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Storie di successo dei progetti - Una ricerca dell'UE protegge le comunità a rischio dai vulcani in eruzione

Il tremendo potere della natura è stato mostrato chiaramente dal vulcano Merapi in Indonesia, che si è riattivato il 26 ottobre 2010, quando ardenti nuvole di gas e cenere hanno distrutto raccolti e villaggi, uccidendo tragicamente dozzine di persone.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

Un'eruzione del potente vulcano islandese Eyjafyallajokull nell'aprile del 2010 ha creato una nuvola di cenere che ha fatto chiudere molti aeroporti europei, costringendo alla cancellazione di oltre 100.000 voli. Le stime rivelano che in tutto il mondo 500 milioni di persone sono a rischio a causa dei vulcani. Nell'Unione Europea, la previsione e la misurazione della minaccia rappresentata dall'attività vulcanica dipende dalle più recenti conoscenze scientifiche e dalle tecniche di monitoraggio. Ma nei paesi partner di cooperazione internazionale (ICPC) la gestione del rischio dipende dalle condizioni locali, che possono essere sfavorevoli. Questo si deve a diversi fattori, tra cui le popolazioni locali che vivono sulle pendici del vulcano o che possiedono risorse limitate, per esempio attrezzature di monitoraggio. Un'altra difficoltà è rappresentata dai lunghi periodi tra un'eruzione e un'altra quando il vulcano è inattivo, che possono dare alle popolazioni un falso senso di sicurezza riguardo alla vera minaccia. Il progetto "Mitigate and assess risk from volcanic impact on terrain and human activities" (Miavita) è determinato a integrare metodi più efficienti in termini di costi per ridurre i rischi causati dall'attività vulcanica. Miavita, è un progetto quadriennale che si occupa della natura multidisciplinare della valutazione e della gestione della minaccia vulcanica nei paesi ICPC e per i vulcani europei. L'iniziativa si basa sulle raccomandazioni della "Strategia Internazionale delle Nazioni Unite per la Riduzione dei Disastri" che tratta questioni come la prevenzione, la gestione della crisi e il recupero. Sebbene le strategie siano ideate con in mente gli ICPC, possono aiutare le parti interessate europee a espandere le loro conoscenze sulla gestione del rischio vulcanico. Miavita ha tre obiettivi principali. Il primo è quello di sviluppare strumenti di prevenzione basati sul rilevamento del rischio e l'identificazione dei possibili scenari di danni. Il secondo è quello di migliorare le capacità di gestione della crisi attraverso monitoraggio, allarme rapido e comunicazioni sicure. Il terzo obiettivo consiste nel ridurre la vulnerabilità delle comunità locali e dei sistemi ecologici e di sviluppare la loro capacità di riprendersi da un'eruzione vulcanica. Per raggiungere questi obiettivi, è fondamentale un sistema di informazione integrato, per organizzare e condividere i dati sui più recenti sviluppi scientifici e tecnologici, e la formazione. know-how locale Il consorzio Miavita comprende un team multidisciplinare che comprende agenzie di difesa civili, servizi geologici nazionali, team scientifici e aziende di informatica private. Scienziati e organizzazioni locali in Africa (che si occupano in particolare del Monte Cameroon, Fogo a Capo Verde) e in Asia (Merapi in Indonesia e Kanlaon nelle Filippine) sono coinvolti nella valutazione del rischio. Questi gruppi formano una parte importante del progetto Miavita, grazie alle loro competenze nella gestione delle minacce vulcaniche e alla loro capacità di rispondere all'intero ciclo di gestione del disastro. Le attuali attività comprendono l'istallazione di attrezzature a Fogo, Kanlaon e Merapi e l'acquisizione di dati provenienti dal monitoraggio del suolo e dalle istallazioni di telerilevamento. Il risultato è stato una migliore comprensione dei vulcani in oggetto e delle loro aree locali. Sono stati organizzati workshop a Capo Verde, in Indonesia e nelle Filippine per le autorità, come ministri, governatori, autorità locali e capi delle agenzie di protezione civile. I workshop sono rivolti all'identificazione delle esigenze delle parti interessate e alla sensibilizzazione delle autorità locali sulla gestione dei rischi che si verificano nell'ambiente naturale. Secondo il coordinatore di Miavita, il dott. Pierre Thierry del BRGM, il servizio geologico francese, la chiave per il successo dell'iniziativa sta nella stretta collaborazione tra i partner del progetto. "Un esempio è stata una sessione formativa sul monitoraggio del gas presso il Monte Merapi gestito dall'Università di Cambridge per i nostri partner indonesiani. Lo scopo era quello di insegnare come effettuare misurazioni del gas a terra usando tecniche di spettroscopia ad assorbimento ottico differenziale (DOAS)," spiega. La collaborazione tra i due gruppi si è rivelata particolarmente utile durante il monitoraggio della recente eruzione di Merapi a ottobre-novembre 2010. Inoltre, un partner della Difesa civile francese (DSC) è stato nelle Filippine per discutere la gestione della crisi con le istituzioni locali, le parti interessate e i rappresentanti dell'organizzazione di protezione civile. "È in programma una missione simile in un prossimo futuro per l'Indonesia che si occuperà in particolare dell'ultima eruzione a Merapi," riferisce il dott. Thierry. La vetta del Monte Merapi salta in aria Il progetto Miavita dà un contributo importante alla valutazione e alla gestione del rischio vulcanico, aiutando in particolare i locali che hanno vissuto i recenti eventi di Merapi. "L'eruzione del vulcano nel corso di un progetto quadriennale è un evento straordinario. È tragico considerando il numero di vittime e dispersi, ma rappresenta anche un'opportunità di fare un passo avanti nella nostra ricerca," dice il dott. Thierry. Durante la crisi, il dott. Jousset (BRGM) e il dott. Boichu (Università di Cambridge) si sono uniti al team indonesiano per aiutarli ad analizzare i dati provenienti dalle tecnologie di monitoraggio a terra e satellitare. Non appena si ricevevano le informazioni queste venivano passate all'organizzazione partner indonesiana CVGHM per aiutare a valutare e mitigare l'eruzione. I dati, insieme ai risultati del Servizio geologico degli Stati Uniti, sono stati usati per determinare il livello di attività del vulcano. È la prima volta che la comunità internazionale ha risposto in modo così ampio per coordinare le proprie attività in seguito a un'eruzione vulcanica. Ampi depositi di materiale proveniente dall'eruzione del Monte Merapi hanno ricoperto una vasta zona, aumentando le probabilità di formazione di lahar – colate di fango ad alto carattere distruttivo formate da un misto di acqua e ceneri vulcaniche. Il professor Lavigne (Università La Sorbona di Parigi) collabora con i partner indonesiani per identificare le potenziali aree di pericolo che sono a rischio di inondazione a causa di futuri lahar, uno dei principali rischi durante il periodo dei monsoni. Inoltre, in seguito alle grandi eruzioni, sono state istallate nuove attrezzature per cercare di ricostruire una rete di monitoraggio sismologico a banda larga standard. Oggi il livello di allerta nell'area intorno al Monte Merapi è sceso a 2 su 4 e i partner locali stanno esaminando i danni a edifici, suolo e agricoltura. Le agenzie di protezione civile italiana e francese dovrebbero visitare la regione in un prossimo futuro per condividere la loro esperienza di gestione della crisi con i colleghi locali. I partner del progetto stanno sviluppando linee guida per il rilevamento multi-pericolo e dei rischi sui vulcani attivi. Hanno anche sviluppato e testato nuovi metodi per il monitoraggio dei vulcani, attraverso l'uso integrato di telerilevamento e tecniche geofisiche compresi gas, sismicità e deformazione del terreno. Per la prima volta in Europa si sta studiando a fondo la vulnerabilità del terreno e dei sistemi agricoli alle eruzioni si dovrebbero avere linee guida per l'integrazione degli aspetti socio-economici nella gestione del rischio, come per esempio i piani di gestione del rischio di disastri basati sulla comunità. Sono stati lanciati piani per sistemi di comunicazione di emergenza in aree isolate e per il 2012 è in programma un libro sulla valutazione e la gestione della minaccia vulcanica, creato per politici, scienziati e parti interessate. Miavita ha lavorato a stretto contatto con i partner locali per permettere agli scienziati di ottenere migliori conoscenze della minaccia rappresentata dai vulcani. Ancora più importante è stato l'ottenimento di una maggiore sicurezza per le comunità che vivono all'ombra di uno dei più grandi pericoli della natura. I risultati di questa importante collaborazione sull'eruzione del Merapi saranno presentati alla comunità scientifica in occasione del prossimo congresso dell'Unione europea di geoscienze (EGU) ad aprile 2011. Il progetto Miavita riceve finanziamenti dal Settimo programma quadro (7° PQ) della Commissione europea nell'ambito del tema di ricerca "Ambiente".