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Seminare il futuro dell’agricoltura biologica con sementi migliori

Il progetto ECOBREED, finanziato dall’UE, riunisce partner di Europa, Australia, Cina e Stati Uniti per migliorare la fornitura di sementi biologiche per frumento, patate, soia e grano saraceno.

Alimenti e Risorse naturali icon Alimenti e Risorse naturali

L’agricoltura biologica richiede l’utilizzo di sementi biologiche. Sebbene l’affermazione possa sembrare piuttosto ovvia, occorre considerare che i semi biologici hanno un costo elevato, sono di difficile reperibilità e più esposti al rischio di contenere malattie, e possono essere contaminati dai corrispettivi non biologici. Il progetto ECOBREED (Increasing the efficiency and competitiveness of organic crop breeding) intende prevenire ostacoli simili che limitano la crescita del mercato dei prodotti biologici. Il suo obiettivo è migliorare la disponibilità dei semi e delle varietà adatti, identificare i tratti con le potenzialità maggiori e aumentare le attività di selezione per la produzione di colture biologiche e a bassi consumi intermedi. Il progetto è stato avviato a maggio 2018 e mira al raggiungimento di sette risultati: identificare tratti e variazioni adatti; valutare le potenzialità della variazione genetica per migliorare l’acquisizione di sostanze nutritive; aumentare la competitività contro le malerbe e il loro controllo; sviluppare sistemi di selettocoltura partecipativi migliori; preselezionare varietà «d’élite» e organizzare programmi di formazione.

Sperimentazioni sul campo e fenotipizzazione

La fase iniziale del progetto è stata dedicata ai processi di identificazione, selezione, valutazione e moltiplicazione dei genotipi, per permettere lo svolgimento di ulteriori studi e sperimentazioni sul campo. Queste ultime si sono concentrate specificamente su quattro specie di colture: il frumento, la patata, la soia e il grano saraceno. Secondo Vladimir Meglič, coordinatore del progetto e ricercatore presso l’Istituto agrario sloveno, l’obiettivo ultimo è quello di assicurare che la resa per ettaro delle nuove varietà di colture biologiche sia la stessa di quelle convenzionali. Il team ha infatti identificato incroci promettenti per tratti specifici come la tolleranza alla siccità, la resistenza alle patologie e il valore nutritivo. Le sperimentazioni sul campo sono state svolte in vari paesi. In Slovenia, l’Istituto agrario ha condotto test su patate biologiche, nel tentativo di migliorare la qualità e il vigore dei tuberi seme attraverso l’utilizzo di colture di copertura. In Slovenia e negli Stati Uniti sono stati condotti esperimenti sull’efficienza dell’assorbimento del fosforo da parte del grano saraceno, mentre ulteriori sperimentazioni in Serbia hanno valutato le ripercussioni economiche negative della cimice verdastra meridionale sulla produzione di soia europea.

Alimentare la transizione biologica

I partner del progetto hanno inoltre svolto tre esperimenti specifici per il grano duro, guidati dall’Università della Tuscia. Nel corso del primo anno del progetto, nei campi italiani, austriaci e bulgari sono state valutate 72 linee di grano duro. Gli esperimenti hanno permesso di selezionare incroci con una produttività maggiore rispetto alle colture già in commercio. Come dichiarato da Meglič in un’intervista del 2018 a un quotidiano sloveno, «Passare completamente alla produzione biologica sarebbe impossibile, perché gli alimenti biologici sono ancora una nicchia di mercato, e perché molti agricoltori che praticano questo tipo di coltivazione semplicemente non sopravvivrebbero senza sussidi, in questo momento. «Ma ciò che possiamo fare e stiamo già facendo con ECOBREED è cercare nuovi approcci e tecnologie per ridurre il lavoro manuale, eliminare le malerbe e fornire varietà resistenti alle malattie agli agricoltori che praticano l’agricoltura biologica.» Il progetto dovrebbe concludersi all’inizio del 2024.

Parole chiave

ECOBREED, agroecologia, colture biologiche, semi biologici, fenotipizzazione, mercato, resa