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Contenuto archiviato il 2023-03-24

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I giovani migranti dell’UE contribuiscono positivamente all’economia britannica, secondo uno studio dell’UE

Un progetto finanziato dall’UE ha discusso i suoi risultati recenti per quanto riguarda i giovani migranti dell’UE nel Regno Unito, in tempo utile per l’imminente referendum sulla permanenza del paese nell’UE.

I ricercatori del progetto STYLE (Strategic Transitions for Youth Labour in Europe), finanziato dall’UE, hanno presentato i risultati della loro ricerca nel documento “Dimensions of labour market integration among young EU migrant citizens in the UK”. In attesa del referendum del 23 giugno nel Regno Unito sull’adesione all’UE, questi risultati contengono informazioni precise e tempestive sull’impatto reale dei giovani migranti dell’UE sull’economia britannica. I ricercatori hanno studiato aspetti relativi ai giovani che migrano verso il Regno Unito dall’UE e altrove, le loro qualifiche e il tipo di occupazione svolta dopo il loro arrivo. In generale, hanno scoperto che i giovani europei (di età tra i 20 e 34 anni) sono ben integrati nel mercato del lavoro britannico. Il 60 % di tutti i migranti arrivati nel Regno Unito negli ultimi cinque anni appartiene a tale fascia di età. Essi presentano tassi di occupazione più alti, orari lavorativi più lunghi e di solito ricevono meno sussidi di disoccupazione rispetto alle loro controparti britanniche. Tuttavia, i ricercatori hanno anche individuato evidenti differenze per quanto riguarda la retribuzione e le condizioni accettate dai giovani migranti dell’UE. I giovani migranti provenienti dagli Stati membri dell’Europa centrale e orientale spesso ricevono una retribuzione inferiore e tendono a essere più precari. I ricercatori hanno anche rilevato che i migranti PECO sono spesso sovraqualificati per le mansioni svolte. Metodologia di studio La metodologia adottata dai ricercatori STYLE era concentrata su sei diversi gruppi di giovani nel Regno Unito. In particolare, ha concentrato l’attenzione sui giovani nati al di fuori del Regno Unito, che non erano cittadini britannici e risiedevano nel Regno Unito da un anno o più, essendo arrivati nei cinque anni precedenti. L’analisi era basata su dati ricavati dal UK Labour Force Survey (2010-2014), un’ampia indagine sulla popolazione residente nel Regno Unito. I ricercatori hanno poi diviso i giovani nei seguenti gruppi: gli otto Stati membri PECO (CEE8) che hanno aderito all’UE nel 2004, Bulgaria e Romania, paesi dell’Europa meridionale (Cipro, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Spagna), tutti gli altri paesi dell’UE, e i migranti dal resto del mondo. I ricercatori hanno rilevato che, in generale, i giovani migranti dell’UE hanno tassi di occupazione relativamente alti. Ovvero, i giovani migranti CEE8 hanno un tasso di occupazione dell’82 %, rispetto al 73 % dei giovani nati nel Regno Unito. Hanno anche scoperto che i giovani migranti dell’UE nel Regno Unito lavorano più ore dei loro colleghi britannici – i lavoratori nel Regno Unito lavorano in media 40 ore alla settimana, mentre i giovani migranti dell’UE ne lavorano almeno una in più. Per quanto riguarda i tassi di disoccupazione, è risultato che, mentre l’8,5 % dei nati nel Regno Unito era stato disoccupato nel periodo 2010-2014, solo il 5 % dei giovani degli Stati membri CEE8 era senza un impiego. Inoltre, la probabilità di ricevere un sussidio di disoccupazione era del 20 % per un migrante dell’UE, rispetto al 38 % dei cittadini britannici. Valutare il contributo economico dei giovani migranti dell’UE I ricercatori del progetto hanno anche scoperto che i giovani lavoratori migranti dell’UE in generale contribuivano positivamente all’economia del Regno Unito, per una serie di motivi. In primo luogo, essi attenuano le carenze di competenze, con i cittadini CEE8, rumeni e bulgari nel Regno Unito più propensi a lavorare nel settore manifatturiero e nell’edilizia. I ricercatori hanno fatto notare che essi contribuiscono quindi positivamente alla strategia a lungo termine del governo di riequilibrare l’economia del Regno Unito verso una minore dipendenza dal settore dei servizi. Ancora più sorprendente, e al contrario di quanto ritenuto di solito, i giovani migranti dalla Romania e dalla Bulgaria hanno le stesse probabilità dei loro giovani colleghi britannici di lavorare nel settore finanziario. Lo studio mostra inoltre che molti dei cittadini migranti dell’UE nel Regno Unito sono altamente qualificati e spesso sovraqualificati per il lavoro che svolgono. I giovani migranti del resto dell’UE e da fuori dell’Europa rendevano meglio del previsto nei posti occupati, se paragonati alla media delle qualifiche possedute da altri nella stessa occupazione. In termini di retribuzione, i ricercatori hanno rilevato differenze – i cittadini CEE8 e bulgari/rumeni ricevono circa un quinto in meno rispetto ai loro colleghi britannici per quanto riguarda la retribuzione oraria, mentre quella dei cittadini dell’Europa meridionale è simile, e quelli del resto d’Europa (soprattutto francesi e tedeschi) ricevono in media il 20 % in più. In generale, i giovani migranti dell’UE sono ben integrati nel mercato del lavoro del Regno Unito e offrono competenze preziose in vari settori dell’economia britannica. Tuttavia, esistono notevoli differenze se si confrontano la loro retribuzione e le loro competenze, con i migranti CEE8 e bulgari/rumeni chiaramente svantaggiati. Il progetto STYLE, coordinato dall’Università di Brighton, dovrebbe concludersi ad agosto 2017. Per maggiori informazioni, consultare: Sito web del progetto STYLE

Paesi

Regno Unito

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