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Mettere a frutto i terreni marginali dell’Europa per la bioeconomia

Un progetto sostenuto dall’UE ha individuato sei specie di alberi e arbusti che si rivelano promettenti in qualità di biomassa coltivata da utilizzare per la fabbricazione di prodotti a base biologica.

Sin dal suo avvio, che ha avuto luogo nel luglio del 2020, il progetto BeonNAT, finanziato dall’UE, si è occupato di approfondire la produzione di prodotti biologici e composti bioattivi in grado di contribuire a sostituire i prodotti di origine fossile. A tal fine, ha proposto l’utilizzo di alberi e arbusti coltivati in terreni marginali dell’Europa come fonte di biomassa per la fabbricazione di otto prodotti basati su nuove catene di valore biocompatibili. Finora, BeonNAT è riuscito a dimostrare le potenzialità di cui è dotata la biomassa forestale coltivata al fine di produrre bioplastiche utilizzate per prodotti quali cosmetici bioattivi, biochar, carbone attivo e lettiere per animali domestici con oli essenziali. Le specie arboree e arbustive valutate per la loro idoneità alla fabbricazione di questi prodotti finali, che comprendono l’olmo siberiano, il ginepro comune, l’eliantemo rupino, il rosmarino, la betulla, la ginestra comune, l’acacia nera, la mora, il carpino comune e il pioppo nero, sono state coltivate in sei località in Germania, Spagna e Romania. In Spagna, gli alberi sono stati piantati su terreni marginali precedentemente impiegati a scopo agricolo a Velefique, in provincia di Almeria, e su terreni forestali marginali sottoutilizzati ricoperti da praterie con scarsa vegetazione legnosa a Lubia, in provincia di Soria. Quest’ultimo sito, gestito dal Centro di ricerche energetiche, ambientali e tecnologiche (CIEMAT), l’ente che ha coordinato il progetto BeonNAT, è un’area sottoposta a gestione forestale sostenibile. I casi di studio tedeschi sono situati nella parte bonificata della miniera di lignite a cielo aperto di Welzow-Süd, nello stato del Brandeburgo, e nei terreni forestali marginali di Kromlau, nello stato della Sassonia. In Romania, gli alberi sono stati coltivati su terreni destinati nel passato a uso agricolo a Zamostea e Moara.

Risultati promettenti

Come riportato in un articolo pubblicato sulla piattaforma «Nutraceutical Business Review», sei delle specie più promettenti tra gli alberi e gli arbusti precedentemente citati sono state ritenute adatte per essere utilizzate ai fini della produzione di bioplastiche, biochar, carbone attivo e lettiere per animali domestici. A titolo di esempio, due specie identificate come promettenti per la produzione di acido lattico impiegato nella fabbricazione di bioplastiche per cosmetici bioattivi sono il pioppo nero di Zamostea e l’acacia di Moara. La notizia riferisce ulteriori esiti raggiunti: «I risultati ottenuti dai test effettuati allo scopo di valutare l’idoneità dell’olmo siberiano per la produzione di carbone attivo e biochar commerciali sono stati positivi, e per questo prodotto finale sono stati promettenti anche quelli generati dalle analisi del ginepro comune. In relazione alla produzione di lettiere per animali domestici a base di oli essenziali, invece, finora, i migliori risultati sono giunti dai test svolti per valutare la betulla, il rosmarino e l’olmo siberiano. Sono stati inoltre completati i primi test sui pannelli di particelle. Questi composti con basse emissioni di formaldeide sono stati ottenuti da tutte le specie e alcuni di essi, in particolare quelli di determinate specie arboree, hanno rivelato buone proprietà meccaniche.» I ricercatori di BeonNAT hanno effettuato test con la pasta kraft in cui i trucioli di legno vengono digeriti a temperature e pressione elevate in una miscela nota come liscivio fresco, nell’ambito di un processo utilizzato per convertire il legno in pasta di legno. Questi test, che sono stati condotti su tutte le specie, hanno evidenziato scarsi risultati per la polpa prodotta da ginepro, rosmarino e mora. Altre specie, tuttavia, hanno dimostrato buone proprietà in tal senso: «La specie della ginestra comune ha dato risultati sorprendentemente buoni sia per i pannelli di particelle che per la pasta di legno», viene riportato nell’articolo. «Sono inoltre in corso alcuni test volti a valutare il potenziale bioattivo di questa specie.» La prossima fase del progetto BeonNAT (Innovative value chains from tree & shrub species grown in marginal lands as a source of biomass for bio-based industries) prevede un secondo test di produzione con prodotti biologici e la valutazione delle materie prime prodotte dalle specie selezionate ai fini del processo di ampliamento. Il progetto volgerà al termine nel giugno del 2025. Per maggiori informazioni, consultare: BeonNAT project website

Parole chiave

BeonNAT, albero, arbusto, a base biologica, bioattivo, terreno marginale, biomassa, foresta

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