Secondo quanto comunicato da Eurostat, l'invecchiamento della forza lavoro in ambito scientifico può tradursi in una perdita di conoscenze.
L'Istituto statistico delle Comunità Europee (Eurostat) ha invitato a prendere maggiore consapevolezza del fenomeno dell'invecchiamento della forza lavoro in campo scientifico in Europa. Dal 2001 la percentuale di lavoratori in campo scientifico che rientra nella fascia d'età tra i 45 e i 64 anni è cresciuta annualmente con una media del 3,3% rispetto al totale della popolazione attiva. Secondo il rapporto Eurostat, di fronte alll'invecchiamento della popolazione, l'Europa deve assicurarsi che si preservi il livello di conoscenza raggiunto faticosamente dalla forza lavoro più anziana: 'L'impatto dell�invecchiamento della forza lavoro deve essere monitorato accuratamente per garantire un trasferimento delle conoscenze, in particolare per ciò che riguarda la categoria di forza lavoro altamente specializzata. La disponibilità di risorse umane nella scienza e nella tecnologia è uno dei modi per valutarlo.' Secondo gli ultimi dati, su un totale di 85 milioni di risorse umane per la scienza e la tecnologia (HRST), nel 2006 in Europa la percentuale di lavoratori anziani in campo scientifico era quasi del 40%. Tuttavia, la struttura di età non è uniforme. L'età delle HRST, ovvero di coloro che hanno portato a termine un ciclo di istruzione di terzo grado o sono impiegati in ambito scientifico e tecnologico, varia ampiamente. Le statistiche mostrano che la Bulgaria presenta la più anziana forza lavoro in campo scientifico, con il 46% degli occupati che supera i 45 anni di età. La Bulgaria è subito seguita da Finlandia, Germania e Svezia. Secondo Eurostat 'anche questi sono paesi con una popolazione HRST relativamente anziana. Si tratta di paesi in cui è generalmente comprovato che l'invecchiamento è riconducibile all�invecchiamento della numerosa generazione post bellica dei baby-boomers.' Al contrario, in Spagna e in Irlanda le persone occupate in ambito scientifico e tecnologico sono molto più giovani: soltanto circa il 30% ha più di 45 anni. Il rapporto precisa che 'una ragione è la distribuzione dell'età media nazionale. Spagna e 'Irlanda presentano, infatti, una più ampia percentuale della popolazione che rientra nella fascia d'età tra i 25 e i 34 anni rispetto alla media europea (17% rispetto al 14% nel 2006)'. 'Ma si tratta di una spiegazione soltanto parziale.' Allo stesso tempo, gli impiegati più anziani nel settore della scienza e della tecnologia hanno fatto registrare, tra il 2005 e il 2006, una mobilità job-to-job molto inferiore rispetto ai loro colleghi più giovani: il tasso medio per tutti i lavoratori HRST in Europa era del 6,2%, una cifra di per sé non molto alta, afferma il rapporto. Tuttavia, la quota relativa a coloro con più di 45 anni di età era addirittura inferiore e raggiungeva soltanto il 2,9%. Il rapporto afferma che la mobilità job-to-job per le HRST tende a diminuire con l'aumentare dell'età. 'Avvicinandosi alla fine della carriera, le persone sono spesso soddisfatte di ciò che hanno conquistato e non sono disposte a rischiare di perderlo cambiando ambiente di lavoro. Tuttavia, Danimarca e Regno Unito presentano una percentuale di mobilità sensibilmente maggiore sia per gli impiegati più giovani che per quelli più anziani, con il 7,9% (tra i 45 e i 64 anni) in Danimarca e il 5,9% (tra i 45 e i 64 anni) nel Regno Unito. Secondo il rapporto questo fenomeno è da attribuire a politiche sulla forza lavoro come, ad esempio, il modello danese della 'flexicurity'. Infine, secondo il rapporto Eurostat, che concorda con la dichiarazione di Lisbona, 'la mobilità delle HRST in un paese può essere considerata un modo per stimolare la sua crescita economica, in quanto essa comporta un utile trasferimento delle conoscenze'. Secondo la dichiarazione, la mobilità di risorse umane nella scienza e nella tecnologia (HRST) rappresenta la chiave per migliorare il trasferimento del sapere tra industria, mondo accademico e organismi di ricerca, che a sua volta è fondamentale per l'innovazione e la competitività.