Proteggere le zone costiere europee dall’innalzamento del livello del mare
Tra i molteplici effetti del riscaldamento globale vi sono l’espansione dell’acqua di mare e lo scioglimento dei ghiacci, che contribuiscono entrambi all’aumento del livello del mare. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, negli ultimi 100 anni i livelli del mare sono aumentati più velocemente che in qualsiasi momento degli ultimi 3 000 anni. L’aumento di 25 cm del livello del mare previsto entro il 2050 rappresenta dunque una minaccia immediata per le zone costiere. Le inondazioni e gli eventi meteorologici estremi causati dall’innalzamento delle acque potrebbero avere un impatto non solo sulle persone che vivono in queste regioni a bassa quota, ma anche su infrastrutture critiche come porti e dighe. «Per proteggere queste zone costiere vulnerabili contro mareggiate, onde, inondazioni ed erosione è necessario sviluppare strutture costiere ad alte prestazioni», afferma Corrado Altomare, ricercatore presso l’Università politecnica della Catalogna (UPC). Un contributo per soddisfare questa domanda giunge dal progetto DURCWAVE, finanziato dall’UE. «Il nostro obiettivo è sviluppare soluzioni a lungo termine per rafforzare le difese costiere contro le mareggiate e l’innalzamento del livello del mare», aggiunge Altomare, ricercatore principale del progetto e borsista Marie Skłodowska-Curie.
Modificare gli attuali criteri di progettazione
I ricercatori hanno iniziato esaminando gli attuali regolamenti relativi alla difesa costiera e identificando potenziali debolezze. Per esempio, hanno scoperto che gli attuali criteri di progettazione volti a impedire all’acqua di scorrere oltre la cresta di una struttura costiera sono insufficienti per un futuro definito da un intenso innalzamento delle onde. «Con l’aumento del livello del mare, molte delle dighe marine e degli argini esistenti in Europa non riusciranno a proteggere pedoni, veicoli e infrastrutture critiche da condizioni meteorologiche estreme», spiega Altomare. Sulla base di questi risultati, il progetto ha contribuito a modificare gli attuali criteri di progettazione per argini marini e infrastrutture costiere situate in zone costiere basse e urbanizzate. Utilizzando una combinazione di modelli fisici e numerici, i ricercatori hanno testato la resistenza di queste difese a vari livelli di innalzamento delle onde e, in particolare, hanno individuato le correlazioni tra l’impatto delle onde e i flussi di innalzamento. «Queste informazioni hanno contribuito non solo a una maggiore sensibilizzazione in merito al rischio che le comunità costiere affrontano, ma hanno anche portato a una metodologia che i responsabili delle decisioni possono utilizzare per stimare quanto sia vulnerabile una zona costiera agli effetti del cambiamento climatico», osserva Altomare. Secondo Altomare, il laboratorio di ingegneria idraulica Flanders Hydraulics Research, gestito dal governo regionale fiammingo del Belgio, ha seguito da vicino il progetto, manifestando interesse per il metodo di DURCWAVE. Inoltre, le autorità locali di Badalona, una zona costiera spagnola, si sono affidate alla modellazione sperimentale su larga scala e alla sofisticata modellazione numerica utilizzando i risultati di DURCWAVE per ricostruire un’infrastruttura costiera centrale.
Gettare le basi per collaborazioni future
Oltre alla metodologia stessa, il progetto ha pubblicato un numero enorme di articoli su riviste scientifiche sottoposte a revisione paritaria ed è stato presentato in occasione di diverse conferenze nazionali e internazionali. «Tramite queste attività di divulgazione, abbiamo coinvolto una comunità di ricercatori più ampia e professionisti di modelli numerici sul tema della vulnerabilità costiera al cambiamento climatico», conclude Altomare. Stabilendo una cooperazione tra l’Università politecnica della Catalogna e altri partner europei ed extraeuropei, il progetto ha gettato le basi per future collaborazioni nel campo della sicurezza costiera e del cambiamento climatico.
Parole chiave
DURCWAVE, zone costiere, livelli del mare, riscaldamento globale, inondazioni, eventi meteorologici estremi, infrastrutture, mareggiate, strutture marine, innalzamento delle onde, cambiamento climatico