Un approccio di economia circolare per il trattamento delle acque reflue
Circa il 30 % degli europei è colpito dallo stress idrico, e ogni anno ciascun cittadino comunitario produce approssimativamente 5 tonnellate di rifiuti in media. La scarsità di acqua e il recupero delle risorse sono due problematiche per le quali l’UE è impegnata a trovare soluzioni sostenibili. Queste sono particolarmente necessarie nel settore della macellazione, un’industria ad alto consumo idrico che produce enormi quantità di acque reflue contenenti percentuali elevate di materia organica. È qui che entra in gioco il progetto Water2REturn, finanziato dall’UE. «Proponiamo una soluzione integrata per il trattamento delle acque reflue provenienti dai macelli e per il recupero di preziose sostanze nutritive dotate di un elevato valore di mercato nel settore agricolo», osserva Pilar Zapata, la coordinatrice del progetto. La tecnologia di Water2REturn adotta un approccio improntato sull’economia circolare. Le sostanze nutritive e le risorse energetiche presenti nelle acque reflue vengono riciclate in modo sicuro ed efficiente sotto diverse forme, per poi essere reimmesse nel sistema agricolo in qualità di nuove materie prime. «Le acque reflue sono, pertanto, una fonte di nutrienti, energia e acqua, non rappresentando più un rifiuto; gli impianti per il loro trattamento diventano invece “bioraffinerie”», aggiunge Zapata.
Un processo di dimostrazione in scala reale
Per testare la tecnologia di Water2REturn, il progetto ha stabilito un processo di dimostrazione in scala reale sostenibile, intersettoriale e integrato nel caso di studio concreto che coinvolge «Matadero del Sur», un impianto di macellazione situato a Salteras, in Spagna. «Abbiamo utilizzato una nuova combinazione di tecnologie biochimiche e fisiche con processi a cascata, il tutto puntando a raggiungere un equilibrio positivo in termini di impronta energetica», spiega Zapata. Parlando dei principali risultati ottenuti, Zapata afferma: «Non solo abbiamo sviluppato un trattamento integrato per le acque reflue, ma abbiamo anche prodotto un sistema di recupero delle sostanze nutritive e dell’energia composto da quattro unità di lavorazione separate, sebbene interconnesse: la linea acqua, la linea fanghi, la linea energia e la linea alghe.» Ciò ha portato al recupero di materie prime secondarie (MPS): concentrato di sostanze nutritive (MPS1), fanghi idrolizzati (MPS2) e biomassa algale (MPS3). Data la bassa concentrazione di azoto all’interno delle acque reflue del macello Matadero del Sur, le MPS1 sono state ritenute non sostenibili a livello commerciale, pur essendo valide candidate per la fertilizzazione diretta dei campi locali situati in prossimità degli impianti di macellazione. Per contro, le MPS2 dispongono di un’elevata disponibilità di materia organica, che può essere utilizzata in altri processi biologici, come la digestione anaerobica. «Sono servite come base per la formulazione di un biostimolante in grado di incrementare la produttività delle colture», commenta Zapata. La loro sperimentazione è avvenuta su colture di meloni, pomodori e cetrioli. «Le MPS3 hanno costituito la base per formulare un biostimolante che ha dimostrato efficacia in diverse colture e vari frutti, come il cetriolo e l’albicocca», osserva Zapata. Per ottenere il maggior sviluppo vegetativo possibile è necessario applicarlo al suolo, mentre se irrorato sulle foglie consente di incrementare l’intensità e la qualità della fioritura e della germinazione, nonché la resa dei frutti. «È stata inoltre dimostrata la sua competitività come prodotto: la soluzione offre infatti prestazioni pari a quelle dei migliori prodotti sul mercato, ma rappresenta un’alternativa molto più ecocompatibile», aggiunge Zapata.
Posti di lavoro verdi e industrie per il recupero e il riciclaggio dei nutrienti
L’utente finale, Matadero del Sur, intende mantenere alcuni dei moduli e trasformare l’attuale dimostratore in un sistema in scala reale. «Inoltre, grazie ai risultati ottenuti con le attività del progetto, congiuntamente al piano aziendale e alle conclusioni derivate dalla valutazione tecno-economica, si stima che le soluzioni di Water2REturn possano generare un fatturato pari a 29,4 milioni di EUR nel settimo anno successivo all’avvio del progetto, creando posti di lavoro diretti e indiretti», conclude Zapata.
Parole chiave
Water2REturn, acque reflue, macello, economia circolare, biostimolante, fertilizzazione, materie prime secondarie, recupero di sostanze nutritive, scarsità di acqua