Il cibo come catalizzatore del cambiamento
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CORDIScovery
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Abigail Acton
Questo è CORDIScovery.
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Abigail Acton
Salve. Benvenuti a questo episodio di CORDIScovery. Io sono Abigail Acton. Cosa si nasconde dietro la transizione demografica neolitica, un periodo che vide un netto aumento del tasso di natalità? Gli esseri umani iniziarono a navigare molto prima di quanto pensassimo? E se è così, cosa li spinse a mettersi al timone e a sfidare le acque? Come mai alcune fortezze di frontiera nel deserto prosperano e altre si ridussero in polvere?
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Abigail Acton
Un cambiamento nelle fonti di cibo. La disponibilità di prede nutrienti a portata di mano, se solo si riusciva a raggiungerle. Le innovazioni agricole e i sofisticati mezzi di irrigazione che trasformano il deserto in pascolo: tutti questi fattori ebbero ripercussioni di vasta portata. Diamo il benvenuto alle nostre tre ospiti che, grazie al sostegno dell’UE, possono raccontarci come il cibo sia stato un motore di cambiamento sociale per tre comunità molto diverse nell’antichità.
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Abigail Acton
In questo episodio utilizzeremo i termini «avanti Cristo» e «dopo Cristo». Bettina Schulz Paulsson, professoressa associata di archeologia all’Università di Göteborg, in Svezia, è specializzata in ricerche sull’Età della pietra. I suoi interessi comprendono l’Età della pietra, i megaliti legati alla navigazione, la caccia alla balena preistorica, e la datazione e i metodi scientifici. Buongiorno, Bettina.
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Bettina Schulz Paulsson
Buongiorno. Buongiorno a tutte.
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Abigail Acton
Diamo il benvenuto a Corinna Rossi, professoressa associata di egittologia presso il Politecnico di Milano. Le sue ricerche si concentrano sul rapporto tra architettura e matematica nell’antico Egitto. Corinna si interessa, nello specifico, ai reperti antichi del Deserto Occidentale egiziano, con particolare attenzione alle strategie di occupazione e sfruttamento in epoca romana. Benvenuta, Corinna. Buongiorno.
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Corinna Rossi
Buongiorno, Abigail. E buongiorno a tutte.
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Abigail Acton
Sofija Stefanović è docente di antropologia fisica e bioarcheologia presso il Dipartimento di archeologia dell’Università di Belgrado in Serbia. Il suo interesse di ricerca verte sugli schemi di fertilità preistorici e su come la durata dell’allattamento influì sulla salute dei bambini nel Neolitico. Buongiorno, Sofija.
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Sofija Stefanović
Buongiorno, Abigail, e grazie per avermi invitata. Sono lieta di conoscerla. Siamo felici che sia con noi.
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Abigail Acton
Iniziamo da Bettina. L’Età del bronzo è stata associata all’inizio dell’attività marittima, ma nuovi dati indicano che la navigazione prese avvio molto prima. Il progetto NEOSEA ha preso in considerazione i dati che suggeriscono la presenza di navigatori nel Neolitico e il ruolo di questa attività nella formazione di un nuovo mondo interconnesso di società megalitiche. Bettina, quando crede che iniziarono l’attività marittima e la costruzione di navi?
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Bettina Schulz Paulsson
L’attività marittima iniziò già nel Pleistocene, con la colonizzazione dell’Australia come esempio più evidente, circa 60 000 anni fa. In Europa, e in particolare lungo le coste atlantiche, direi tra la Scandinavia e il Portogallo, la navigazione ebbe origine molto tempo fa. Tradizionalmente si riteneva che fosse iniziata durante l’Età del bronzo, intorno al 2 500-2 000 a.C., ma oggi abbiamo prove attuali che suggeriscono che prese avvio almeno 2 000 anni prima, durante l’epoca megalitica, e questa società doveva possedere tecnologie nautiche avanzate che le consentivano di attraversare il mare e di navigare su imbarcazioni, orientandosi con le stelle e il sole.
00:03:35:17 - 00:03:41:08
Bettina Schulz Paulsson
E poi doveva anche sapere come affrontare le maree e le tempeste in mare aperto, per esempio.
00:03:41:10 - 00:03:54:10
Abigail Acton
Capisco. Si tratta quindi di una svolta affascinante, che si discosta dalle precedenti convinzioni circa il momento in cui questo tipo di attività prese piede. Cosa l’ha portata a questa conclusione? Perché crede che sia effettivamente precedente?
00:03:54:12 - 00:04:19:18
Bettina Schulz Paulsson
Esistono villaggi costieri megalitici e possiamo seguire questa diffusione con la datazione al radiocarbonio su tre fasi; abbiamo poi simboli simili e anche un linguaggio simbolico simile che collega regioni molto distanti tra loro. Ci sono anche prove del commercio della pietra verde dalla Spagna meridionale alla Bretagna, che avvenne molto probabilmente lungo le vie marittime.
00:04:19:20 - 00:04:25:15
Bettina Schulz Paulsson
La Bretagna è anche l’unica regione in cui troviamo imbarcazioni raffigurate su pietre erette e in tombe megalitiche.
00:04:25:17 - 00:04:41:19
Abigail Acton
Volevo chiederle proprio questo. Quando parliamo di megaliti, parliamo di meravigliose, grandi ed enormi pietre erette. Ha citato ciò che è raffigurato su di esse. Lo trovo affascinante perché amo queste pietre. Chi non le ama? Sono evocative e potenti. Ma se le si guarda, sembrano davvero solo pietra grezza.
00:04:41:21 - 00:04:49:02
Abigail Acton
Come è possibile sapere che riportano incisioni? Come si fa? Quali strumenti, quali tecniche si usano per stabilire quali sono le immagini sulle pietre?
00:04:49:06 - 00:05:16:01
Bettina Schulz Paulsson
Stavo documentando l’arte megalitica e le incisioni in Bretagna usando la modellazione 3D, ma anche soprattutto la scansione laser. La scansione laser è una tecnica davvero meravigliosa. Ho usato uno scanner laser portatile per entrare nelle tombe strette e ha funzionato molto bene. I risultati sono stati analizzati da diversi software. Così possiamo rendere di nuovo visibili i simboli erosi che non si vedono a occhio nudo.
00:05:16:04 - 00:05:17:08
Bettina Schulz Paulsson
È bellissimo.
00:05:17:10 - 00:05:18:20
Abigail Acton
Penso che sia affascinante. Davvero.
00:05:18:20 - 00:05:21:17
Bettina Schulz Paulsson
Davvero. È un momento magico. Quando emergono.
00:05:21:21 - 00:05:26:23
Abigail Acton
State guardando qualcosa che non è stato visto per migliaia e migliaia e migliaia di anni. Deve essere una vera emozione.
00:05:27:04 - 00:05:33:07
Bettina Schulz Paulsson
Davvero. È così. E crea anche una sorta di connessione con queste società. Il che è molto bello.
00:05:33:09 - 00:05:41:04
Abigail Acton
Assolutamente. Cosa ha visto nelle immagini? Quali immagini le hanno fatto pensare che queste popolazioni fossero naviganti?
00:05:41:06 - 00:06:06:15
Bettina Schulz Paulsson
Come ho detto, la Bretagna è l’unica regione in cui abbiamo imbarcazioni e abbiamo trovato moltissime incisioni di barche e imbarcazioni di diversi materiali e di diversi tipi, ma anche altri simboli marittimi, capodogli e calamari giganti, soprattutto i capodogli. Lo scanner laser li mostrava in connessione con piccole imbarcazioni, ricordavano molto i dipinti storici del XVII e XVIII secolo sulla caccia alle balene.
00:06:06:15 - 00:06:08:19
Bettina Schulz Paulsson
È quindi molto interessante.
00:06:09:00 - 00:06:16:15
Abigail Acton
Davvero. E ricordo che in una nostra precedente conversazione lei aveva accennato al fatto che alcune di queste immagini mostrano effettivamente la balena che emetteva un getto d’acqua.
00:06:16:17 - 00:06:34:09
Bettina Schulz Paulsson
Sì. E le balene sono raffigurate vive. Vediamo il flusso d’acqua tridimensionale. Tutto indica che questa società incontrava davvero balene vive in mare aperto.
00:06:34:11 - 00:06:47:13
Abigail Acton
Capisco. Quindi la sua ipotesi, se così si può dire, è che le persone siano state attratte dall’attività marittima per inseguire i mammiferi marini, perché sono ottime prede. È questa la sua idea?
00:06:47:15 - 00:07:01:23
Bettina Schulz Paulsson
Sì, questa è stata la mia idea fin dall’inizio, e cioè che per seguire le balene occorre sviluppare una tecnologia avanzata. E questo fu forse un po’ l’inizio della navigazione e delle imprese marittime su lunghe distanze.
00:07:02:04 - 00:07:11:13
Abigail Acton
Ma se lei ha ragione e i popoli iniziarono a navigare prima di quanto si pensasse, quale sarebbe stato l’impatto sulla cultura se ci fosse stata una maggiore mobilità marittima in quell’epoca?
00:07:11:19 - 00:07:39:08
Bettina Schulz Paulsson
Troviamo in parte un’identità simbolica comune lungo le coste dell’Europa atlantica, e troviamo spesso rappresentati i capodogli, ma anche simboli come gli ami. E troviamo simboli più antichi che si ripetono, e poi abbiamo le pietre di Calais in Bretagna, è un minerale verde lucido, che è molto raro in Europa, e possiamo rintracciare la materia prima delle perline che troviamo in Bretagna.
00:07:39:08 - 00:07:53:18
Bettina Schulz Paulsson
Viene dal sud della Spagna, e al momento non troviamo perline lì. Quindi ci deve essere stato un commercio della materia prima, ed è proprio uno dei servizi che abbiamo identificato, è accessibile tramite navigazione marittima e fluviale.
00:07:53:20 - 00:08:00:05
Abigail Acton
Bettina, come si fa a capire cosa mangiavano queste antiche comunità? Quali tecniche state utilizzando e che risultati emergono?
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Bettina Schulz Paulsson
Oltre al DNA, stiamo effettuando una vasta gamma di analisi scientifiche naturali. Stiamo svolgendo anche analisi isotopiche, soprattutto per gli isotopi di zolfo.
00:08:14:03 - 00:08:17:16
Abigail Acton
E cosa comporta questo? Che cosa significa nella pratica?
00:08:17:16 - 00:08:52:07
Bettina Schulz Paulsson
Stiamo misurando gli isotopi dello zolfo 13 e 15 per ricostruire la dieta delle popolazioni. Questo ci dà indicazioni sulla quantità di grasso dei mammiferi marini o di cereali che era davvero parte della dieta di questi popoli. Raccogliamo anche il DNA ambientale alla ricerca di DNA di balena, nei sedimenti delle tombe. E nelle fosse di cottura stiamo svolgendo analisi dei residui organici, per isolare i lipidi e scoprire cosa cucinassero tali società.
00:08:52:10 - 00:08:56:17
Bettina Schulz Paulsson
Quindi capiamo se cucinavano il grasso di balena, o le balene, o che tipo di dieta avevano.
00:08:56:19 - 00:08:59:13
Abigail Acton
Grazie. Ci sono domande? Prego. Corinna.
00:08:59:19 - 00:09:19:18
Corinna Rossi
Volevo sapere qualcosa sulle prove archeologiche di imbarcazioni reali. Ha citato scene di barche e balene incise sulle rocce. Mi chiedevo però se esistono prove di resti di barche?
00:09:19:20 - 00:09:45:19
Bettina Schulz Paulsson
No, non le abbiamo. Non di questo tipo di barche. Ne abbiamo relative a epoche molto successive, dell’Età del bronzo, a partire dal 1 700 a.C., nel Regno Unito, abbiamo una barca da gioco, per esempio. Abbiamo estratto due canoe, ma le raffigurazioni nelle tombe mostrano diversi tipi di imbarcazioni. Ritengo che si usassero soprattutto barche con pelli con cui non si poteva semplicemente navigare a vela, ma occorreva remare. Era necessario un numero sufficiente di persone per remare e prendere velocità, per seguire le onde.
00:09:45:21 - 00:10:02:12
Bettina Schulz Paulsson
Occorreva velocità. Non si poteva navigare a vela. Per tornare al porto, per ritrovare la costa, bastava forse una piccola vela, ma per prendere velocità servivano molte persone che remassero. E abbiamo davvero rappresentazioni con 12 persone a bordo, per esempio, in Bretagna. Quindi sarebbe sufficiente.
00:10:02:14 - 00:10:20:17
Abigail Acton
Sembra affascinante, rischioso e fisicamente impegnativo. Santo cielo, l’idea di dover stare al passo con loro fisicamente, remando e basta... Caspita. Ma era necessaria una precisione che non si può ottenere con la vela, ovviamente. Sì. Interessante. Grazie mille. È stato un racconto ovviamente affascinante. Ora mi rivolgo a Corinna.
00:10:20:19 - 00:10:40:07
Abigail Acton
Corinna, lei ha studiato gli insediamenti tardo-romani lungo le aree del deserto di frontiera nel Sahara occidentale, per avere un’idea chiara delle strategie utilizzate per controllare i margini desertici dell’impero. Ha instaurato una relazione, se così si può dire, con il sito di Umm al-Dabadib. Ci lavora da 25 anni, a periodi alterni. Può parlarci di questo luogo?
00:10:40:07 - 00:10:42:02
Abigail Acton
Se lo guardassimo, cosa vedremmo?
00:10:42:08 - 00:11:02:17
Corinna Rossi
Noteremmo, prima di tutto, un sito meraviglioso. Quando l’ho visitato per la prima volta più di 25 anni fa, ci arrivai per caso. All’epoca ero una studentessa di dottorato a Cambridge. Quando lo vidi dissi: «Che posto meraviglioso. Quando tornerò in biblioteca, voglio sapere tutto su questo posto.»
00:11:02:19 - 00:11:30:00
Corinna Rossi
E quando ho cercato informazioni in merito, mi sono resa conto che non era mai stato studiato, non era mai stato documentato, quindi non esisteva nulla al riguardo. Era un sito enorme, molto ben conservato. Ma non si sapeva nulla. Non c’era nemmeno una mappa. Il sito si trova ai piedi di una scarpata, il che significa che l’acqua arriva dal basso e che c’è una vegetazione naturale.
00:11:30:02 - 00:12:02:14
Corinna Rossi
Si tratta quindi di qualcosa che dev’essere stato notato fin dai tempi antichi. È quindi possibile che ci fosse un insediamento ben prima dell’epoca romana. Ma chiaramente all’inizio dell’epoca romana, parliamo del periodo tra il I e il III secolo d.C., vi fu un insediamento romano. Ma a un certo punto, nel IV secolo, i Romani costruirono un insediamento fortificato di fronte all’insediamento più antico, con un piccolo forte al centro e un muro di cinta tutt’intorno.
00:12:02:16 - 00:12:17:13
Corinna Rossi
E questa fu una grande impresa. Il sito, l’area, sono molto aridi, quindi è molto difficile viverci, ma i Romani hanno scavato cinque acquedotti paralleli nella scarpata.
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Abigail Acton
Ci parli degli acquedotti e di come alimentavano un sistema agricolo.
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Corinna Rossi
Hanno scavato gallerie sotterranee in leggera pendenza che si addentravano nel corpo della scarpata, attingendo l’acqua e raccogliendola per gravità in superficie per la coltivazione. E poi da lì crearono una rete di canali a cielo aperto, che si estendeva per chilometri sulla superficie del deserto, per trasformarlo in un giardino verdeggiante.
00:12:47:10 - 00:13:11:22
Corinna Rossi
Ed è sorprendente, perché quando si arriva lì, non si vede nulla degli antichi campi. Ma per qualche minuto al tramonto, il sole cala e non ci sono nuvole, e improvvisamente si vede tutta la centuriatio romana sui campi. E poi dopo qualche minuto sparisce. La si può vedere molto bene dal satellite.
00:13:11:24 - 00:13:27:23
Abigail Acton
Fantastico. Quindi è il calar del sole che proietta lunghe ombre sulla superficie della Terra. Posso immaginare. Dev’essere davvero incredibile: è un breve momento della giornata in cui la storia si rivela e poi improvvisamente sparisce di nuovo. Accidenti. Davvero. Emozionante. Qual era l’estensione esatta?
00:13:28:00 - 00:13:32:13
Abigail Acton
Ho una prima domanda. Qual era l’estensione esatta? E l’altra domanda è: cosa coltivavano? Ha qualche idea?
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Corinna Rossi
L’estensione del sito è piuttosto ampia. Ciò che sopravvive a Umm al-Dabadib è una rara combinazione di quelle che io chiamo le due facce della stessa medaglia, una che non potrebbe esistere senza l’altra. Una era la ragione di esistenza dell’altra: cioè l’insediamento e il sistema agricolo, perché il sito doveva essere indipendente.
00:13:55:20 - 00:14:21:24
Corinna Rossi
L’insediamento era quindi piuttosto piccolo e concentrato, ma il sistema agricolo si estendeva per chilometri. Quindi richiedeva molto spazio e molto impegno. Pensiamo di sapere cosa coltivassero. Abbiamo potuto analizzare i mattoni di fango con cui è costruito l’insediamento, che contengono resti botanici. Naturalmente si tratta di resti che risalgono al periodo in cui l’insediamento venne costruito.
00:14:22:03 - 00:14:48:18
Corinna Rossi
Quindi non raccontano nulla di quello che è successo dopo. Ma abbiamo svolto uno studio sulle coltivazioni e ci siamo resi conto che la fertilità del suolo sarebbe diminuita drasticamente se non avessero adottato un sistema di rotazione delle colture. E nemmeno questo sarebbe bastato, perché solo l’acqua non sarebbe stata sufficiente a sostenere uno sfruttamento agricolo a lungo termine. Quindi dovevano sicuramente aggiungere il guano.
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Corinna Rossi
Guano di piccione. Infatti, ne abbiamo trovato i resti della torre dei piccioni. Chiaramente i piccioni venivano utilizzati per fornire carne e anche per il guano usato per la coltivazione.
00:14:59:23 - 00:15:00:22
Abigail Acton
Come fertilizzante?
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Corinna Rossi
Esatto.
00:15:01:17 - 00:15:01:23
Abigail Acton
Interessante.
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Corinna Rossi
E questo era fondamentale perché gli abitanti continuassero a coltivare la terra. In realtà, pensiamo che il motivo per cui il sito è stato abbandonato sia l’abbassamento della falda freatica. Il fatto che gli acquedotti smisero di fornire acqua sufficiente per irrigare tutti i campi fu probabilmente il motivo per cui il sito fu abbandonato, dopo un solo secolo di occupazione.
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Abigail Acton
Qual era l’impatto culturale e, direi, socioeconomico di un avamposto dell’Impero romano in questo luogo? Si riscuotevano tasse dalle rotte commerciali? Quale fu l’impatto del forte?
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Corinna Rossi
Ci siamo resi conto che nel sito non c’è nulla che non sia egiziano. Mi spiego meglio. Ci siamo resi conto, ad esempio, che l’insediamento fortificato e il forte furono costruiti utilizzando l’antica unità di misura egizia e che i defunti furono sepolti secondo le usanze e la cultura religiosa egizia. Quindi non c’è nulla che ci parli davvero della presenza straniera in quel luogo. È evidente che si tratta di un gruppo di egiziani che furono reinsediati lì dalle autorità romane.
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Corinna Rossi
Dovevano esserci soldati romani o appartenenti all’esercito romano. Ma è probabile che siano stati essi stessi egiziani. Se si osserva il forte da lontano, si potrebbe pensare che fosse pieno di soldati armati che custodivano un qualche tesoro all’interno. Ma in realtà là fuori il vero tesoro erano l’acqua e il cibo. L’acqua era disponibile grazie all’acquedotto.
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Corinna Rossi
Il cibo così faticosamente coltivato e raccolto era conservato nel forte. Quindi il forte era in realtà un deposito di cibo, sorvegliato probabilmente da un piccolo contingente di soldati. Il ruolo del sito era quello di sorvegliare una delle fonti d’acqua lungo le vie carovaniere che conducevano al cuore dell’oasi. E c’erano altri siti simili in tutta l’oasi.
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Corinna Rossi
Inoltre, nelle vicinanze c’è un’enorme miniera di allume. Quindi molto probabilmente il sito è stato costruito lì anche per coordinare lo sfruttamento di questa miniera isolata. L’allume veniva scambiato con la valle e poi con il cuore dell’Impero Romano. L’allume era un minerale molto importante, utilizzato come disinfettante per la tintura dei tessuti e come additivo per medicinali di vario tipo.
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Corinna Rossi
Si trattava quindi di una materia prima importante e le miniere di Kharga dovevano essere piuttosto importanti nell’antichità.
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Abigail Acton
Grazie, in particolare per avermi spiegato cos’era l’allume senza che dovessi chiederlo! Le sono molto grata. Dovrò rivelare la mia ignoranza. Molto bene. È affascinante. Avete qualche domanda per Corinna? Sofija, mi sembra che abbia una domanda.
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Sofija Stefanović
Corinna, probabilmente questa domanda ai tempi dei Romani non sarebbe stata politicamente corretta, ma oggi penso di poterle chiedere la sua prospettiva. Questo processo di modernizzazione è stato vantaggioso per la popolazione egiziana, soprattutto per quanto riguarda la produzione e l’approvvigionamento alimentare?
00:18:21:00 - 00:18:49:14
Corinna Rossi
È difficile rispondere in modo preciso perché, come ho detto, abbiamo trovato prove solo di attività egiziane. Quindi è chiaro che sì, lo fu, in un certo senso, perché le persone che vivevano lì avevano a disposizione risorse sufficienti per costruire un insediamento consistente di case piuttosto grandi e lussuose. Sono molto belle, non sono baracche in mezzo al nulla.
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Corinna Rossi
Quindi le persone vivevano in luoghi molto belli e confortevoli. Dunque sì, chiaramente, credo che l’impressione sia che... se posso usare questi termini, fare una distinzione molto chiara... Credo che si tratti di una sorta di colonie. Non stiamo parlando di colonialismo, ma di colonizzazione.
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Abigail Acton
Grazie mille. Fantastico. Molto interessante. Sofija, ora mi rivolgo a lei. Il suo progetto si chiama BIRTH, e ha analizzato i principali meccanismi biologici e culturali che influenzarono i tassi di fertilità e la prima infanzia durante il primo medio Olocene, ovvero tra il 10 000 e il 5 000 a.C. nei Balcani. Sofija, posso chiederle perché ha ritenuto importante studiare la vita delle madri e dei neonati preistorici?
00:19:34:07 - 00:19:58:04
Sofija Stefanović
Penso che il tema della maternità sia molto importante perché la sopravvivenza degli esseri umani dipende dalla qualità della vita delle madri e dei neonati della storia. Ma il modo in cui vivevano è quasi sconosciuto. Quindi, sulla base della scarsa densità di resti archeologici relativi ai primi due milioni e mezzo di anni di evoluzione umana, si è ipotizzato che fino a 10 000 anni fa…
00:19:58:04 - 00:20:32:11
Sofija Stefanović
… Quindi, fino al Neolitico, il numero di persone sulla Terra fosse molto ridotto. Perciò prima del Neolitico le madri probabilmente davano alla luce un solo figlio. Per scoprire se le madri del Neolitico iniziarono davvero ad avere più bambini abbiamo studiato le prove biologiche del numero di gravidanze e anche quanto a lungo i neonati erano allattati al seno, quale fosse l’alimentazione supplementare, nonché come la cultura neolitica abbia contribuito ai cambiamenti nella maternità.
00:20:32:13 - 00:20:35:21
Abigail Acton
Cosa si sapeva al riguardo prima di iniziare il vostro progetto?
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Sofija Stefanović
In realtà, non abbiamo prove biologiche sul numero di gravidanze, quindi tutte le conoscenze sulla demografia umana si basavano sui resti archeologici. L’idea principale è quindi di trovare le prime evidenze biologiche sul numero di gravidanze, ma anche su tutti gli altri aspetti rilevanti per la comprensione di questo importante processo di aumento della fertilità. Così, ad esempio, per indagare sul numero di gravidanze abbiamo deciso di contare il numero delle cosiddette linee di stress, nascoste nella radice dei nostri denti.
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Sofija Stefanović
Abbiamo usato il metodo «tooth cementum annulation» [formazione di anelli nel cemento dentale, N.d.T.] che analizza il cemento dentale e che si basa su due fatti. Innanzitutto, ogni anno ognuno di noi sviluppa un nuovo strato di cemento dentale. Quindi, quando la radice del dente viene tagliata con la lama diamantata, si realizza una sezione sottile che viene esaminata al microscopio contando le linee del cemento dentale. Come per gli anelli degli alberi, possiamo capire quanto è vecchio il dente. In secondo luogo, uno studio clinico importante dei nostri colleghi in Germania, su una donna con un numero noto di gravidanze, ha dimostrato che durante l’anno di gravidanza, probabilmente a causa dei problemi di calcio, questa linea cambia.
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Sofija Stefanović
La sua forma cambia e diventa più profonda e irregolare. Questo ci permette di indagare se e in che misura il numero delle linee di stress e il numero di gravidanze aumentano nella donna neolitica. In secondo luogo, un altro aspetto importante della fertilità è la durata dell’allattamento. Abbiamo quindi deciso di indagare le differenze di durata dell’allattamento al seno nel Neolitico e nei periodi precedenti.
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Abigail Acton
È fantastico. Vorrei parlare dell’allattamento al seno e dell’intero concetto di infanzia e svezzamento tra un secondo. Ma prima vorrei tornare un attimo a questi anelli nei denti, per capire meglio. Si tratta di anelli di stress, potremmo dire. Possiamo affermare che sono anelli legati allo stress. Quindi stiamo parlando dell’impatto della gravidanza sulla capacità dell’organismo di depositare il calcio nei denti. Se non erro, in una conversazione precedente dicevamo che, secondo le ricerche, potrebbe esserci una differenza maggiore tra il numero di anelli di stress nei denti maschili…
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Abigail Acton
nel periodo precedente, quando l’essere umano era più cacciatore-raccoglitore. È così?
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Sofija Stefanović
Sì, è vero. I nostri risultati… Perché non abbiamo analizzato solo le donne. Abbiamo anche, diciamo, un gruppo di controllo di maschi, perché queste linee di stress possono anche apparire per una frattura dell’osso, o se abbiamo un problema con il calcio, o per una malattia renale. Non possiamo quindi essere sicuri che ogni linea sia collegata solo alla gravidanza. Ma nei nostri gruppi di controllo, risulta che i maschi prima del Neolitico presentano più linee di stress.
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Sofija Stefanović
Ma nel Neolitico sembra che i maschi avessero una vita più pacifica, perché non abbiamo trovato così tante linee di stress. Al contrario delle femmine, il cui numero di linee di stress esplose durante il Neolitico.
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Abigail Acton
Capisco. Questo è un altro motivo per cui si ipotizza che questo fatto potrebbe essere correlato al numero di gravidanze e nascite. E così la popolazione è esplosa. Nelle femmine si notano sempre più anelli di stress, che forse indicano il numero di gravidanze. Quale fu la causa? Quale immaginiamo sia stata la ragione di questo improvviso aumento del numero di gravidanze?
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Sofija Stefanović
Quello che abbiamo trovato nel nostro campione, nella nostra micro-regione, e quello che è stato suggerito anche da altri scienziati è che è possibile… alcuni aspetti molto importanti di questo aumento sono i cambiamenti nello stile di vita. In breve, le popolazioni neolitiche hanno introdotto il latte di animali addomesticati e piante addomesticate. Ma per noi era molto importante indagare il fatto che tutte queste innovazioni influenzarono la durata dell’allattamento, perché questo è direttamente collegato alla fertilità.
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Sofija Stefanović
Quindi, finché una donna allatta al seno, sarà più difficile avere possibilità di una nuova gravidanza. Abbiamo analizzato la durata dell’allattamento al seno delle madri… dei neonati vissuti 10 000 anni fa e fino a 5 000 anni fa. Attraverso una studio isotopico è emerso è che i neonati nel Neolitico venivano allattati al seno per un anno, anche meno, e che le madri prima del Neolitico allattavano i figli fino all’età di quattro, a volte anche cinque anni.
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Abigail Acton
E cosa ha permesso questa transizione? Perché il periodo di allattamento era più breve nel Neolitico?
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Sofija Stefanović
Pensiamo che il cambiamento sia legato all’invenzione di nuovi alimenti supplementari. L’addomesticamento di piante e animali ha permesso di produrre un nuovo tipo di pappa, e così apparve un nuovo tipo di alimento per neonati. Inoltre, questo nuovo cibo era disponibile tutto l’anno, quindi non dipendeva dalla caccia e dalla raccolta di cibo, o dalle condizioni. Quindi era più facile usare i cereali e il latte per produrre alimenti supplementari, come fanno le madri di oggi.
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Sofija Stefanović
Pensiamo quindi che questo nuovo tipo di pappa abbia permesso alla madre di allattare più a lungo, ma anche agli altri membri della comunità di partecipare maggiormente all’intero processo di alimentazione. Infatti, questo nuovo tipo di alimento permetteva ai padri, alle nonne e ai bambini più piccoli di nutrire i neonati.
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Abigail Acton
E cosa la spinge a pensare all’idea di queste pappe o di un cibo alternativo? Sì, il cibo esisteva, ma avete trovato qualche reperto che possa far pensare all’esistenza di questa pappa?
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Sofija Stefanović
Sì, l’abbiamo scoperta grazie a questo studio isotopico. Dell’analisi della composizione chimica delle ossa emerge che il cibo di svezzamento cambiò con il Neolitico e conteneva più carboidrati derivati dalle nuove piante. Ma c’è un aspetto che è stato molto entusiasmante per noi: quando abbiamo scoperto che le femmine iniziarono ad allattare per un periodo di tempo così breve, abbiamo riflettuto su cosa avremmo potuto trovare nella documentazione archeologica che indicasse questo cambiamento molto importante. Abbiamo scoperto che nel Neolitico apparve un tipo di strumento completamente nuovo.
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Sofija Stefanović
Si tratta di piccoli utensili d’osso ricavati da vecchie ossa di mucca. Esistono migliaia di cucchiai fatti con queste piccole ossa. E su di essi abbiamo scoperto migliaia di impronte di denti. Così ci siamo resi conto che le popolazioni neolitiche non solo inventarono nuovi tipi di alimenti, ma produssero anche strumenti molto specifici per nutrire i neonati.
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Sofija Stefanović
Per noi è stato molto emozionante, perché dimostra che ci fu un cambiamento veramente nuovo e innovativo. Ma anche che si usavano nuovi utensili.
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Abigail Acton
L’idea di utensili neolitici per lo svezzamento è molto interessante. Non è fantastico? Utensili neolitici per lo svezzamento, piccoli cucchiai d’osso con i segni dei denti. Non è interessante? Grazie mille, Sofija. È affascinante. E naturalmente questo provocò un’esplosione demografica. Prima eravamo piuttosto precari, è corretto? La popolazione era considerata piuttosto piccola, eravamo fragili e vulnerabili, e poi all’improvviso ci fu un’esplosione, la popolazione decollò e i neonati venivano nutriti con i cucchiai.
00:28:55:13 - 00:29:00:07
Abigail Acton
Fantastico. Ok. Qualcuno ha delle domande per Sofija? Bettina? Prego.
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Bettina Schulz Paulsson
È davvero interessante. Abbiamo notato che nel Neolitico la demografia esplose. Pensa davvero che, grazie a questo, abbiano potuto avere più bambini, più figli, e che questa pappa sia il motivo per cui la popolazione del Neolitico era così ampia?
00:29:26:19 - 00:30:02:04
Sofija Stefanović
Credo che sia uno dei fattori più importanti, perché ha permesso di ridurre il tempo di allattamento al seno. Prima non era facile trovare alimenti supplementari. Come cacciatori e raccoglitori, potevamo fornire il pesce o… eravamo molto limitati e dipendevamo dalle condizioni meteorologiche o climatiche. Si è trattato quindi di un’innovazione molto importante, come nel XIX secolo, quando sono stati inventati nuovi alimenti supplementari e si assistì a una crescita della popolazione, perché è direttamente collegata ai cicli della fertilità. Quindi, se non si allatta fino all’età di tre o quattro anni, come nel Mesolitico, credo che questo sia stato uno dei fattori più importanti…
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Sofija Stefanović
… Non dico l’unica ragione, ma una ragione molto importante per l’aumento della fertilità.
00:30:07:22 - 00:30:20:15
Abigail Acton
Inoltre, come dice lei, permette di fornire assistenza comunitaria ai neonati. Non è solo la madre che deve essere… potremmo quasi dire che ha un ruolo di produttività per l’approvvigionamento di altri alimenti e così via. Insomma, non è legata a un piccolo neonato.
00:30:20:15 - 00:30:41:16
Sofija Stefanović
Sì, decisamente. Ciò ha contribuito a un importante cambiamento nell’intero sistema di accudimento cooperativo. Siamo cooperativi per quanto riguarda la crescita dei bambini, quindi ci aiutiamo a vicenda. Ma con questo nuovo alimento supplementare è stato possibile aggiornare il sistema e portarlo a un livello completamente nuovo.
00:30:41:18 - 00:30:44:16
Abigail Acton
Affascinante. Fantastico. A lei la parola, Corinna.
00:30:44:18 - 00:30:56:10
Corinna Rossi
Suppongo che anche il fatto che quei popoli si siano insediati stabilmente in un luogo, quindi non fossero più nomadi…
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Corinna Rossi
… Si fermarono…
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Corinna Rossi
… Nello stesso luogo e crearono un insediamento stabile, anche questo aiutò a crescere più bambini. Infatti mi sembra che fosse utile avere un unico luogo dove conservare il cibo in modo stabile e dove alimentare i bambini. Suppongo che questo fosse un elemento del quadro generale.
00:31:16:22 - 00:31:46:14
Sofija Stefanović
Sicuramente. Penso anche che le case fossero molto importanti, soprattutto perché erano riscaldate e quindi avevano ripercussioni importanti sul processo di termoregolazione. Perché la presenza di condizioni termicamente stabili, come nel Neolitico, è importante anche per il processo di nascita e per la sopravvivenza dei neonati dopo la nascita. Quindi sì, assolutamente: la vita domestica era molto, molto, molto importante per il successo degli esseri umani.
00:31:46:14 - 00:32:01:08
Abigail Acton
Fantastico. Grazie mille a tutte e tre. È stato molto affascinante vedere come queste varie comunità e culture si sono mosse in direzioni diverse, una volta scoperta e resa disponibile una nuova fonte di cibo. Grazie. È stato meraviglioso. È stato un grande piacere.
00:32:01:12 - 00:32:03:10
Bettina Schulz Paulsson
Grazie mille. Grazie.
00:32:03:12 - 00:32:04:12
Corinna Rossi
Grazie mille.
00:32:04:12 - 00:32:08:14
Sofija Stefanović
Grazie mille per questa opportunità. Prego a tutte voi.
00:32:08:19 - 00:32:09:03
Abigail Acton
Grazie.
00:32:09:09 - 00:32:13:24
A tutte voi,
grazie. Arrivederci. Arrivederci.
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Abigail Acton
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Abigail Acton
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Abigail Acton
Sicuramente ci sarà qualcosa che fa al caso vostro. O ancora, se state lavorando a un progetto o volete richiedere un finanziamento, sul sito potete trovare altri progetti del vostro ambito di ricerca. Vi invito quindi a scoprire le tante ricerche impegnate a svelare le forze che muovono il mondo. Siamo sempre felici di ricevere i vostri commenti. Scriveteci a editorial chiocciola cordis punto europa punto EU. Alla prossima.
Approfondimenti e idee Gli alimenti possono creare o distruggere le comunità. Un cambiamento nelle fonti di cibo, la disponibilità di prede nutrienti a portata di mano, se solo si riusciva a raggiungerle, le innovazioni agricole e i sofisticati mezzi di irrigazione che trasformano il deserto in pascolo: tutti questi fattori ebbero ripercussioni di vasta portata. Le nostri tre ospiti, beneficiarie del sostegno dell’UE, ci raccontano come il cibo sia stato un motore di cambiamento sociale per tre comunità molto diverse dell’antichità. Bettina Schulz Paulsson, professoressa associata di archeologia presso l’Università di Göteborg in Svezia, è specializzata nella ricerca sull’Età della pietra. I suoi interessi di studio comprendono la navigazione marittima, i megaliti, la caccia alla balena preistorica e la datazione e i metodi scientifici, che ha indagato attraverso il progetto NEOSEA. Corinna Rossi è professoressa associata di egittologia presso il Politecnico di Milano. Le sue ricerche si concentrano sul rapporto tra architettura e matematica nell’antico Egitto. Il suo progetto, L.I.F.E., è un approfondimento sui reperti antichi del Deserto Occidentale egiziano. Sofija Stefanović è professoressa di antropologia fisica e bioarcheologia presso il Dipartimento di archeologia dell’Università di Belgrado, in Serbia, e coordinatrice del progetto BIRTH. Il suo interesse di ricerca verte sugli schemi di fertilità preistorici e su come la durata dell’allattamento influenzò la salute dei bambini nel Neolitico.
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