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When the smoke clears: predicting and preventing catastrophic erosion and flooding after wildfires in volcanic terrains

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Strumenti di valutazione del rischio di erosione per terreni vulcanici colpiti da incendi

Le regioni vulcaniche sono caratterizzate da terreni ad elevata fertilità, suscettibili di erosione causata da perturbazioni ambientali come, ad esempio, gli incendi. Una maggiore comprensione del comportamento del terreno ha consentito di migliorare la valutazione del rischio di erosione e di attuare trattamenti di stabilizzazione economicamente vantaggiosi.

Le regioni vulcaniche sono spesso densamente popolate, scoscese e soggette a incendi. Queste aree sono spesso interessate da piogge torrenziali e, quando colpite da incendi che sopprimono la vegetazione protettiva, incorrono in gravi episodi di erosione idrica, frane e inondazioni che, collettivamente, costituiscono una significativa minaccia per le proprietà, le infrastrutture e, in definitiva, le vite umane. Il progetto FireAndRiskPrevention, finanziato dall’UE, ha testato e attuato strumenti di valutazione del rischio di erosione urgentemente necessari nelle Isole Canarie, in Spagna. Questi strumenti sono stati sviluppati per supportare i gestori del territorio nella progettazione di piani e protocolli di mitigazione efficaci al fine di ridurre i rischi idrologici e di erosione causati dagli incendi. In seguito a un’ulteriore personalizzazione, questi strumenti sono destinati a essere impiegati da altre regioni di origine vulcanica vulnerabili e remote in tutto il mondo. Strumenti realizzati con sforzi sul campo e in laboratorio e mediante modellizzazione Il gruppo responsabile del progetto FireAndRiskPrevention ha iniziato riunendo le conoscenze e gli approcci esistenti. Successivamente, con l’aiuto di parti interessate locali, ha individuato le carenze critiche per il miglioramento dei processi di deflusso ed erosione in terreni vulcanici colpiti da incendi. La fase successiva si è dimostrata forse la più difficoltosa, come ricorda il dott. Jonay Neris Tomé, borsista Marie Curie: «Abbiamo dovuto “inseguire” in modo opportunistico degli incendi adatti a raccogliere dati sul campo». Tuttavia, a causa della loro struttura fragile e delle conseguenti rapide modifiche delle proprietà fisiche e idrologiche a seguito di perturbazioni ambientali, i terreni vulcanici si comportano in maniera molto differente da altri tipi di terreno. Pertanto, la sfida principale da affrontare per i gestori del territorio durante la progettazione di azioni di mitigazione post-incendio in aree vulcaniche è rappresentata dal fatto che i modelli esistenti utilizzati per prevedere le erosioni e i deflussi non sono stati testati appositamente per terreni vulcanici, essendo stati piuttosto importati da altri terreni. Inoltre, gli interventi di mitigazione stessi sono stati sviluppati e testati su terreni molto diversi, spesso utilizzando materiali non prontamente reperibili nelle aree vulcaniche. Dopo aver individuato le zone incendiate più adatte, spiega il dott. Neris Tomé, «abbiamo modificato un modello esistente di valutazione del rischio di erosione ampiamente utilizzato, il “Water Erosion Prediction Project” del Servizio forestale degli Stati Uniti, per sviluppare strumenti adattati alle particolari risposte dei terreni vulcanici all’impatto degli incendi. Abbiamo scoperto che questi trattamenti locali di mitigazione su misura, quale l’utilizzo di aghi di pino locali come pacciame, registravano i migliori risultati per questo tipo di terreno allo scopo di ridurre il deflusso e l’erosione». Un trattamento protettivo economico per il futuro Gli strumenti sviluppati dal progetto FireAndRiskPrevention stanno attualmente supportando l’organo di amministrazione spagnolo Cabildo de Tenerife nella progettazione di azioni di mitigazione e riduzione del rischio in risposta al recente incendio avvenuto a Tenerife (nell’aprile 2018), che ha colpito quasi 400 ettari di terreno. I benefici apportati da questi strumenti saranno probabilmente significativi, come spiega il prof. Stefan Doerr, coordinatore del progetto: «Le informazioni fornite dal nostro progetto avrebbero potuto supportare dei piani di mitigazione efficaci nell’isola di La Palma, alle Canarie, in seguito all’incendio e alle successive tempeste di pioggia avvenuti nel 2009 e nel 2016. I costi diretti delle frane di disgregazione post-incendio nel 2009 sono stati pari a 20 milioni di euro, mentre gli investimenti effettuati per opere di restauro pari a cinque milioni di euro a seguito dell’incendio del 2016 non sono comunque riusciti a prevenire gravi episodi di deflusso, che hanno colpito molto duramente le infrastrutture. È molto probabile che episodi simili accadano di nuovo in futuro». Più in generale, il progetto FireAndRiskPrevention contribuisce a diverse politiche dell’UE, in particolare a quella sull’energia, i cambiamenti climatici e l’ambiente, incentrandosi sulla conservazione del terreno in regioni vulcaniche colpite da incendi e sull’adattamento all’aumento degli incendi, delle erosioni e dei deflussi a causa dei cambiamenti climatici. Guardando al futuro, il professor Doerr afferma: «Il gruppo sta lavorando per individuare, valutare e proporre modelli di altre fonti di rischio. Ad esempio, nell’ambito di un progetto spin-off stiamo elaborando un modello del rischio di entrata di cenere da incendio nella rete idrografica, con conseguenti effetti negativi sulla qualità dell’acqua, sull’approvvigionamento di acqua dolce e sugli ecosistemi acquatici».

Parole chiave

FireAndRiskPrevention, incendio, mitigazione, vulcanico, conservazione del terreno, deflusso, erosione, cambiamenti climatici, riduzione del rischio, Isole Canarie, frane, inondazioni

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