Le alghe e gli erbivori combattono l'eutrofizzazione
L'acquacoltura è una elemento sempre più fondamentale dell'importante industria della pesca europea. Gli effluenti dei vivai ittici, tuttavia, possono avere un impatto negativo sulla qualità dell'acqua locale e spesso causano eutrofizzazione. Gli scienziati marini di Europa, Medio Oriente e Cina hanno unito le competenze per progettare una soluzione ecologicamente compatibile. Finanziato dal programma INCO 2, il progetto ZAFIRA (Zero discharge aquaculture by farming in integrated recirculating systems in Asia) ha tentato di introdurre il concetto IMTA (Integrated Multitrophic Aquaculture) nell'acquacoltura dell'Asia orientale. Al progetto hanno collaborato l'Università di Wageningen (AFI-WU), l'Università di Kent (IFM), l'Istituto israeliano di ricerca oceanografica e limnologica (NCM), l'Università della pesca di Shanghai (SFU) e l'Università di Dalian (DFU). I partecipanti hanno introdotto le alghe, nello specifico la diatomea Navicula lenzii, negli effluenti di un vivaio ittico intensivo per rimuovere nitrato e fosfato. Le prestazioni di questo processo sono state ottimizzate applicando un sistema di coltura a lotto sequenziale nel quale il ciclo di raccolta si regolava a seconda del periodo dell'anno. La produzione di diatomee è stata ulteriormente potenziata aggiungendo silicato e cloruro ferrino al serbatoio di trattamento dell'effluente. Le misurazioni hanno indicato un assorbimento significativo di nitrato e fosfato da parte delle alghe, ma non tutti i nutrienti sequestrati sono poi stati trattenuti. Nella fase successiva, il gambero della salamoia (Artemia salina) consuma le diatomee. Il Centro nazionale di maricoltura (NCM) ha ottenuto i risultati migliori, come indicato dai tassi di crescita specifici, dai tassi di ritenzione dei nutrienti e di trasformazione, nei serbatoi interni e in piccoli serbatoi esterni. L'esperienza acquisita durante ZAFIRA sottolinea le sfide specifiche da affrontare per fare in modo che questi sistemi si possano utilizzare all'aperto. Ad esempio, sono necessari volumi abbastanza ampi per produrre la quantità necessaria di alghe. Inoltre, altri organismi filtratori, come le ostriche e gli abaloni, potrebbero essere la chiave per potenziare la rimozione dei nutrienti e devono quindi essere studiati.