I cani da pastore rispondono meglio dei segugi agli indizi visivi degli umani
In Australia e Ungheria alcuni ricercatori finanziati dall'Unione europea hanno studiato la reazione di diverse razze canine alle indicazioni date dall'uomo e hanno scoperto che alcune di queste razze sono decisamente migliori di altre. I risultati rappresentano un invito alla cautela quando si postulano delle differenze tra cani domestici e lupi e dimostrano l'importanza di tenere in considerazione la razza nell'effettuazione degli esperimenti comportamentali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Behavioral and Brain Functions. Lo studio è il risultato del progetto REFCOM ("Origins of Referential Communication") che ha ricevuto un finanziamento pari a 1,5 milioni di euro dall'Unione europea in riferimento alla linea di bilancio dedicata a scienze e tecnologie nuove ed emergenti del Sesto programma quadro (6° PQ). I partner del progetto hanno studiato gli elementi essenziali della cognizione umana da prospettive tecniche e scientifiche diverse, con l'obiettivo di sviluppare un modello in grado di spiegare come e perché si è evoluto l'eccezionale sistema di comunicazione degli esseri umani. "Spesso di dice che lo studio del cane domestico può essere utile a spiegare l'evoluzione delle capacità comunicative dell'uomo, poiché 10.000 anni fa il cane è stato scelto per vivere in un contesto umano ed essere coinvolto nelle interazioni comunicative con l'uomo" ha spiegato Márta Gácsi dell'Università Eötvös in Ungheria. Come specie i cani si sono rivelati migliori di scimpanzé e lupi in un test atto a valutare la loro capacità di comprendere un gesto fatto dall'uomo per scegliere tra due contenitori. Prestare attenzione all'uomo o osservarlo più da vicino aiuta gli esemplari a raggiungere risultati migliori: già in passato è stato evidenziato che la tendenza dei cani addomesticati a guardare gli esseri umani è determinante per l'esito degli esperimenti che interessano cani e lupi. Ciononostante non è del tutto corretto generalizzare e affermare che i cani comprendono meglio dei lupi i gesti umani (senza tenere in considerazione gli scimpanzè): vi sono infatti alcuni cani che non ottengono risultati positivi. In questo recente studio, i ricercatori hanno analizzato sei i cani che sono stati allevati appositamente per collaborare con gli esseri umani in mansioni che prevedono istruzioni visive reagiscono meglio a un gesto compiuto dall'uomo per indicare qualcosa rispetto agli esemplari allevati per svolgere mansioni che non prevedono alcun contatto visivo, come nel caso dei cani da slitta. Il team ha studiato 180 cani, suddivisi in tre gruppi diversi: "lavoratori cooperativi" (cani da pascolo e da penna), "lavoratori indipendenti" (segugi, cani da slitta, cani impiegati per la guardia al bestiame e cani impiegati nella caccia sotterranea) e cani meticci, ovvero cani che non somigliano in modo specifico a nessuna razza particolare. Gli animali coinvolti avevano tutti un'età compresa tra i due e tre anni, erano stati inseriti allo stesso modo nelle famiglie, si muovevano regolarmente, avevano seguito un addestramento di base (per l'obbedienza) non erano stati legati né avevano trascorso periodi in canile. Ogni cane è stato sottoposto a venti prove: trattenuti dai propri padroni, i cani osservavano un ricercatore mentre posizionava due ciotole sul pavimento; in una delle ciotole, come sapevano i cani, era contenuto un alimento di loro gradimento. Il ricercatore stabiliva contatto visivo con il cane, indicava la ciotola e quindi abbassava il braccio. I padroni liberavano i cani e tutti osservavano quale ciotola il cane sceglieva. La domanda era se i cani avrebbero fatto affidamento sul gesto o sul ricordo della ciotola in cui avevano trovato il loro ultimo "spuntino". Sebbene tutti i cani fossero chiaramente in grado di rispondere al gesto umano, i "lavoratori cooperativi" hanno ottenuto risultati migliori sia dei "lavoratori indipendenti" che dei cani meticci. I ricercatori ipotizzano che "ciò potrebbe non essere imputabile a vere e proprie differenze nelle capacità cognitive [dei cani], ma che potrebbe piuttosto riflettere una tendenza genetica ad essere reattivi a stimoli sociali in un contesto cooperativo". La differenza tra razze, sostengono, contraddice l'idea secondo cui questa particolare sensibilità sociale sia stata generalmente acquisita dai cani durante il processo di addomesticamento. I ricercatori hanno anche osservato le differenze nel rendimento tra i cani che hanno musi corti e occhi più frontali e quelli con musi più lunghi e occhi in posizione più laterale. I cani con gli occhi posizionati più centralmente ottenevano migliori risultati. Il motivo di tali risultati si spiega grazie alla capacità dei cani di concentrarsi di quello che è posto di fronte a loro invece che essere distratti da altre informazioni che interessano la visione periferica. Secondo la dottoressa Gácsi lo studio è il primo e rilevare differenze evidenti nelle reazioni di diverse razze a questo test (guidato dall'essere umano) che prevede la scelta tra due oggetti. "Sebbene i risultati ottenuti possano non apparire sorprendenti" ha affermato "è stata rilevata una tendenza condivisa a postulare spiegazioni genetiche per quanto concerne il diverso modo di comprendere di cani e lupi. I nostri risultati dimostrano che i ricercatori devono tenere in considerazione la razza degli animali nello svolgimento dei test comportamentali".
Paesi
Australia, Ungheria