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Contenuto archiviato il 2024-05-28

T-cell based immunotherapy in pancreatic cancer - basic concepts and pre-clinical development

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L’immunoterapia con cellule T diventa un’opzione possibile per i malati di cancro al pancreas

L’immunoterapia a base di cellule T è certamente uno dei principali progressi nella storia recente nelle cure per il cancro e dà speranza a milioni di pazienti di tutto il mondo. Grazie alla ricerca svolta nell’ambito del progetto TIPC_TIL_IP, i malati di cancro al pancreas potrebbero beneficiare di questo trattamento entro i prossimi cinque anni.

Scoperto per la prima volta per il melanoma della pelle, il potenziale terapeutico delle cellule T specifiche per il tumore – normalmente chiamato immunoterapia con cellule T – è enorme. Le cellule T riprogrammate possono bersagliare in modo efficiente le mutazioni somatiche contenute negli antigeni peptidici che codificano il DNA genomico specifico del tumore, il che significa che altri tipi di cancro che hanno queste mutazioni somatiche, come il cancro ai polmoni, sono anch’essi sensibili a questa forma di trattamento. Sfortunatamente, le cose sono un po’ più complicate per il cancro al pancreas. O almeno così sembra: Fino a poco tempo fa, si pensava che il cancro al pancreas fosse poco immunogenico, poiché le analisi istologiche avevano dato l’impressione che questi tumori ospitassero un numero molto basso di cellule T infiltrate. L’equipe del progetto TIPC_TIL_IP, sotto la guida della dott.ssa Isabel Poschke del Centro di ricerca tedesco sul cancro (DKFZ), ha passato quattro anni a dimostrare meticolosamente che queste analisi erano sbagliate. “La mancanza di cellule T infiltrate nel cancro al pancreas è un errore dovuto a ragioni tecniche, dice il prof. dott. Rienk Offringa, che ha messo a disposizione del progetto le sue competenze nel campo dei tumori gastrointestinali. “In un passato recente, l’istologia del tumore era fatta principalmente per mezzo di microarray di tessuto, che esaminano piccole sezioni di tessuto. Per il cancro al pancreas questo è un problema, perché il 50-70 % della massa del tumore consiste di fibrosi, un “deserto” nel quale le altre cellule non possono penetrare. Esaminando ampie sezioni di tessuto, abbiamo potuto vedere che c’erano molte cellule T nella vasta maggioranza (75 %) dei tumori del pancreas, ma solo nelle zone dove sono presenti le cellule del tumore.” In altre parole, i tumori del pancreas contengono cellule T e sono portatori di mutazioni somatiche proprio come il cancro ai polmoni e il melanoma della pelle, anche se in numero minore – da 5 a 10 volte più basso. Questo implica che l’ordine di grandezza e la potenza della reazione spontanea delle cellule T è più debole e dovrebbe quindi essere amplificata di più rispetto al melanoma. “Un modo molto efficace è raccogliere le cellule T da biopsie del tumore, coltivarle in condizioni ottimizzate in laboratorio in modo da aumentarne il numero e l’attività, e immetterle nuovamente nel paziente in modo che possano attaccare il tumore. Il lavoro effettuato dalla dott.ssa Poschke nell’ambito del progetto TILP_TIL_IP ha dimostrato che i protocolli sviluppati per la preparazione di cellule T da un melanoma possono essere applicate con successo anche al cancro al pancreas,” dice il prof. dott. Offringa. Il progetto si è concentrato su pazienti affetti da un cancro del pancreas primario resecabile. A questi pazienti normalmente sarebbe stato rimosso chirurgicamente il tumore principale, ma non prima che questo avesse cominciato a seminare metastasi che non possono essere né rimosse, né trattate usando la chemioterapia. Il piano del team consiste in contrastare la “ricorrenza” di questo tumore iniettando ai pazienti che hanno già avuto l’operazione chirurgica le loro stesse cellule T in modo che queste possano distruggere le cellule metastatiche. Come spiega il prof. dott. Offringa, “selezioniamo una popolazione di pazienti nei quali il carico del tumore è molto basso, il che fa in modo che le cellule T si trovino in vantaggio.” Poiché ogni paziente è diverso, l’efficacia della terapia sarà testata prima nei topi. L’equipe inietterà le colture di cellule T dei pazienti e linee di cellule del tumore in speciali ratti senza sistema immunitario, in modo che le cellule del tumore non possano essere rigettate e comincino a crescere. Anche se il progetto è stato completato ad agosto 2017, il prof. dott. Offringa e la dott.ssa Poschke hanno in programma di dare inizio a una sperimentazione di una terapia con cellule T basata su protocolli che si sono rivelati efficaci in studi condotti da scienziati presso l’Istituto per il cancro dei Paesi Bassi. “Nel melanoma, sappiamo che il trattamento dovrebbe avere esiti clinici in circa il 50 % dei pazienti. Questo “punto di riferimento” ci permetterà di controllare se stiamo facendo le cose correttamente, indipendentemente da potenziali problemi specifici del cancro al pancreas,” dice il prof. dott. Offringa. Spera di essere in grado di fare progressi con il cancro al pancreas in un periodo di cinque anni e fino a quel momento studierà la reazione delle cellule T nel pancreas più dettagliatamente.

Parole chiave

TIPC_TIL_IP, cancro, cancro al pancreas, melanoma, cellula T, immunoterapia, tumore, metastasi

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