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Adattamento ai cambiamenti climatici in Europa

I cambiamenti climatici ci sono: cosa stiamo facendo per affrontare le sfide in Europa? In vista della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28), ascolteremo quattro ricercatori all’avanguardia che stanno lavorando per prepararci ad affrontare i prossimi cambiamenti del nostro ambiente.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

Usare l’internet delle cose (IoT) per tenere traccia delle zanzare che portano malattie più spesso associate al Sud del mondo; proteggere i nostri boschi e le nostre foreste dall’impatto di coleotteri distruttivi e altri fattori; esaminare l’impatto delle tempeste estreme sulla nostra architettura e capire come mettere al sicuro le persone da onde più alte che mai e che superano difese costiere progettate in un’altra epoca: questo episodio è dedicato all’adattamento ai cambiamenti climatici in Europa. A parlarci di queste e altre idee sono: João Encarnação, amministratore delegato di Irideon. Ha conseguito un master in ingegneria biochimica e un dottorato in sensori e ha guidato il progetto VECTRACK. È particolarmente interessato allo sviluppo di sensori IoT per insetti con impatto sulla salute pubblica, sulla sicurezza alimentare e sulla biodiversità. Guillaume Marie, ricercatore principale del progetto CLIMPRO, è un ricercatore indipendente. Marie si occupa principalmente di modellizzazione ecologica, con una forte attenzione al disturbo naturale in interazione con le attività umane. È uno sviluppatore attivo di ORCHIDEE, il modello francese di superficie terrestre utilizzato dalle Nazioni Unite per prevedere i cambiamenti climatici. Maria Pia Repetto, professoressa di ingegneria strutturale presso l’Università di Genova, Italia. Il suo interesse principale è l’ingegneria eolica: l’analisi dell’impatto del vento sugli ambienti urbani e naturali, che ha esplorato nel progetto THUNDERR. Corrado Altomare, ricercatore postdoc presso il laboratorio di ingegneria marittima della UPC di Barcellona, è attivamente coinvolto nell’elaborazione della risposta europea al problema del sovraccarico delle onde. Altomare, che ha guidato il progetto DURCWAVE, è particolarmente interessato a studiare l’effetto delle onde marine sulle strutture costiere e sui dispositivi per l’energia delle onde.

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Saremo lieti di leggere tutti i commenti che vorrete sottoporci. Inviate commenti, domande o suggerimenti a: editorial@cordis.europa.eu

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