L'indice di esposizione agli EMF identifica opportunità di innovazione
Il progetto di tre anni LEXNET finanziato dall’UE, che è stato completato nel mese di ottobre del 2015, ha cercato di affrontare direttamente le costanti preoccupazioni della gente riguardanti l’esposizione ai campi elettromagnetici (EMF) creando un indice che valuta l’esposizione media degli europei, insieme ai loro atteggiamenti e convinzioni. I risultati avranno delle implicazioni per i responsabili delle politiche e per i provider di rete, poiché li aiuteranno a ottimizzare le loro attività, identificare dove l’esposizione agli EMF potrebbe essere limitata in modo efficace e migliorare le loro comunicazioni riguardanti il rischio percepito. Questo a sua volta porterà a un pubblico più informato. I sistemi wireless basati sugli EMF hanno trasformato la comunicazione di massa nel giro di pochi decenni. Si è stabilito che nessun effetto nocivo per la salute deriva dall’uso dei telefoni cellulari e tutte le telecomunicazioni in Europa devono rispettare la direttiva RTTE che impone ai prodotti di osservare la raccomandazione del 1999 del Consiglio europeo sull’esposizione agli EMF. Nonostante gli esistenti limiti di protezione, ci sono ancora delle preoccupazioni tra la gente. Un recente sondaggio di Eurobarometro ha ad esempio rivelato che il 70 % degli intervistati ritiene che le antenne per i telefoni cellulari incidono sulla sua salute. Tuttavia, una scoperta chiave del progetto LEXNET è stata che anche se le stazioni base per la telefonia mobile sono sempre viste come la fonte più intensa di esposizione agli EMF, è in effetti il computer portatile connesso alla rete WLAN ad essere la fonte predominante di esposizione agli EMF per la maggior parte delle persone. Concentrarsi sulla minaccia percepita degli EMF provenienti dalle stazioni base non è quindi il modo più efficiente in termini di costi o efficace per ridurre l’esposizione. Di conseguenza, la ricerca suggerisce che le aziende che gestiscono la rete e gli innovatori potrebbero avere un ruolo più significativo in questo campo, e che esiste un mercato potenziale per sviluppare una tecnologia a bassa esposizione. Infatti, innovazioni alla tecnologia di rete su scala più piccola potrebbero avere l’impatto più significativo. Il team del progetto è giunto anche alla conclusione che le percezioni del rischio del pubblico tendono ad essere guidate da modelli soggettivi di impatto degli EMF, che sottovalutano l’esposizione al campo vicino (come ad esempio quella causata dal computer portatile) e sovrastimano l’esposizione al campo lontano (come ad esempio quella causata da un’antenna per i telefoni cellulari). Questo spiega il motivo per cui le persone sono più preoccupate per l’esistenza delle stazioni base rispetto all’esposizione agli EMF causata dai loro strumenti quotidiani di lavoro in ufficio. Oltre a questi fattori relativi alla fonte, il progetto ha scoperto che la percezione del rischio degli EMF è anche influenzata da fattori demografici e sociali in aggiunta ad atteggiamenti e convinzioni personali. Di estrema importanza è il paese di residenza e l’atteggiamento di una persona nei confronti dell’innovazione tecnica. Molte conclusioni relative alla comunicazione sono state ricavate da queste scoperte. Per prima cosa, poiché il paese di residenza è decisivo per la percezione del rischio, la comunicazione deve essere affrontata come una questione culturalmente sensibile. I comunicatori del rischio dovrebbero di conseguenza tenere in considerazione i fattori culturali che forniscono il contesto in cui le fonti degli EMF sono valutate. Inoltre, la comunicazione del rischio dovrebbe provare a correggere le erronee supposizioni che il rischio è collegato alle dimensioni fisiche della fonte di esposizione e al momento della giornata in cui avviene l’esposizione (in riferimento al fatto che alcune persone ritengono che il corpo sia più vulnerabile all’esposizione agli EMF di notte). Per ulteriori informazioni, visitare: Sito web del progetto LEXNET
Paesi
Francia