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The therapeutic potential of Genipin as a corneal cross-linking agent: Unlocking a new pathway for the treatment of corneal infection and disease.

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Colliri di origine vegetale contro la cecità

La cheratite infettiva è una delle principali cause della cecità a livello globale. Un agente di origine vegetale dotato di proprietà antimicrobiche offre un’alternativa promettente al trattamento convenzionale con gli antibiotici.

La cheratite infettiva può essere provocata da vari microrganismi, tra cui batteri, virus e funghi. Le persone che usano le lenti a contatto, sono state sottoposte alla chirurgia oculare o hanno sofferto di traumi oculari sono maggiormente soggette al rischio di sviluppare questa infezione.

Un agente antimicrobico di origine vegetale

Il trattamento convenzionale della cheratite infettiva si basa sugli antibiotici per uso topico, ma la resistenza agli antimicrobici ne ostacola l’efficacia. La reticolazione del collagene corneale si è progressivamente affermata come trattamento alternativo agli antibiotici per la cheratite infettiva. L’utilizzo di riboflavina e luce ultravioletta per l’eliminazione degli agenti patogeni nel corso dell’infezione corneale riduce al minimo la distruzione dei tessuti. Esistono tuttavia delle perplessità sull’impatto dell’applicazione oculare di radiazioni ultraviolette. Il progetto CORLINK, finanziato dall’UE, ha proposto l’impiego della genipina, un agente reticolante naturale derivato dalla pianta Gardenia jasminoides, che presenta proprietà antimicrobiche, una tossicità minima ed elimina la necessità di applicare la luce ultravioletta. La ricerca di CORLINK è stata condotta con il sostegno del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie e ha previsto la verifica delle proprietà antimicrobiche della genipina contro i batteri Gram-positivi (Staphylococcus aureus) e Gram-negativi (Pseudomonas aeruginosa), oltre che contro i funghi (Candida sp. e Fusarium sp.). «Abbiamo scoperto che la genipina inibiva la crescita di questi agenti patogeni e abbiamo esaminato la sua azione antimicrobica in un modello corneale ex vivo di cheratite infettiva», sottolinea Elena Koudouna, borsista di ricerca di MSCA. Un singolo trattamento di genipina ha ridotto significativamente la crescita batterica nelle cornee infette in modelli ex vivo di Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa. Grazie a un modello in vivo di cheratite infettiva della cornea, i ricercatori sono stati in grado di valutare inoltre gli effetti della genipina nella regolazione della risposta immunitaria dell’ospite all’infezione, un fattore importante nella gestione della malattia. Nonostante l’esatto meccanismo d’azione antimicrobica della genipina non sia stato ancora chiarito, è probabile che esso coinvolga la reticolazione di varie proteine presenti sulla superficie degli agenti patogeni che interferisce con processi cellulari vitali, quali la divisione e la crescita delle cellule. Un altro possibile meccanismo d’azione antimicrobica della genipina si esplica attraverso la sua interazione con gli enzimi intracellulari che provoca alterazione metabolica. Inoltre, sembra che la genipina ritardi la distruzione dei tessuti, come è stato osservato nelle cornee umane ex vivo.

Genipina sotto forma di collirio

L’obiettivo principale del progetto CORLINK è stato fornire nuovi trattamenti efficaci per la cheratite infettiva, soprattutto per i casi gravi e non controllabili, che non hanno risposto ai trattamenti convenzionali o non sono idonei per strategie terapeutiche alternative. I ricercatori hanno dimostrato le proprietà promettenti della genipina nella lotta alla cheratite infettiva, sostenendo il suo potenziale clinico come nuovo intervento terapeutico per la gestione e il trattamento della cheratite infettiva della cornea. «Riteniamo che la potenziale applicazione della genipina sotto forma di collirio sia estremamente vantaggiosa rispetto alle terapie alternative poiché non richiede apparecchiature, è più economica ed è di facile impiego nei Paesi in via di sviluppo, dove l’incidenza della cheratite infettiva è molto alta», sottolinea Koudouna. I ricercatori intendono condurre studi di farmacocinetica e farmacodinamica al fine di ottimizzare il dosaggio e l’applicazione topica della genipina. Considerate le proprietà antinfiammatorie e di reticolazione della genipina, il lavoro futuro della ricerca potrà essere diretto anche alla sua applicazione come monoterapia o come terapia adiuvante per la gestione e il trattamento di altre malattie che colpiscono l’occhio. Inoltre, la genipina potrebbe trattare altre malattie cutanee o correlate al diabete e alle piaghe da decubito, caratterizzate anch’esse da infiammazione, lisi del collagene e distruzione dei tessuti.

Parole chiave

CORLINK, genipina, cheratite infettiva, reticolazione, collirio, Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa

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