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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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Nuovo studio sul cambiamento climatico invita a concentrarsi sul 2050

I responsabili politici che si propongono di ridurre le emissioni di gas a effetto serra devono concentrare la propria attenzione sui passi da intraprendere entro il 2050 se vogliamo mantenere aperte le opzioni per ogni possibile scenario in materia di cambiamento climatico, q...

I responsabili politici che si propongono di ridurre le emissioni di gas a effetto serra devono concentrare la propria attenzione sui passi da intraprendere entro il 2050 se vogliamo mantenere aperte le opzioni per ogni possibile scenario in materia di cambiamento climatico, questo quanto affermato da una nuova ricerca pubblicata nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori dell'International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) in Austria, dell'Energy Research Centre of the Netherlands nei Paesi Bassi e del National Center for Atmospheric Research (NCAR) negli Stati Uniti, è il primo ad utilizzare il modello di un sistema energetico dettagliato per analizzare la relazione esistente tra gli obiettivi fissati e la probabilità di raggiungere risultati sul lungo termine. "Porsi obiettivi che richiedono di essere raggiunti entro 40 anni può aiutare a preservare le opzioni politiche a lungo termine, facilitando la gestione dei rischi e dei costi associati a tali obiettivi", ha affermato il professor Brian O'Neill, scienziato presso il centro NCAR e coautore dello studio. A livello mondiale, le temperature sono aumentate di 1°C dai tempi della Rivoluzione industriale, un incremento determinato in larga parte dalle emissioni di gas a effetto serra (in particolare diossido di carbonio) e dalle attività umane come la deforestazione e l'industrializzazione. I ricercatori hanno utilizzato una tecnica di simulazione computerizzata, definita "modello di valutazione integrato" ("integrated assesment model"), in grado di riprodurre un'ampia gamma di possibili interazioni future tra settore energetico e cambiamento climatico. Il team ha iniziato utilizzando uno scenario in linea con quello attuale per prevedere che portata raggiungerà il cambiamento climatico entro il 2050 se non entrerà in vigore una legislazione per la riduzione dei gas a effetto serra. La seconda fase dello studio ha poi compreso l'analisi degli effetti di un'eventuale riduzione delle emissioni entro il 2050 raggiunta mediante l'attuazione di una serie di misure. Durante l'analisi il team ha dedicato particolare attenzione a come i livelli di emissioni del 2050 potrebbero influire sulla realizzabilità degli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati per la fine del secolo. Gli scienziati hanno - per esempio - individuato i passi che è necessario intraprendere per raggiungere l'obiettivo, fissato per la fine del secolo e promosso da numerosi governi, di mantenere l'aumento globale della temperatura entro i 2°C in più rispetto ai valor pre-industriali. Due scenari ricavati da dati in linea con i valori attuali hanno evidenziato che per avere il 50% delle possibilità di raggiungere l'obiettivo dei 2°C è necessario ridurre le emissioni di un ulteriore 20% rispetto ai valori del 2000 entro i prossimi 40 anni. Per quanto concerne invece una seconda prospettiva, caratterizzata da una crescita di risorse (terreno, energia e beni di consumo) più rapida del previsto, è stato calcolato che sarebbe necessario ridurre le emissioni del 50%. Il team ammette la difficile realizzabilità di una riduzione di tale portata. "Le nostre simulazioni dimostrano che con alcune variabili, anche nel caso in cui venga fatto il possibile per ridurre la quantità di emissioni nei prossimi 40 anni, la possibilità di raggiungere l'obiettivo dei 2°C rimarrebbe una mera probabilità, fortemente determinata anche dagli sforzi profusi nella seconda metà del secolo", ha spiegato il dottor Keywan Riahi, scienziato presso l'istituto IIASA e co-autore dello studio. Il team ha preso in considerazione diverse prospettive relative alla possibile riduzione energetica e ha, per esempio, calcolato quanto tempo sarà necessario per la transizione a fonti energetiche a basse emissioni di carbonio quali la fissione nucleare, l'energia eolica e la biomassa. Nelle simulazioni sono stati presi in considerazione anche la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Nell'equazione non sono tuttavia state contemplate le fonti energetiche la cui sicurezza e realizzabilità non sono state dimostrate, come la fusione nucleare e la geo-ingegneria. In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico tenutasi a Copenaghen nel mese di dicembre, numerose nazioni hanno riconosciuto l'importanza di contenere il surriscaldamento globale entro il valore limite di 2°C, ma non è stato possibile raggiungere un accordo sugli obiettivi per il 2050. "Anche se si è d'accordo su un obiettivo a lungo termine, la mancanza di una riduzione congrua delle emissioni nei prossimi decenni può renderne impossibile la realizzazione. Vi è il rischio che le opzioni oggi potenzialmente auspicabili non siano più attuabili sul piano tecnologico o che i costi per la loro implementazione divengano proibitivi", ha avvertito il professor O'Neill. "La nostra ricerca suggerisce che - posto che venga adottata una strategia a lungo termine efficace - il livello di emissioni nel 2050 può essere più elevato di quanto sostenuto ora in alcune proposte, pur non superando la soglia dei 2°C sul lungo termine".

Paesi

Austria, Paesi Bassi, Stati Uniti

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