Aggiornamento su iSIM: svelare la discriminazione razziale nel reclutamento della forza lavoro in Europa
Il progetto GEMM, finanziato dall’UE, ha fatto luce sulle cause di queste disuguaglianze e ha determinato le modalità attraverso cui i fattori istituzionali sono in grado di spiegare le differenze esistenti tra i diversi paesi. I ricercatori hanno fornito raccomandazioni pratiche di particolare interesse per i responsabili politici. «I risultati hanno evidenziato i significativi divari che esistono tra i gruppi di migranti nei mercati del lavoro europei, e in particolare gli allarmanti livelli di discriminazione nelle assunzioni nei confronti delle minoranze etniche e religiose, che non sembrano ridursi, se non in modo irrilevante, nel corso del tempo», spiega Neli Demireva, docente di sociologia presso l’Università dell’Essex nel Regno Unito e coordinatrice di GEMM. «I nostri risultati indicano la presenza di una concorrenza molto scarsa tra la maggioranza della popolazione nei paesi di accoglienza e gli immigrati», aggiunge l’autrice. «Il contesto dell’accoglienza è importante per poter garantire una migliore integrazione dei migranti: i corsi legati al paese ospitante, infatti, possono aiutare in modo molto rilevante i rifugiati e i gruppi più vulnerabili.» Nell’estate del 2023, sulla rivista «Socio-Economic Review» è stato pubblicato uno studio che ha presentato i risultati del primo esperimento su larga scala condotto in Europa al fine di indagare sulla discriminazione razziale basata sull’aspetto fisico per quanto concerne le assunzioni. I ricercatori hanno esaminato le risposte di quasi 13 000 aziende europee a domande di lavoro fittizie in Germania, Spagna e Paesi Bassi, dove allegare una fotografia al CV è prassi consueta. I nomi e le fotografie sono stati modificati nelle domande di lavoro presentate in risposta a annunci online reali per diverse professioni. Tutti i candidati fittizi erano giovani cittadini di paesi europei nati da genitori provenienti da quattro macroregioni, ovvero Europa-Stati Uniti, Maghreb-Medio Oriente, America Latina-Caraibi e Asia. Nel complesso, i risultati hanno messo in evidenza che il fenotipo non bianco (caratteristiche esteriori legate alla razza) costituisce un rilevante ostacolo per l’occupazione dei cittadini europei nati da genitori immigrati. I candidati neri sono stati richiamati in media dai selezionatori con la minor frequenza, mentre quelli bianchi con quella più elevata. I candidati di origine magrebina e mediorientale con fenotipi neri hanno dovuto presentare circa il 50% in più di domande per essere richiamati dai datori di lavoro rispetto a candidati con CV identici, ma con nomi europei e fenotipi bianchi. I finanziamenti dell’UE sono stati fondamentali per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il progetto GEMM si era prefisso. «Ci hanno permesso di confrontare i processi e i risultati a livello di integrazione nei diversi paesi europei", dichiara Demireva, che conclude: «Inoltre, ci hanno consentito di evidenziare i fattori che contribuiscono a integrare con successo i migranti e le minoranze nel mercato del lavoro del paese di accoglienza, a tutto vantaggio di tali minoranze, della maggioranza della popolazione e delle società europee ospitanti che abbiamo studiato.»
Parole chiave
GEMM, discriminazione razziale, discriminazione, reclutamento, mercato del lavoro, disuguaglianza, migrante, minoranza, assunzione, fenotipo