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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Venus Express si mette al lavoro

La sonda Venus Express dell'Agenzia spaziale europea (ESA) si è spostata in un'orbita operativa intorno al suo pianeta obiettivo, dove presto potrà iniziare a lavorare. Arrivata su Venere l'11 aprile scorso, la sonda ha percorso orbite gradualmente più strette, "stabilizzandos...

La sonda Venus Express dell'Agenzia spaziale europea (ESA) si è spostata in un'orbita operativa intorno al suo pianeta obiettivo, dove presto potrà iniziare a lavorare. Arrivata su Venere l'11 aprile scorso, la sonda ha percorso orbite gradualmente più strette, "stabilizzandosi" il 7 maggio. Nella sua prima orbita dell'11 aprile, la sonda ha tracciato un percorso ellittico intorno al pianeta. La sonda ha variato la propria altezza fra i 400 km del punto più vicino (pericentro) a Venere e i 330.000 km del punto più lontano (apocentro), e ha utilizzato i razzi ausiliari e il motore principale per ridurre l'altezza del pericentro e dell'apocentro in 16 orbite successive. "Il puntamento all'apocentro permette alla navicella spaziale di controllare l'altitudine del prossimo pericentro, mentre quello al pericentro controlla l'altitudine del successivo apocentro", ha affermato Andrea Accomazzo, Spacecraft Operations Manager all'ESOC, lo European Space Operations Centre. "È attraverso questa serie di operazioni che domenica scorsa abbiamo raggiunto l'orbita finale, grossomodo una rivoluzione orbitale dopo l'ultima 'manovra di cambio del pericentro' di sabato 6 maggio". La sonda adesso percorre l'orbita ogni 24 ore, ad un'altezza di 250 km al pericentro e di 66.000 km all'apocentro, intorno ai poli di Venere. Da quest'altezza la sonda inizierà a esaminare il pianeta. "Dati gli obiettivi scientifici della missione, questa è l'orbita studiata per ottenere i migliori risultati possibili di osservazione di Venere, tra cui osservazioni globali dell'atmosfera venusiana, delle caratteristiche di superficie e dell'interazione dell'ambiente planetario con il vento solare", sostiene Håkan Svedhem, scienziato del progetto Venus Express. "Permette di effettuare dettagliate osservazioni ad alta risoluzione vicino al pericentro e al polo nord e ci consente di studiare la regione assai poco esplorata intorno al polo sud, per lunghi periodi su scala media", ha affermato. Il lavoro, tuttavia, non comincerà subito. "Gli strumenti della navicella spaziale sono stati attivati singolarmente per un controllo dettagliato, che continuerà fino a metà maggio. Dopo verranno fatti funzionare insieme o per gruppi", ha affermato Don McCoy, responsabile del progetto Venus Express. "Questo permette di osservare simultaneamente i fenomeni da verificare, in modo da essere pronti quando, il 4 giugno 2006, inizierà la fase scientifica nominale di Venus Express", ha aggiunto. Si nutrono grandi speranze nella missione. Le riprese di prova con il VMC (Venus Monitoring Camera) e il VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer, uno spettrometro ad immagine per osservazione remota operante nelle bande dal visibile al vicino infrarosso) hanno già fornito all'ESA le primissime immagini del polo sud del pianeta, che mostrano un enorme vortice di nubi. Ulteriori esperimenti riveleranno molte altre cose sul pianeta, che per diversi aspetti è gemello della Terra - dimensione, età e distanza dal Sole sono simili - ma che si è evoluto in modo assai diverso. Non pochi esperti ritengono che su Venere possano essere stati presenti oceani, che, in tal caso, sarebbero evaporati molto tempo fa. Venere ora è avvolta da spesse nubi tossiche che ruotano più velocemente del pianeta: un'altra stranezza che la missione punta a risolvere. Gli scienziati sperano inoltre di usare Venere come modello per i cambiamenti climatici sulla Terra.

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