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In che modo i cambiamenti climatici condizioneranno la resa e il prezzo del grano?

Uno studio sostenuto dall’UE afferma che i cambiamenti climatici faranno innalzare il prezzo del grano, colpendo duramente la resa in determinate regioni del mondo.

Il grano rappresenta una fonte di nutrimento particolarmente importante a livello globale poiché fornisce il 20 % di calorie e proteine a 3,4 miliardi di persone. Tuttavia, i cambiamenti climatici stanno compromettendo la produzione e la domanda di approvvigionamento di questo prodotto alimentare fondamentale. Un nuovo studio, sostenuto in parte dal progetto RECEIPT, finanziato dall’UE, svela che in futuro i cambiamenti climatici varieranno drasticamente la resa e il prezzo del grano. Secondo le previsioni, ciò si verificherà persino se si raggiungono gli obiettivi stabiliti nell’accordo di Parigi e limitando il riscaldamento al di sotto dei 2 °C. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista «One Earth».

La sicurezza alimentare globale a rischio

È probabile che la resa del grano aumenterà maggiormente nei paesi ad alte latitudini rispetto a quelli a basse latitudini. Ciò si tradurrà in prezzi disomogenei, esacerbando ulteriormente le disuguaglianze tra la coltivazione di grano nei paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. I ricercatori hanno sviluppato un approccio di modellizzazione dell’insieme clima-grano-economia allo scopo di esaminare gli effetti delle condizioni climatiche medie e degli eventi estremi sulle rese, sul prezzo e sulla catena di approvvigionamento globale del grano. Avvalendosi di tale sistema modello potenziato, hanno valutato l’impatto del riscaldamento globale pari a 2 °C sulla catena globale di domanda e offerta del grano. «Sappiamo da ricerche precedenti che gli eventi estremi non rispondono necessariamente allo stesso modo delle condizioni medie. Ciò si dimostra un importante passo avanti poiché tali eventi esercitano il maggiore impatto sulle società», spiega la coautrice, la dott.ssa Karin van der Wiel, climatologa presso l’Istituto reale olandese di meteorologia, partner del progetto, in un comunicato stampa pubblicato su «EurekAlert!» Il modello prevede che la resa migliorerà nelle zone ad alte latitudini, come la gran parte dell’Europa settentrionale, mentre nelle regioni a basse latitudini, ad esempio in Africa, è destinata a calare di oltre il 15 %. Per i consumatori si stima che il prezzo medio globale del grano aumenterà dell’1,8 %. Inoltre, i prezzi medi cresceranno in diversi paesi europei. «La politica di liberalizzazione del commercio nell’ambito del riscaldamento al di sotto dei 2 °C potrebbe rendere stabile o perfino incrementare il reddito delle aziende agricole nei paesi esportatori di grano, ma ridurrebbe quello delle aziende agricole nei paesi importatori di grano», afferma l’autore principale, Tianyi Zhang, agro-meteorologo presso l’Accademia cinese delle scienze di Pechino. «Questa situazione potrebbe dare origine a una nuova disuguaglianza economica tra aziende agricole in paesi esportatori e paesi importatori.»

Agire insieme

Zhang si augura che le previsioni relative ai prezzi e all’instabilità del grano incentivino i responsabili delle politiche ad assumere il timone a livello mondiale. «Contribuire a migliorare l’auto-approvvigionamento di cereali nei paesi in via di sviluppo è determinante per la sicurezza alimentare globale», conclude. «Questo aspetto merita di essere discusso dai paesi nel contesto della futura politica di collaborazione agricola internazionale.» Il progetto (REmote Climate Effects and their Impact on European sustainability, Policy and Trade) intende fornire informazioni quantitative sui rischi europei derivanti da eventi climatici remoti e, per farlo, si occupa di tracciare i legami tra le attività socio-economiche europee e i pericoli climatici remoti. Il progetto si concluderà ad agosto 2023. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto RECEIPT

Parole chiave

RECEIPT, cibo, cambiamenti climatici, grano, evento estremo, riscaldamento, azienda agricola

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