medio. Questo studio pragmatico ha applicato gli interventi nel mondo reale, piuttosto che nell’ambiente controllato normalmente considerato, e ha adottato un approccio caratterizzato da un uso ridotto della tecnologia per elaborare la valutazione. L’analisi del cluster (2015-2016) ha preso in considerazione 40 insediamenti rurali e urbani e ha coinvolto 1 104 famiglie, con un tasso di abbandono pari al 4 % in 18 mesi. L’intervento è risultato associato a un calo significativo di abusi e punizioni corporali. «Abbiamo constatato un maggiore coinvolgimento dei genitori e una migliore supervisione, oltre a registrare tassi inferiori nell’uso di sostanze da parte di adulti e minori, nonché di stress e depressione tra i genitori. I genitori si sono inoltre dimostrati meno propensi all’applicazione di pene corporali», ha spiegato la prof.ssa Cluver. I ricercatori hanno notato miglioramenti nella gestione finanziaria e nel benessere economico: la frequenza con cui le famiglie si trovavano senza cibo alla fine del mese è diminuita. Ma quanto si sono dimostrare disposte a partecipare le comunità locali? Nelle fasi di prova iniziali, il gruppo di ricerca ha scoperto che il programma che stava progettando veniva diffuso all’interno delle comunità. Le famiglie creavano autonomamente dei gruppi per insegnare quanto appreso ad altri abitanti del villaggio, i pastori locali inserivano le sessioni del manuale nei loro sermoni e i direttori scolastici citavano il programma nelle assemblee settimanali. «Il programma non mirava a cambiare norme, quanto a sostenere le famiglie nello sviluppo di capacità tali da consentire loro di avere i rapporti più sereni che desideravano». I ricercatori hanno tenuto bene in mente il motto «Niente su di noi senza di noi» mentre elaboravano il loro processo di sviluppo in quattro fasi. Tutte le prove sono state effettuate nella provincia più povera del Sudafrica, il Capo Orientale. Per prima cosa, i ricercatori hanno parlato con gli adolescenti e le loro famiglie, hanno condotto analisi sistematiche e chiesto informazioni a 50 esperti del settore, dando vita alla prima bozza del programma Parenting for Lifelong Health. In seguito hanno messo a punto il lavoro svolto con il contributo di 60 partecipanti, quindi hanno condotto un test più esteso prima e dopo con 240 partecipanti. Infine, hanno svolto una ricerca qualitativa approfondita tra le famiglie e le comunità, per elaborare la terza bozza del programma. «Abbiamo impiegato metodi di sperimentazione pragmatica; ciò significa che il programma è stato proposto esattamente come sarebbe stato offerto nel mondo reale: da parte dei membri delle comunità locali, nel municipio del villaggio o sotto gli alberi e senza escludere alcun partecipante. Questo ha rassicurato i nostri partner all’interno di istituzioni e ONG sul fatto che il programma avrebbe funzionato anche in Africa». PACCASA ha lavorato a stretto contatto con colleghi di alto livello presso agenzie internazionali quali OMS, UNICEF e USAID, ottenendo informazioni importanti sulle strategie di divulgazione e progettazione degli interventi volte a incrementare rilevanza, assimilazione e scalabilità. «Si tratta di un approccio di ricerca nuovo, che mette in discussione la tradizionale separazione tra ricerca scientifica, formazione delle politiche e risposta della comunità locale ai problemi sociali». Il successo della collaborazione è testimoniato dall’enorme crescita locale e internazionale del programma di sostegno alla genitorialità, dal grande impatto sociale dello studio e dai partenariati attivi. Le versioni del programma dedicate a bambini e adolescenti sono disponibili gratuitamente sui siti web di OMS e UNICEF. Ad oggi, lo studio ha dato origine a 45 pubblicazioni sottoposte a revisione paritaria e a una serie di strumenti di ricerca disponibili sul sito web dell’UNICEF. I risultati sono stati pubblicati sul British Medical Journal Global Health e sul Journal of Development Economics (Cluver et al. 2018, Steinert et al. 2018) e un’analisi costi/benefici ha evidenziato un risparmio complessivo sui costi pari a EUR 1 902 per ciascun caso di abuso (Redfern et al. 2019).

Parole chiave

PACCASA, prevenzione dei reati contro i minori, metodi di sperimentazione pragmatica, Sudafrica, genitorialità positiva, rapporti più sereni, famiglie

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