Trasformare i rifiuti in prodotti per la salute e la bellezza
L'Europa meridionale è uno dei produttori più importanti di buoni vini, olio d'oliva, concentrato di pomodoro e altre delicatezze che costituiscono la notoriamente sana dieta mediterranea. Dietro le quinte però c'è un notevole problema di gestione dei rifiuti creato dagli scarti che restano al termine della lavorazione delle materie prime (uva, olive e pomodori). Gli scienziati hanno da tempo riconosciuto che questi residui di fatto contengono sostanze con valore nutrizionale, medicinale e addirittura cosmetico. La sfida è estrarle senza costi eccessivi. I ricercatori della regione hanno esaminato più a fondo la questione nel corso del progetto Bioactive-NET ("Assessment and dissemination of strategies for the extraction of BIOACTIVE-NET compounds from tomato, olive and grape processing residues"), che ha ricevuto il finanziamento dell'UE. Prima di procedere, era necessario guardarsi indietro e raccogliere le informazioni sui passati tentativi intrapresi per separare vitamine, antiossidanti, oli essenziali eccetera dai residui di lavorazione. Una volta identificate le migliori tecnologie disponibili (BAT), sono stati organizzati workshop per trasferire questo sapere e dimostrare, dove possibile, la fattibilità tecnica e finanziaria. Gli invitati ai workshop includevano non solo le aziende produttrici di residui, ma anche quelle che si occupano dell'estrazione e della purificazione, nonché aziende interessate a convertire i residui in prodotti finali. Queste informazioni sono state condivise con la comunità industriale per mezzo di un sito web dedicato al progetto, disponibile in diverse lingue. È stato inoltre creato, e distribuito alle parti interessate, un manuale Bioactive-NET. Le iniziative come Bioactive-NET stanno aiutando gli agricoltori in Europa meridionale a trasformare i loro prodotti di scarto in qualcosa di prezioso, e non solo per i loro portafogli.